20/06/2020 16:32

Ahimè, rimembro ancora il mio ardire
di versi amorosi il tutto condire
d'insistere su luna, mare e stelle
per esser la migliore tra le ancelle

gaudio mi fu di bocche aperte e arse
ritmo solenne sulle trecce sparse
la tronca accoltellata sugli accenti
nessuno stava al gioco parimenti

piena di me e fiera del linguaggio
persino son salita di lignaggio
a suon di accenti qua e di accenti là
io fui campionessa all'eredità

mi profumavo di un odore strano
mentre tornavo col mio premio in mano
regina con gli allori e la corona
sempre di più puzzavo di buffona

in guisa d'animale da cortile
meglio tornare all'opra femminile
intenta solo a quelle poche carte
e di nascosto scriver la mia arte

all'uopo troverei una carta fina
le piume di una stupida gallina
la parete soffiata di una bolla
o i veli che riveston la cipolla

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"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)