00 26/06/2009 17:28
Ah che meraviglia la lingua napoletana...
Sono tornato indietro nel tempo, a quando vivevo nei dintorni del quartiere di Poggioreale. La mattina mi riempivo i polmoni dello smog do' "rettifilo" per arrivare fino a piazza municipio. Ma ad entrarmi, in maniera indelebile, nel cuore erano le voci, i profumi, quell'umanità che solo in posti come Napoli è possibile respirare. C'era delinquenza, forse più che in altre città, ma la gente comune quella che suda per campare, che "s'arrvoglia 'a capa ppe tirà 'nnanz", quella non la incontri sotto altri cieli.

E il ragazzino che ti sfila il portafogli sotto al naso e, dopo essersi allontanato, si gira, ti viene incontro e, porgendotelo, ti dice: "vabbuo' jamm, accussì nun ce sta gust, nun teng genio e te scippà accussì", quasi come se la sfida fosse nel farsi inseguire dopo aver effettuato il taccheggio per poi dileguarsi nei quartieri dietro Piazza Dante dove conosce anche le singole pietre divelte nel selciato.

Napoli, con quel mare affacciato alla finestra che ti guarda passare sulla riviera di Chiaia e ti strizza l'occhio, mentre l'automobilista di turno impreca contro il tizio che ha l'ardire di attraversare sulle strisce pedonali e la "pantera" della polizia improvvisa una nona di Beethoven con il clacson perchè qualcuno si è fermato al semaforo rosso.

Napoli con i "Quartieri" da un lato e le sue mamme affaccendate a far quadrato attorno alle famiglie e via Petrarca dall'altro con le "filippine", i vestiti nuovi, i SUV che inscatolano banchieri in doppiopetto e signore sempre troppo affaccendate per gestire piccole "Shirley Temple" dalle codine bionde e dalla faccia di gesso che cola sopra il cuore; e brucia il sole dietro gli occhiali a specchio sopra la collina di "Posillepo".




Complimenti per la recitazione Roberta, anche se le pause mi sembrano eccessive per il testo in questione.
Ti sei lasciata condizionare, probabilmente.


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[Modificato da anumamundi. 26/06/2009 17:53]