Ciao ragazze, sempre bello questo laboratorio.
Baci di inizio di anno e auguri belli a voi tutte/i.
Sulla poesia:
condivido appieno le sensazioni di Daniela.
C'è comunque del bello, ma ho un senso di aggrovigliamento
che forse mi fa non ben capire tutto l'intento; sento qua e là il tessuto lessicale un po' d'impaccio alla musicalità.
Forse qua e là fraintendendo, mettendoci forse un po' di mio nel senso di libera interpretazione, io la vedrei all'incirca così:
E' stato sulla casa rasa al suolo
che ne ho scritto
dal primo suppellettile in cucina
all'ultimo lenzuolo fatto a pezzi
tutto torna in forma di parola
adesso che i muri sono sgretolati
che vive altro sopra quella terra
e nulla intorno porta più il mio nome
mi chiedo se poi sia questo il segreto
dell'anticamera aperta sull'attesa
per dosare il cinismo necessario
alla poesia:
aspettare che si spenga il fuoco
la smania mai sopita
che fa di ogni notte
un foglio da riempire, del ricordo
enigma da svelare
con la pazienza del calligrafo
la crudeltà del cecchino, scrivere
il fianco più tenero, del fianco la ferita
per riappropriarsi poi del vento buono
per costruire sulla riva erosa
il senso del perdono
Vediamo però se anche qualcun altro ci mette lo zampino
poeticamente parlando, eh!
Ciao carissime.
[Modificato da Versolibero 26/01/2018 15:07]
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)