29/05/2009 14:39
non si diverte a stringere nodi ai parapetti
lui aspetta e mi gira coi piedi, quasi fossi
una farfalla, ma le ali le perdo ad ogni goccia
poi al segno di qualche inutile logica

mi spinge ad amante restituendo disegni fatti
di carne e non cede al credo di gesta eroiche
ma calpesta silenzi inciampando fra le carte
Lui prende caligine, risparmia promesse

e no, non inneggia paese. Io, il suo mare che
accavalla gambe e vento poi sul prato respirando
perdono e mi risveglio nel sole, correggo la neve
risplendo tempeste conservando comete

e di buono c'è la salsedine, il dormiveglia
di stazioni mai in partenza, riflessi di sereno





Il titolo è irrisorio. "Di buono". La chiusa è esplicativa.
Parlo del mio amore, quello che stringo e dal quale mi faccio avvinghiare, quello che ho ricercato a lungo, che ho desiderato, al quale mi sono sottomessa e che a volte penso mi limiti.

Dovresti leggere quello che scrivo alla luce delle contraddizioni che legano ogni rapporto. Ci sono momenti si ed altri non. Ci sono le cose che vanno bene e quelle che ammazzano lentamente. Ci sono sorrisi da soffocare il sole e lacrime che invecchiano i giorni. Quando vivi un rapporto, lo vivi a 360°(o almeno io) e mi ci fiondo e allo stesso tempo ci vado coi piedi di piombo.
Già ho accennato al mio ultimo anno e più un po’ drastico e qui traccio il mio bilancio, di una vita, di un rapporto, di un momento. E’ una sorta di auto consolazione alla domanda: Cosa c’è di buono?” se leggi bene, in ogni immagine viene esplicata dolcezza, ma poi include anche una parte malinconia, restia.

Evidente qui:

lui aspetta e mi gira coi piedi, quasi fossi
una farfalla, ma le ali le perdo ad ogni goccia
poi al segno di qualche inutile logica


E parlo di lui e come mi appare, mi sento protettiva nei suoi confronti e nella vita di tutti i giorni cerco di non fargli pesare più del dovuto delle cose. Lui così per me, io per lui: una caverna, un riparo, l’acqua, lo scombussolamento dei sensi. Io mi sento il centro del suo mondo, lui è il centro del mio mondo, ma mi basta?

Nella chiusa non c’è nulla di buono, leggi tra le righe:

e di buono c'è la salsedine, il dormiveglia
di stazioni mai in partenza, riflessi di sereno


La salsedine è buona? Stazioni da cui non partono treni? E i riflessi di sereno sono appunto riflessi, quindi illusori.





La prima nasce da un parallelismo rabbia - amore.
La seconda da un bilancio, un pò triste. A quanti capita di non vedere via d'uscita? di sentirsi stanchi e mai appagati realmente? a quanti capita per un attimo di posare le armature?


Il mio dualismo, vive in me, parte da me e ritorna a me.
C'è sempre una parte più torbida in noi, inquieta ed inquietante, quella che non vorremmo mai uscisse fuori e ce la custodiamo col lucchetto. La mia, mio malgrado fuoriesce quando scrivo e la rendo simbolica, poco eloquente per mascherarla.
L’altra è solo una facciata di apparenza o è davvero parte di me? È un po’ tutte e due.






[Modificato da Francesca Coppola 29/05/2009 18:56]


"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
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