Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Noi... bambole del '43

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    te_verde
    Post: 174
    17/06/2009 11:16


    fu come un’esplosione di colori
    quando sorgesti di lana e
    di capelli in trecce
    occhi cuciti bottoni doppio filo
    e di rammendi proprio sopra il cuore

    incastonammo paglia
    o resti di pannocchie
    in quelle gambe secche e lunghe
    ch'erano troppo sghembe per
    una danza sussurrata ad alta voce

    tu sempre muta
    io precorrevo degli alberi il silenzio e
    delle note buie a toni forti
    leggevo sinfonie di sangue
    quando passavano sul petto i carri armati
    e le pallottole sibilavano sui letti
    ad aspettare un dio che ritardava la venuta

    poi ci levammo ad annusare l’aria
    dietro al cespuglio di lavanda secca
    e nostra madre dal chiuso delle mura
    contava i giorni e

    divideva il pane



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    filodiseta--
    Post: 549
    17/06/2009 11:38
    sandra
    avevo appena finito un giro di commenti e me ne stavo andando.

    ma come non rientrare leggendo tanta meraviglia, per esprimere anche solo le impressioni a caldo. ti ho sentita tanto vicina anche alla mia ultima poesia. anche tu parli di tre donne, sorelle con la madre, e cogli il bello dell'infanzia nel momento tragico della guerra. poi con gli elementi che sono arrivati anche a me, che non l'ho vissuta. le bambole con i capelli di lana e quelle pannocchie. Dio quanti ricordi di pannocchie.

    mi piace tanto l'immagine del dio in ritardo e la spensieratezza delle bimbe tra il profumo di lavanda, protette dai sacrifici sempre in ombra, della madre.

    tutto a caldo te l'ho detto, col cuore caldo, ma caldo, caldo


    grazie cara amica [SM=g27998]




    _______________________________
    Jai guru deva om
    Nothing's gonna change my world

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    Francesca Coppola
    Post: 984
    17/06/2009 21:26


    amara Sandra, così mi arriva. Guarda a ritroso con rammarico, con occhio clinico. Eccerto che si legge una meraviglia. Un verso in particolare mi prende e mi porta lontano: io precorrevo degli alberi il silenzio

    Brava! [SM=g7831]



    "i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
    www.francescacoppola.wordpress.com
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    morgan4
    Post: 246
    18/06/2009 19:02
    la trovo meravigliosa


    avevo già letto altre tue poesie ma mai nessuna mi è arrivata come questa

    qualcuno mi diceva che con questa poesia ci avevi lasciato un pezzo di cuore, non posso che concordare

    spero di leggerti ancora a presto

    [SM=g27998]


    ti abbraccio


    simina
    ________________________________________________

    J'arrive bien sûr,j'arrive. N'ai je jamais rien fait d'autre qu'arriver
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    al_qantar
    Post: 739
    18/06/2009 21:52
    Non hai idea Sandra, di quante e quante pietre hai spostato da sopra il mio scrigno segreto... e verso dopo verso, come un ectoplasma, dalla memoria profonda, vengono fuori immagini, volti, tanti volti, paesaggi e "rammendi proprio sopra il cuore".

    E' una di quelle poesie che si insinuano nella mente e non puoi fare a meno di ritornarci... è una meraviglia e d'accordo con Francesca, quel precorrere il silenzio degli alberi è uno stiletto che trapassa e piace.

    Ti applaudo con ammirazione

    Sebastiano
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    Maredinotte
    Post: 460
    19/06/2009 09:08
    leggendola (ed è meraviglioso!) mi sono tornati in mente i racconti di una persona speciale, i racconti della guerra, che amava raccontare. i sabato fascisti, le tessere del pane, le bombe esplose a un passo...

    mi sono emozionata,
    grazie. [SM=g27998]
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    northernrock.
    Post: 13
    19/06/2009 12:45
    Non ostante trovi il femminismo, al pari del maschilismo peraltro, una delle più grosse fandonie che il secondo '900 vuole spacciarci (al proposito un magnifico libro di Alan Soble uscito qualche tempo fa) devo dire che la poesia, non ne contiene traccia ed anzi si concentra su quegli aspetti del quotidiano che hanno caratterizzato, caratterizzano e forse caratterizzeranno la figura materna.
    Su tutto l'ultima strofa, davvero molto bella:

    poi ci levammo ad annusare l’aria
    dietro al cespuglio di lavanda secca
    e nostra madre dal chiuso delle mura
    contava i giorni e

    divideva il pane


    Saluti
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    anumamundi.
    Post: 120
    19/06/2009 21:18
    Solo l'altra sera parlavo dei ricordi tramandatimi dai miei nonni.
    L'uno al fronte e poi in prigionia, l'altra a casa con l'unica figlia da tirare su e senza notizie del marito.
    Le granate che fendevano l'aria ed i sibili che atterrivano l'allora bambina di pochi anni.
    Nemmeno io ho vissuto (per fortuna) gli orribili anni della guerra, ma l'essere riuscito a vederli e viverli attraverso i racconti di chi li ha provati sulla propria pelle mi aiuta a comprendere quale follia sia la degenerazione del dialogo fra i popoli.

    Tu hai espresso in maniera dolcissima e senza enfatizzare alcunché questo dramma visto attraverso gli occhi di vittime innocenti: i bambini.


    ________________________________________________________________
    Due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana, ma riguardo l'universo ho ancora dei dubbi

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    te_verde
    Post: 174
    26/06/2009 19:13
    Stavolta passo davvero con ritardo a salutarvi e ringraziarvi per l'attenzione prestata.
    Una sola cosa(non che sia importante): quel plurale alla fine della poesia (nostra madre) era riferito alla madre della bimba e della bambola di pezza.
    A volte la solitudine e le difficoltà si colmano anche con gli stracci che possono diventare le sorelle, le madri, i padri, le amiche assenti nella vita reale.

    Con affetto per tutti voi


    Sandra