Io credo che hai rotto il verso, spezzata la poesia e, tolto il superfluo dai cocci ne prendi l'essenziale per farne piccole opere.
Penso che siamo oltre il minimale con i tuoi "accenni" poetici dove ad un primo impatto gli spazi sembrano vuoti, ma dopo ci si accorge di quanto pieno ci sia e non di silenzi o pause ma di avvenimenti veri e propri.
Leggo questo testo senza filtri e ci trovo una storia intera. Ecco cosa ci leggo in mezzo
Sento la voce abbandonarsi alle ginocchia
nel dopocena ancora timido
col vino sulle dita
E gira la voglia
senza più le ombre
Di un giorno soffiato
come spora al vento
aperta la scena tra
Lo spezzarsi di un rosso
che accende i blu del sonno
Con le molliche
portate via dal vuoto...
Rose
a dondolarmi
Brava Carlotta non smetti di stupirmi
[Modificato da al_qantar 21/06/2009 00:12]