adesso
svesto senso per senso
le giornate immense dell'inverno
-che importa se la neve ti acclama o
ti odia, il tempo non sarà clemente
ma rimarrai di fuoco nella cenere,
grigio_casa dove solo tu,
e niente mai-
quando poi, d'estate il sole
brucia,
avrai conforto dentro il tuo respiro
fresco di un soffio lugubre
da rimanere candido
tra l'ardere scrosciante della luce,
e l'infinita morte
le foglie sgorgano
dal cielo come una tempesta,
di lacrime
-sfogati pure, autunno non sarai più solo
avrai chiarezza in me,
che sono complice
di tutte le agonie-
non c'è primavera
per me;
della rinascita mastico
il vento eterno
-e tutto il resto mi sfugge,
tra le dita-
[Modificato da il_complice 17/05/2009 22:31]