00 06/07/2020 14:09


Sedevo tra i rami freddi su un albero.

Ero senza vestiti, soffiava vento.

Tu eri lì sotto, con un cappotto pesante,

il cappotto che hai adesso.

E quando l’apristi, scoprendoti il petto,

tarme bianche presero il volo, e ciò che dicesti

in quel momento cadde a terra in silenzio,

la terra ai tuoi piedi.

La neve scendeva dalle nuvole fin nelle mie orecchie.

Le tarme del tuo cappotto volarono nella neve.

E il vento, sotto le mie braccia, sotto il mento,

piangeva come un bambino.

Non saprò mai perché

le nostre vite volsero al peggio, e neanche tu.

le nubi mi affondarono nelle braccia e le braccia

si sollevarono. si sollevano ora.

Oscillo nell’aria bianca invernale

e lo strido dello storno mi si stende sulla pelle.

Un campo di felci mi copre gli occhiali: li pulisco

per poterli vedere.

Mi giro e le foglie mutano colore con me.

Le cose non sono solo se stesse in questa luce.

Tu chiudi gli occhi e il cappotto

ti cade dalle spalle,

l’albero si ritrae come una mano,

il vento si adatta al mio respiro, ma nulla è certo.

La poesia che mi ha rubato queste parole dalla bocca

potrebbe non essere questa poesia.


[Modificato da Falkenna 06/07/2020 14:09]