questa poesia ha la sua forza nel verso breve, perché è un precipizio, una caduta, un pozzo, un'eco che ci sbatte dentro. e tutto quello che sta dentro sembra sia anche nel corpo. il corpo che diventa pozzo a contenere ossa, suono e silenzi. e i pensieri che ci sbattono dentro, come gli echi e si feriscono, si lacerano, come la pelle durante la caduta. un grande riferimento storico in questo dolore/rumore/eco che entra e che esce, che dondola, che screpola e rimbalza. credo che Kate abbia voluto scrivere uno scenario della memoria attraverso parole di chi laggiù è rimasto. preferisco non definire lo sfondo storico che ci leggo molto chiaro. vediamo se qualcun altro ha la mia stessa percezione...
[Modificato da filodiseta-- 13/10/2009 07:56]
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Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world