Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

I confini invalicabili

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    La Muta
    Post: 1
    22/09/2009 14:49






    Osservare il reticolo di confine
    per notti sopra notti
    e la garanzia d’integrità
    delle maglie metalliche:
    di protezione.

    Si è assunto
    sulle spalle gracili
    la missione della vita
    che urta dalle pareti dei suoi scarponi stretti.
    Notte legata al delirio:
    Che nessuno passi!
    al di qua della cellula
    di protezione.

    Ma se da lontano lo immagino
    o solo scosto lo spigolo del suo ricordo
    ecco la sua marcia farsi fallace
    il passo annegato.
    Ma se solo nomino il suo nome
    ecco sfaldarsi ora l’uniforme.

    Ho assunto sulle mie spalle
    la seconda missione rimasta
    al di là della cellula
    di protezione:
    annunciare la paura
    deformandone ogni nome.

    Che Nessuno, passi.




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    elfo nero
    Post: 269
    22/09/2009 19:22
    Complimenti per la poesia

    Benvenuta a te


    [SM=g28002]
    I let fall flowers of blood
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    filodiseta--
    Post: 644
    23/09/2009 09:35



    Trovo rigorosa e pulita la costruzione del linguaggio.
    La poesia sembra viaggiare su concetti astratti che si fortificano strada facendo (notti su notti). Operi sul concettuale, se volessimo rifarci all’arte pittorica, potremmo richiamarci a Burri (i sacchi, il fuoco) o a Beyus che è più universale.

    Una rete è una protezione e contestualmente un limite (immaginiamo l’infinito di Leopardi: al di qua e al di là della siepe). Questa sua siepe, che delimita, appunto, un al di là e un al di qua, offre protezione a chi sta all’interno e limite invalicabile a chi è all’esterno.



    ti rinnovo "ufficialmente" il mio benvenuto [SM=g27988]

    daniela








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    'Skorpio'
    Post: 106
    24/09/2009 11:13
    Ho letto la tua presentazione ma ci ho capito ben poco [SM=g27994]
    tu in pratica presenti i testi di un'altra persona, solleciti i commenti e poi rispondi da perfetto avvocato?
    Domanda: ma l'autrice, quanto ti paga [SM=g27988] ??
    SAluti
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    filodiseta--
    Post: 661
    24/09/2009 13:01
    Re:
    'Skorpio', 24/09/2009 11.13:


    tu in pratica presenti i testi di un'altra persona, solleciti i commenti e poi rispondi da perfetto avvocato?
    Domanda: ma l'autrice, quanto ti paga [SM=g27988] ??
    SAluti



    ahahahha, mattia. mi fai riderissimo

    anch'io ho letto la presentazione e mi ha colpito questa frase


    Ma non è solo un gioco di pseudonimi. E' il gioco delle presenze all'interno di ogni singola esistenza.


    credo che in noi ci siano diverse esistenze, ancor di più per quanto riguarda i linguaggi poetici. Vedi me. chi mi conosce bene sa del mio possedere diverse pelli che qui sul web manifesto, ancora dai tempi della chat, con cambi di nick. e dietro a ogni nick è tutto vero, c'è una parte vera di me. per esempio, col cambio di nick, quindi sollecitando le corde di una sola delle mie personalità, riesco a scrivere in modi completamente diversi. è di prossima uscita un mio ebook, che ti inviterò a leggere una volta che sarà distribuito sul web. troverai una filodiseta che pochi conoscono, perché l'ho espressa proprio sull'onda di altri nick.

    io questo ho inteso dalla frase di presentazione che ho evidenziato.

    e il fenomeno non è nuovo: vedi pessoa che diceva di essere multiplo e usò mi pare, pseudonimi al maschile e al femminile (qualcUNO ricorderà il mio primo pseudonimo... ahahahh maschile e militare)


    Pessoa dice:

    grandi misteri abitano
    la soglia del mio essere


    mi sento multiplo. sono una stanza dagli innumerevoli specchi fantastici che distorcono in riflessi falsi un'unica anteriore realtà che non è in nessuno ed è in tutti noi



    [SM=g7831] a voi
    [Modificato da filodiseta-- 24/09/2009 13:24]
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    La Muta
    Post: 3
    24/09/2009 16:55
    elfodiseta skorpiodiseta
    Elfo nero: grazie per i complimenti e per il benevenuta
    Filodi seta (1): è difficoltoso per me delineare le caratteristiche del linguaggio di Kate come frutto di una costruzione,come risultato di un progetto. I brani di Kate sono gettati, sono parole cadute, parole che accadono. Sono componimenti di getto che non subiscono alcun intervento di cesellatura . In questo senso credo si possa rintracciare anche quel carattere "astratto" che tu giustamente sottolinei. I confini invalicabili portano accanto nella mia memoria il cretto di Burri, a Gibellina, paesino in provincia di Trapani. La visione che ha accompagnato la caduta delle parole qui esposte è quella di un soldato, solo in quelle strette vie di cemento-memoria.
    Di più, a livello contenutistico, non so dire.
    Di certo, un grazie vivissimo per il tuo benvenuto e per la cura che hai dimostrato nell'accogliermi in questo luogo.

    Skorpio: mi scuso per il carattere presuntuoso della presentazione, se così è stata percepita. Mi è difficile spiegare i rapporti intercorrenti tra me e Kate. Filodiseta ha sottolineato con perizia esattamente la frase che può essere proposta come risposta ai tuoi quesiti. E' un gioco di esistenze. Un'introiezione (non so quanto sana....) del precedente gioco di nick durato per anni su splinder.

    Ma anche altro. Che nel tempo proverò a capire anche insieme a voi.
    Kate non mi paga. Mi appaga. :)
    Poi...sia ben chiaro che non sono nessuno per sollecitare alcunchè.
    ci mancherebbe!
    In ogni caso, ogni parola che utilizzerai nei commenti potrà essere usata contro di te. ;)

    A tutti, grazie per la calda accoglienza che spero di poter ricambiare con una presenza non solo di login.




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    filodiseta--
    Post: 664
    26/09/2009 07:38
    una domanda (o due)
    [SM=g27995]


    La Muta e Kate, mi sembra abbiano un legame stretto. Voglio dire: potrebbe esistere una se non esistesse l'altra? E se no, mi piacerebbe sapere la loro origine temporale. Chi nasce prima, insomma.

    La curiosità è strettamente collegata al discorso precedente delle diverse identità, per continuarlo, eventualmente in una direzione più precisa.


    Buona sabato a te, e a chi ti sta accanto [SM=g27985]
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    La Muta
    Post: 6
    26/09/2009 14:47
    Re: una domanda (o due)
    filodiseta--, 26/09/2009 7.38:

    [SM=g27995]


    La Muta e Kate, mi sembra abbiano un legame stretto. Voglio dire: potrebbe esistere una se non esistesse l'altra? E se no, mi piacerebbe sapere la loro origine temporale. Chi nasce prima, insomma.

    La curiosità è strettamente collegata al discorso precedente delle diverse identità, per continuarlo, eventualmente in una direzione più precisa.


    Buona sabato a te, e a chi ti sta accanto [SM=g27985]




    Mia cara. Tu stimoli oltremodo il mio edonismo ponendomi certi quesiti . :)
    Ma cercherò di risponderti senza scadere in una odiosa autocelebrazione.
    Esiste una differenza di livello tra La Muta e Kate B. Eing.
    La Muta è nata prima, anni prima, frutto di una proliferazione di nick e costumi del sé che splinder mi permise. Era ed è una voce, una delle tante che mi popolano in modo conscio e ponderato. E' se vogliamo la voce più severa, quella legata al super-io. Continuando a scomodare Sigmund ti posso dire che Kate appartiene ad un livello differente, inconscio, slegato dalla determinazione.
    Sono interdipendenti, ma non in simbiosi.
    La Muta è la voce che oggi ha ripreso i pezzi di Kate e se li porta in giro nel sacco come solo una buona befana può fare.

    Buon sabato anche a te e ai tuoi cari! [SM=g27988]
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    filodiseta--
    Post: 669
    28/09/2009 09:17
    eh, ebbene, trascorso in serenità: il sabato, la domenica
    tranne un febbricitante nel distaccamento
    [SM=g27987]


    diciamo che ci tenevo a sapere questa che tu definisci differenza di livello, per rapportarmi ad alcune esperienze personali attraverso le quali non sono ancora riuscita a svelare certi misteri di me medesima.

    a dire il vero ho parlato poco e a poche persone di quello che accade quando si scindono le mie personalità e si manifestano distinte solo cambiando abito o cambiando nome. certo è che entrare in un altro personaggio che è segretamente assopito in me, mi stupisce e mi affascina. ma in genere questa situazione è conseguenza di sovrapposizioni: nasce il personaggio e sfocia il mistero, la sorpresa.

    mi è molto difficile raccontarlo, però fui coinvolta qualche tempo fa in un fenomeno diverso e complesso. l'entità protagonista ha queste stesse caratteristiche di Kate: "appartiene ad un livello differente, inconscio, slegato dalla determinazione"

    intanto mi si riempie il cuore ricordare i momenti in cui la incontrai, eppoi, forse, grazie a Kate riuscirò anche a comprendere meglio quello che mi è successo e a parlarne.




    è bello averti qui [SM=g27985]
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    filodiseta--
    Post: 671
    28/09/2009 09:41
    devo tornare pecché
    ripassando Kierkegaard per Rebby, ho trovato uno stralcio attinente al discorso generale che avevo iniziato con Pessoa:


    Kierkegaard pubblica molti dei suoi scritti utilizzando degli pseudonimi: in alcuni casi, addirittura, questi personaggi fittizi scrivono libri per rispondere ad altri pseudonimi kierkegaardiani. In questo modo Kierkegaard mira a sottolineare la necessità di avvicinarsi alla verità in modi diversi e secondo differenti punti di vista. Così la sua riflessione si rivela ricca, multiforme e spesso imprevedibile; segno di un’indole ricca di fantasia per nulla prigioniera di tristi pensieri come vuole la tradizione.


    solo questo [SM=g27988] [SM=g27995]

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    filodiseta--
    Post: 676
    02/10/2009 07:24
    Confesso che la curiosità di sapere dei tuoi personaggi, non mi aveva ancora fatta ancora concentrare sulla lettura e il contenuto delle poesie. Facciamo allora che io abbia conosciuto la storia di Kate, in sordina ed ora voglia entrare nei versi che ti ha lasciato. Si dà il caso che parlai con qualcuno pochi giorni fa, che mi lasciò parole che conserverò e rileggerò. In fondo nonostante le cose si siano sempre sapute, qundo arriva qualcuno che te le dice nel modo più bello, sei pronto a riscoprirle come se fossero nuove. Potrei stralciare diversi passi della conversazione che ho avuto con quella persona, ma cito solo questo, proprio per iniziare a dire che cosa ci vedo io medesima nei testi che proponi.


    *sai
    *ho sempre ritenuto la poesia priva di possibilità di possesso
    *credo da sempre che la poesia divenga tale solo nella voce che all'interno di ognuno di noi legge
    *non sarà mai di un autore



    Partendo da questo presupposto ti dirò come sento mia questa poesia.

    Mi richiama alla mente una frase di mia madre (che in genere chiamo maman):

    "Di lui non si seppe più nulla"


    ecco ora un po' di suspance. sono costretta a continuare dopo, perché preferisco portarmi avanti con un lavoro in casa. ci sono partenze in vista.

    torno non appena mi metto tranquilla


    (brac)
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    La Muta
    Post: 9
    02/10/2009 11:34
    Re:
    filodiseta--, 02/10/2009 7.24:

    Confesso che la curiosità di sapere dei tuoi personaggi, non mi aveva ancora fatta ancora concentrare sulla lettura e il contenuto delle poesie. Facciamo allora che io abbia conosciuto la storia di Kate, in sordina ed ora voglia entrare nei versi che ti ha lasciato. Si dà il caso che parlai con qualcuno pochi giorni fa, che mi lasciò parole che conserverò e rileggerò. In fondo nonostante le cose si siano sempre sapute, qundo arriva qualcuno che te le dice nel modo più bello, sei pronto a riscoprirle come se fossero nuove. Potrei stralciare diversi passi della conversazione che ho avuto con quella persona, ma cito solo questo, proprio per iniziare a dire che cosa ci vedo io medesima nei testi che proponi.


    *sai
    *ho sempre ritenuto la poesia priva di possibilità di possesso
    *credo da sempre che la poesia divenga tale solo nella voce che all'interno di ognuno di noi legge
    *non sarà mai di un autore



    Partendo da questo presupposto ti dirò come sento mia questa poesia.

    Mi richiama alla mente una frase di mia madre (che in genere chiamo maman):

    "Di lui non si seppe più nulla"


    ecco ora un po' di suspance. sono costretta a continuare dopo, perché preferisco portarmi avanti con un lavoro in casa. ci sono partenze in vista.

    torno non appena mi metto tranquilla


    (brac)



    ecco ! E' proprio così ! Come in un sottotitolo di un mio blog...Dai ! Dai che luccica!!!

    come dare lucentezza al metallo ripassando la mano, l'attenzione.
    Così si dà vita e si sottrae peso archivistico alle parole. La memoria è viva se il presente e le parole che lo compongono vengono vissute, fatte proprie, liberate.

    Grazie Filo, è molto bello tutto questo.



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    filodiseta--
    Post: 685
    07/10/2009 17:37
    esito
    a proseguire con la mia lettura, perché vorrei avere più tempo, ma ancora di più un momento di solitudine, di concentrazione per dire al meglio le cose. comunque mi riporta alla mente un episodio che riguarda la guerra, in particolare un giovane che parte per la guerra destinato a varcare in marcia, un confine senza biglietto di ritorno. per il quale non erano i nemici a vincere o a mietere il maggior numero di vittime, ma il clima, la neve, il gelo. Sapevo cosa portava nella sua valigia e cosa indossava. biancheria preparata con cura da una cugina, unica parente che gli rimaneva. E un pastrano addosso non idoneo a proteggerlo dalle temperature tanto basse che lo attendevano. Come di tanti, nemmeno di lui si seppero più notizie. Il confine lo aveva inghiottito. Si cercò di sapere, ma non vi furono risposte. Da quel reticolo non usci più lui, né notizie di lui.

    Ed ecco come le parole cadono, quasi che io stessa ne diventi autore


    daniela
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    La Muta
    Post: 12
    07/10/2009 18:35
    Re: esito
    filodiseta--, 07/10/2009 17.37:

    a proseguire con la mia lettura, perché vorrei avere più tempo, ma ancora di più un momento di solitudine, di concentrazione per dire al meglio le cose. comunque mi riporta alla mente un episodio che riguarda la guerra, in particolare un giovane che parte per la guerra destinato a varcare in marcia, un confine senza biglietto di ritorno. per il quale non erano i nemici a vincere o a mietere il maggior numero di vittime, ma il clima, la neve, il gelo. Sapevo cosa portava nella sua valigia e cosa indossava. biancheria preparata con cura da una cugina, unica parente che gli rimaneva. E un pastrano addosso non idoneo a proteggerlo dalle temperature tanto basse che lo attendevano. Come di tanti, nemmeno di lui si seppero più notizie. Il confine lo aveva inghiottito. Si cercò di sapere, ma non vi furono risposte. Da quel reticolo non usci più lui, né notizie di lui.

    Ed ecco come le parole cadono, quasi che io stessa ne diventi autore


    daniela



    ecco come le parole cadono
    accadono.

    molto bella questa amplificazione (ho letto jung e me ne vanto... [SM=g7760] ). C'è solo un'inesattezza nel tuo scritto...il punto finale...
    Devo dire che l'impianto di questa di Kate è particolarmente intimista. E' come la voce dell'amore o della paura che echeggia dentro il personaggio protagonista. Ecco che allora le tue parole rendono ancora più ricco uno scenario interno. Il punto in questi casi, il punto conclusivo, credo non esista, se non quando uno scritto si esaurisce, quando le parole smettono di cadere.

    grazie Filo per la "propensione ai limiti", a superarli.

    [SM=g27988]


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    filodiseta--
    Post: 687
    08/10/2009 09:25
    La Muta, 07/10/2009 18.35:



    ecco come le parole cadono
    accadono.

    molto bella questa amplificazione (ho letto jung e me ne vanto... [SM=g7760] ). C'è solo un'inesattezza nel tuo scritto...il punto finale...
    Devo dire che l'impianto di questa di Kate è particolarmente intimista. E' come la voce dell'amore o della paura che echeggia dentro il personaggio protagonista. Ecco che allora le tue parole rendono ancora più ricco uno scenario interno. Il punto in questi casi, il punto conclusivo, credo non esista, se non quando uno scritto si esaurisce, quando le parole smettono di cadere.

    grazie Filo per la "propensione ai limiti", a superarli.

    [SM=g27988]






    il punto finale, sì un'inesattezza forse commessa per ricongiungermi alle parole di maman: "Di lui non si seppe più nulla" dalle quali parte il mio ricordo e il mio stato d'animo leggendo le parole di Kate. Il suo scritto non smette no di cadere. il punto finale c'è stato nella mia storia in sè, con il buio totale attorno a questa persona. ma non nella parte intimistica che accompagna l'evento che i versi di Kate stanno facendo rivivere.


    sta tutto in una casa che ho conosciuto da bambina, in quella valigia che fu preparata là anni prima. posso immaginare dove. forse sul divanetto che dava le spalle a una finestra, o sul tavolo, accanto all'armadio, vicino a dove si poteva tirare fuori la biancheria fresca di bucato, i calzini ben rammendati, rinforzati nelle punte e nei talloni. chissà perché l'immagine di questa valigia l'associo ai calzini. forse perché ci ho sempre visto dentro l'amore della cugina, a lavarli, rammendarli, arrotolarli, a deporli per primi, in fila ... come se avesse voluto affidare a quella cura, tutti i passi del cugino che partiva per il fronte. affinché se la ricordase ogni volta e sentisse il suo amore appresso, ovunque si fosse trovato

    ecco mi ha preso la mano e chissà dove andrei a finire. chissà dove mi accompagnerebbe Kate. già intravedo altre strade, ma andiamo lenti và, che abbiamo il tempo dalla nostra, almeno qui, almeno qui


    [SM=g27989]
    [Modificato da fil0diseta 12/10/2009 15:16]
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    La Muta
    Post: 20
    13/10/2009 15:11
    Re:
    filodiseta--, 08/10/2009 9.25:




    il punto finale, sì un'inesattezza forse commessa per ricongiungermi alle parole di maman: "Di lui non si seppe più nulla" dalle quali parte il mio ricordo e il mio stato d'animo leggendo le parole di Kate. Il suo scritto non smette no di cadere. il punto finale c'è stato nella mia storia in sè, con il buio totale attorno a questa persona. ma non nella parte intimistica che accompagna l'evento che i versi di Kate stanno facendo rivivere.


    sta tutto in una casa che ho conosciuto da bambina, in quella valigia che fu preparata là anni prima. posso immaginare dove. forse sul divanetto che dava le spalle a una finestra, o sul tavolo, accanto all'armadio, vicino a dove si poteva tirare fuori la biancheria fresca di bucato, i calzini ben rammendati, rinforzati nelle punte e nei talloni. chissà perché l'immagine di questa valigia l'associo ai calzini. forse perché ci ho sempre visto dentro l'amore della cugina, a lavarli, rammendarli, arrotolarli, a deporli per primi, in fila ... come se avesse voluto affidare a quella cura, tutti i passi del cugino che partiva per il fronte. affinché se la ricordase ogni volta e sentisse il suo amore appresso, ovunque si fosse trovato

    ecco mi ha preso la mano e chissà dove andrei a finire. chissà dove mi accompagnerebbe Kate. già intravedo altre strade, ma andiamo lenti và, che abbiamo il tempo dalla nostra, almeno qui, almeno qui


    [SM=g27989]





    a breve filo riporterò qui la risposta de La Muta a questa di Kate. Quello forse sarà il punto conclusivo. A livello temporale di certo lo è, considerando l'arresto ormai credo definitivo delle sue parole dopo tale risposta.
    Chissà?
    Magari starà a questo nostro dialogo permetterne il rifluire.

    Grazie.