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Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Proposta di sperimentazione

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    al_qantar
    Post: 677
    04/05/2009 22:15
    Vorrei proporre una sperimentazione: la riscrittura.

    So perfettamente che non ho scoperto la penicillina, pero questa mia idea verte sul riscrivere un classico con il nostro linguaggio e stile senza assolutamente stravolgere il testo.

    Per esempio, prendiamo una poesia del Carducci o del Leopardi e vediamo un pò come la scriveremmo noi oggi.

    Pensate che è fattibile?


    Attendo controproposte oppure "ma va!"

    Sebastiano
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    Maredinotte
    Post: 415
    04/05/2009 22:26
    guarda guarda!!! [SM=g27987]
    io ho fatto questo giochetto su un altro sito e, tanto per vantarmi un pochino, ho pure vinto, cimentandomi in una riscrittura di Montale! ho osato!! ahahaha

    però... ci voglio riprovare! [SM=g27988]

    "La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare." (Jiddu Krishnamurti)
    robertadaquino.wordpress.com



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    morgan4
    Post: 172
    04/05/2009 22:37
    ci posso provare anche io? [SM=g27995]

    ho già qualche esempio, farò la brava

    [SM=g7831]


    simina
    ________________________________________________

    J'arrive bien sûr,j'arrive. N'ai je jamais rien fait d'autre qu'arriver
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    filodiseta--
    Post: 422
    05/05/2009 18:02



    sìsìsìsìs, la aspettavo questa cosa, con impazienza: chissà perché? [SM=g27998]

    io mi sento di essere molto originale nelle riscritture ... ci sarà anche da riderissimo [SM=g27987]

    _______________________________
    Jai guru deva om
    Nothing's gonna change my world

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    al_qantar
    Post: 680
    07/05/2009 20:27
    A Silvia
    Silvia, rimembri ancora
    quel tempo della tua vita mortale,
    quando beltà splendea
    negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
    e tu, lieta e pensosa, il limitare
    di gioventù salivi?

    Sonavan le quiete
    stanze, e le vie d'intorno,
    al tuo perpetuo canto,
    allor che all'opre femminili intenta
    sedevi, assai contenta
    di quel vago avvenir che in mente avevi.
    Era il maggio odoroso: e tu solevi
    così menare il giorno.

    Io gli studi leggiadri
    talor lasciando e le sudate carte,
    ove il tempo mio primo
    e di me si spendea la miglior parte,
    d’in su i veroni del paterno ostello
    porgea gli orecchi al suon della tua voce,
    ed alla man veloce
    che percorrea la faticosa tela.
    Mirava il ciel sereno,
    le vie dorate e gli orti,
    e quinci il mar da lungi, e quindi il monte.
    Lingua mortal non dice
    quel ch’io sentiva in seno.

    Che pensieri soavi,
    che speranze, che cori, o Silvia mia!
    Quale allor ci apparia
    la vita umana e il fato!
    Quando sovviemmi di cotanta speme,
    un affetto mi preme
    acerbo e sconsolato,
    e tornami a doler di mia sventura.
    O natura, o natura,
    perché non rendi poi
    quel che prometti allor? perché di tanto
    inganni i figli tuoi?

    Tu pria che l’erbe inaridisse il verno,
    da chiuso morbo combattuta e vinta,
    perivi, o tenerella. E non vedevi
    il fior degli anni tuoi;
    non ti molceva il core
    la dolce lode or delle negre chiome,
    or degli sguardi innamorati e schivi;
    né teco le compagne ai dì festivi
    ragionavan d’amore.

    Anche perìa fra poco
    la speranza mia dolce: agli anni miei
    anche negaro i fati
    la giovinezza. Ahi come,
    come passata sei,
    cara compagna dell’età mia nova,
    mia lacrimata speme!
    Questo è il mondo? questi
    i diletti, l’amor, l’opre, gli eventi,
    onde cotanto ragionammo insieme?
    questa la sorte delle umane genti?
    All’apparir del vero
    tu, misera, cadesti: e con la mano
    la fredda morte ed una tomba ignuda
    mostravi di lontano.



    Ecco questa è la mia proposta.

    Non aspettate me per cominciare perché non ho la benché minima idea di cosa fare.

    Se ci sono controproposte fatevi avanti.


    Io direi di non stravolgere il testo, solo di riscriverlo con un linguaggio adeguato al nostro tempo, magari contrarlo o allargarlo o dargli altre chiavi di lettura ma senza modificarne la tematica


    a dopo

    S

    prima strofa

    Silvia, ti soffermi mai a ricordare
    la vita, perché vita
    la bellezza, perché bellezza
    quella che si ha negli occhi
    se ridono, se fuggono
    quando inizia la salita
    verso giovinezza


    [Modificato da fil0diseta 19/02/2019 10:01]