Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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A. Sarvento

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2018 21:58
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20/03/2018 21:58
 
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Piangi

Io e te cadiamo nell'abisso
Vorrei poter emergere con te
Tu non potrai risalire con me
Sei destinata a cadere giuù

Ti rimpiango, sguardo fisso;
Non riesco a capacitarmi del perchè
Tu non potrai risalire con me
Sei destinata a cadere.

Dai miei occhi nascesti
Maestitia è madre tua,
Sul mio palmo ti asciugasti.



Indietro, oggi come ieri


Ripercorsi le mie orme per cercarti
Perchè da quando ti ebbi vista
La mia mente non si è ancor pacata

Ostinato dalla voglia di guardarti
Negli occhi che occhi non sono
La mia anima riesce a specchiarsi
Nel sorriso tuo, a spogliarsi

Ora il cielo è sereno, quasi malinconico.
Non rivela ciò che realmente accade
In me, da quando lo specchio s'è rotto
E i tuoi occhi chiusi, mi fanno riflettere



Le tue Ultime Parole

Le tue Ultime Parole,
Pane di Incertezza
Fredde anche al sole

Parvenza di tristezza
Le tue Ultime Parole
In piena di amarezza

Rammenti che ti abbandonai
Ero solo un germoglio
Mai crebbi e mai maturai

Le tue Ultime Parole
Ascoltai Mai.



Su, I miei Passi

Indietro, non otei tornare ancora
Trepidavo come una foglia in volo
Paura tu bussasti alla buonora
Per la via mai mi lasciasti solo

Confuso, ciò che fui e meglio ricordo
Quanti passi stretti misi alla sartia
Avvizzii, mi sentivo ormai sull'orlo
Immoto quasi tramutavo in marcia

Piovve, aria. Immane tenue grigio sole
Tienimi nel vento, ti imploro Iddio
Sotto le mie anche ancor più terrore
Di quel che mai, gustai io

Lentamente la quiete riapparve
Il tramonto, affusolato barlume
Abbagliante buio, eleganza stante
Io, il mondo, la fune.



Pensiero, vecchio amico

Un amico, così matto, mai aspettato mi sarei
Io son morto, lui lo stesso, anche se respira ancora
Ho accettato la sconfitta, la vittoria è andata persa
Meglio non provar da solo, di sicuro perderei;

Io son nato, lui lo stesso ma è già arrivata la sua ora
Può viaggiar così lontano, si ma dentro la mia testa
Tu che pensi abbia mentito, forse ci ripenserei
Ma nessun altro, apparte te, nei miei errori mi rincuora

Illuminasti il mio tragitto nei periodi tragici e bui
Adesso che c'è troppa luce non riesco più a dormire
Prima eri tanto diverso, sei cambiato non sei tu
Perchè venni poi influenzato dagli amici vivi altrui

Tu che pensi, non rifletti, il mio essere e apparire
Mi appartieni ma ormai non ti riconosco più
Rimarrai qui al mio fianco, fino al momento in cui
Io sarò morto, tu lo stesso, ma potrai ancora agire.



Prima di Me

Ciò da cui derivo
Sono io stesso
Mio Padre,
Mia Madre.

Su carta, bianca, scrivo
Il loro testo.
Mio Padre,
Mia Madre.

Un tutt'uno legno
Saldato al terreno
Macchiato di lutto

Con tutto l'impegno
Rimango sereno
Sono il loro frutto



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