19/06/2020 15:51

Ecco, se dovessi azzardare un'ipotesi, direi che quel seguire il

doppiaggio dà l'idea di uno straniamento; le voci diventano suoni

mentre la mente è altrove, la mente non vuole capire e il

significato è viscido, sfuggente e minaccioso. Per questo motivo

uno (una) pensa al doppiaggio, un po' come faccio io quando un film

giallo diventa terrificante, la fanciulla nella doccia sta per

essere accoltellata, allora penso al set in cui si recita la scena

del film, penso alla cinepresa e alla poltroncina del regista.

Fin qui, la prima strofa, che dà il senso di qualcosa che incombe.

Poi nella seconda strofa sembra quasi tornare un po' di lucidità,

eppure permane l'indefinitezza, e quindi pensare ad una data (un

appuntamento) potrebbe significare ritrovare il controllo della

situazione o almeno ritornare a pensare al futuro.

Ma la poesia si interrompe, con l'interrogativo su cosa significhi

tutto questo.

"L'urlo" di Munch secondo me esprime qualcosa di analogo.



[Modificato da Falkenna 19/06/2020 15:56]