È un vago ritornare a quelle sere
e schiudere parole sui mulini
forse perché lo sguardo non distoglie
da aperture che mirano sorpresa
dove gli occhi, la vacanza, i pianisti
giocano melodie d'azzurro sul mio nome
non mi s’adduca più a finzione
la parte estrapolata senza rischio
mentre si scarabocchia un animo che
corregge i multipli di sé
tenendoli in segreti di chiamate brevi
tu con la mano, asporti il torbido del fiume
quel martellare senza guadi
reliquie come gambe incrociate
nebbie e sangue fra le intermittenze
tu, a ripulirmi il freddo, ancora
dalla scala per portarmi in salvo
[Modificato da filodiseta-- 02/07/2009 09:35]
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Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world