Sora Cesira, in quel di Capracotta,
è femmina di tenue costumanza,
per carità non è certo mignotta,
però eccelle per esuberanza
poi l’omo suo, un certo Gambarotta,
non ha la benché minima eleganza
e, profumato come ‘na caciotta
de l’hostaria millanta padronanza
quando li vedo assieme, ve lo giuro,
non può esserci coppia più curiosa
lui sempre arcigno con il muso duro
lei spumeggiante, viva e assai graziosa
fu l’altra sera verso le diciotto,
sul corso principale del paese,
che nel vederla, un baldo giovanotto,
alle sue curve energico s’accese
e con ardire e tono assai deciso
rivolse alla signora un complimento;
guardandole il di dietro col sorriso
disse: “c’avete ‘n culo da spavento”
non fece in tempo il giovane imprudente
a terminar la frase che un cazzotto
gli procurò il tintinnio di un dente,
un labbro sanguinante e il naso rotto
il Gambarotta un po’ troppo zelante
furente come un bue gli diede addosso
e con il vino come carburante
gliene gridava in faccia a più non posso
“a disgraziato, come te permetti,
de di’ ste cose alla signora mia
de fa er galletto subito la smetti
o te gonfio de carci pe’ la via”
La gente accorsa fece capannello
ed arrivarono anche due gendarmi
avevano già estratto il manganello
pronti a passare tutti per le armi
Il povero marito era furente
e nun s’accorse che da dietro er mucchio
sora Cesira, donna impertinente,
al giovine già avea strizzato l’occhio.
[Modificato da anumamundi. 23/09/2009 18:07]