Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

Calcografie

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    'Skorpio'
    Post: 74
    31/07/2009 22:17






    Capo nord


    Ridiscendere, una volta oltre le nuvole
    come inabissarsi ancora nel suo profumo
    in una passeggiata composta e castana
    geometrie d’ombra disegnate dai lampioni
    bisbigli su misteri ed amori, miti e rovi tra le more

    col sorriso di diamanti la dama del Mereseyside
    ha occhi da offuscare la notte, ciglia morbide
    un bacio che strangola la volontà in altri baci
    e quell’unguento da lacrimatorio che risana
    ogni rovinosa risata nel silenzio in cui io la contemplo

    oh Beowulf, mio unico eroe, roveri e zolle assetate
    di robinie, dietro quale equinozio hai nascosto le stelle
    di un prossimo incontro, in quante e quali stagioni
    la pelle potrà asciugare il suo desiderio da oggi
    ad allora, da questa grandine estiva al deserto?



    Un crinale (sulla seduzione)


    A dirsi poesia servirebbe un poeta
    ma parole non conosco per il bello
    almeno non quanto i lamponi
    con la terra, quel santificare ogni rugiada
    come morte e tutto eterno
    da cucirsi lento insieme
    lacrime, fatica e polvere
    altro dolore da versare nei calici
    rimpiangere un collo così ripido eppure solito,
    morbido e scosceso così tante volte sotto alla lingua
    mai così distante come ora, forse solo ieri
    quando ci ricordammo in una tela di Klimt
    già allora vicini, già sconosciuti
    già perfetti

    sarà questo suo crinale che flette le distanze,
    inarca i meridiani verso un centro che si fa squilibrio,
    insanità, dilania la goccia
    converge gli occhi al sottobosco,
    accorcia i tempi ed i passi sopra il green
    my flyin’ goose,
    sfiorarci palmati sul pelo d’acqua,
    sembrare caldi e goffi, celare regalità
    dietro al vento impietoso
    ad un bavero liquido e carnoso.



    Ay Yildiz


    C’incrociammo nel fitto di Istanbul
    lei arioso caicco, io scuro drakkar;
    conoscevo di lei ogni più piccola architettura
    Santa Sofia, tutti i suoi seni,
    i passi sconcertati al mercato delle spezie
    e tutto quell’avvolgersi di rosso e di verde,
    pelle e materia che si fanno profumo
    non un nome solo ma essenza
    confine astratto e sfumato tra galassie
    in recessione, occhi stesi nei vicoli
    a sorreggere ciascun nartece

    di là del Corno d’oro, dove la vita era porto
    quel giovane solo, seduto ad un caffè
    non aveva fretta né bandiera
    un’uniforme bianca ed una rosa in mano,
    Nazim d’un petalo mi fece dono:
    "amo in te l'impossibile ma non la disperazione"
    e fu come ingrandire con una lente la meraviglia:
    stupirsi all’infinito con altra meraviglia…



    Intermezzo (palingenesi)


    Ha braccia lunghe il dirsi nel mattino
    un nascere tiepido che condensa
    raccoglie e poi sillabe rigenera
    verso scarti nuovi e prospettive,
    v’è un accarezzarsi che contiene
    l’alba, i sogni e misericordia
    il respiro più candido e puro:
    sognarsi nei carteggi, Santorini
    il blu del cobalto, cianuro bianco
    sveglia scoccata durante l’autopsia
    le lampade scialitiche, bisturi,
    nuove specie di uccelli tropicali
    si annidano rapaci nel mio coma
    sulla lingua, spacco vivo, innesto.



    Salsola d’autunno


    "E tutto il buio per ricordarmi queste cose"
    mentre la strinsi in un abbraccio, per multas horas
    ventre apparso e poi scomparso come meta ai naviganti
    Venere o Atlantide spiegata sopra l’acqua, segreto anfratto
    bocca d’ordito, vergine arazzo, giaggiolo sgualcito
    nel tramonto immaginato del belvedere, tra i parasole
    lenzuola bianche, vita all’improvviso divenuta tasca
    sacca e riposo per tutti i miei ricami;
    svanita tra i passi polverosi d’un soppalco
    sgombrato il boccascena tra i sipari
    nella vertigine che si fa danza, nella roulette delle partenze
    nel contendere tra manichini -salsola d’autunno –
    nei profili esili della volontà ferita
    eclissi del parlato, piombo fuso sulla memoria
    pallida pelle sotto ogni benda del presente
    ed un docile bocciolo lì dove più ardeva il mare;
    quando l’inverno falcidiò i gladioli
    rinvenni uno scolio a margine dei languori
    “deligere oportet quem velis diligere”
    pensarti, un’equazione alla stricnina;
    poi d’improvviso, fiammifero acceso, passion for solitude.



    Imboscate


    Le pieghe d’alcuni “t’amo”
    possono a volte diventare insieme esca ed amo
    altre basta un gesto della mano
    confessarsi implicito eppure chiaro
    a rivelare le intenzioni, le più impensate,
    piazzare i cappi dentro le tomaie

    e certo in quest’acquaforte -sottratta la mantissa-
    le sue gambe rimangono come decimali
    morse, nude senza il loro intero
    simili a lucertole prive della coda
    che cercano le ali per una vita nuova

    così ogni mia imboscata o inseguimento
    come già lo sai
    si perdono in fondo al Merseyside
    giacché non orme, ma corrente, sarebbe da fiutare
    in questa strana caccia
    di nera barcaccia e sua polena
    armate con un fiore dietro a una sirena.



    Come in un finale d’altri tempi


    Edificato con l’eleganza ed il sospetto
    questo legame che dai piedi sale il crepidoma
    le note di Red Garland, Neruda biasciato per i corridoi
    dai passanti fradici del Rosemary Lane,
    ore d’attesa e posacenere
    nervi esacerbati, finestre infrante a pallettoni
    e poi passi di ballerine blu su per le scale
    la speranza del ritorno, rimpianti annegati di domande
    cul-de-sac, pourquoi?
    invece d’improvviso, quasi naturale scrosciare nel pianto
    come in un finale d’altri tempi
    Casablanca confuso - tu Ilsa, io indeciso tra Victor e Rick ,
    controfigura, attimi a studiarsi prima d’una mossa
    nello sguardo tutto il fuoco grida e strazia:
    non solo te tradii, quanto la nostra vita insieme. Perdono.



    [Modificato da 'Skorpio' 31/07/2009 22:30]
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    Ecat Mel
    Post: 145
    02/08/2009 15:52
    una silloge decisamente molto bella, da rileggere attentamente e gustare, ritornerò a dirti qualcosa, con più tempo e spazio
    [SM=g27987]
    ciao

    mire
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    'Skorpio'
    Post: 74
    04/08/2009 10:23
    Re:
    Ecat Mel, 02/08/2009 15.52:

    una silloge decisamente molto bella, da rileggere attentamente e gustare, ritornerò a dirti qualcosa, con più tempo e spazio
    [SM=g27987]
    ciao

    mire




    E' un gioco d'architetture ove disposizione e durata dei versi, nonchè loro numerabilità, rispondono a precise imposizioni pregresse al momento della composizione.
    ...e come come ogni architettura, contiene le sue facciate, gli spigoli, zone d'ombra e pure qualche passaggio segreto.
    L'idea di partenza comunque è anatomica, cioè uno snodarsi da capo a piedi , dedicando a ciascuna porzione il proprio spazio, come fossero stanze, le stanze del corpo.
    Vale come poesia( l'ottava) pure l'immagine iniziale che ha il compito importante di delineare accuratamente l'atmosfera, le sfumature e l'ambientamento da immaginarsi per l'intero svolgimento.
    E' proprio qusta una calcografia, recentemente rinvenuta da me, dalla quale mi sono ispirato, unendola ad elementi personali che intersecano la mia vita reale e quella dell'autrice dell'opera (la dama del Mersey).
    Naturalmente è solo una prima stesura, sono in attesa di farla decantare per i necessari tagli.
    Grazie per questa lettura agostana, mese torrido e gelido.

    Saluti
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    Ecat Mel
    Post: 147
    06/08/2009 01:05
    ecco, sì, è questo gioco di luci, di stanze del corpo, come tu hai definito questa costruzione, a più voci, che io, essendo un'appassionata di teatro, definirei proprio come spazio performativo dove ogni cosa trova la sua giusta collocazione, di tempi e suoni e ritmi, in un viaggio attraverso i diversi stati dell'essere o del divenire

    adoro "E tutto il buio per ricordarmi queste cose"

    ogni singola poesia è degna di attenzione, ha un suo accordo che va a solleticare corde diverse... mi piace molto questa costruzione e il dialogo con l'opera.

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    apassoleggero
    Post: 266
    04/09/2009 16:33

    affascinata, fin dalla prima lettura, da questo insieme d'emozioni molto visibili ed ogni volta nuove ad ogni mio passaggio.
    mi emoziona questo "corpo" di parole, la luce e l'ombra che hai saputo creare anche con immagini e suoni: è decisamente un ottimo lavoro al di là dei tagli che reputi opportuni (ma io stavolta, ne farei davvero pochi).
    La mia preferita, l'assolo di questo questo bellissimo canto è "intermezzo" ma tutta l'opera comprende acuti da pelle d'oca.

    felice di ritrovarti e grazie per i saluti di qualche mese fa (purtroppo quando ho cercato di risponderti, non ci sono riuscita...)


    Anna

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    'Skorpio'
    Post: 90
    06/09/2009 23:40
    Approfitto per ringraziare sia Mirella che Anna del loro passaggio e lo faccio lasciando una canzone che in verità dovrebbe ancora uscire in modo ufficiale ma che al solito viene anticipata dal tam tam della rete; una canzone che almeno a me ha fatto accapponare la pelle fin dal primo ascolto:



    calliope.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...


    [SM=g7831]
    [Modificato da 'Skorpio' 06/09/2009 23:41]