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03/03/2020 13:10 | |
| Orizzonte degli eventi |
Compressione di materia
instabile, ripiego la luce
mi avviluppo in me stesso
attiro tutto al mio centro
Comete ghiacciate,
geometrie impossibili
spazi infiniti, schiacciati
nel mio buio pesante.
Anche le stelle hanno
un pozzo profondo.
Anche le stelle ne fuggono
e lontane esplodono
Così tu bruci distante
e nella supernova tutto
accarezzi col fuoco,
col tuo corpo celeste
Così ti consumi in fiamme
varcando nuda i tuoi limiti.
Del tuo massimo splendore
la luce mi arriverà tardi.
Cosí ti attenderò invano
sperandoti intera ancora
e ancora per ere mentre
la vita mi ruota attorno
incessante.
Ma se mai ti ricordassi di me
mentre danzi coi soli
se mai col cuore tornassi
all'orizzonte degli eventi
Anche solo un secondo
Anche solo per sbaglio
Allora ti prego, cercami
guardandoti indietro
Nel punto più vuoto del cielo |
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26/03/2020 12:24 | |
Una bella lettura; vediamo la prossima.
Ciao
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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF) |
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02/07/2020 07:50 | |
sì, un autore che ci terrei a rileggere anch'io
il buio della notte visto dal basso mi prende sempre il respiro. quando guardo le stelle, scema il mio equilibrio terreno e mi sento inghiottire dal firmamento. e devo avere un appiglio per non essere risucchiata. in passato ci avevo anche costruito delle filosofie cosmiche su questa sensazione "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac) |
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02/07/2020 15:33 | |
Non posso sapere a cosa pensasse l'autore quando ha scritto questa
poesia, ma so che a me risveglia quelle che sono state le mie
elucubrazioni nel periodo critico della pandemia: oltre le
sofferenze umane rimaneva immutabile l'abisso dei cieli.
Mi dava un senso di immensità e perfino di indistruttibilità
pensare che oltre la terra giravano gli infiniti, e che l'infinito
più infinito di tutti, il tempo, avrebbe dimenticato l'esistenza
degli esseri umani e che le costellazioni avrebbero continuato a
danzare nel silenzio senza confini.
No, non mi sentivo risucchiata ma disincarnata, libera, senza più
drammi, come se fossi diventata un atomo nel vento siderale.
Poi magari l'autore di questa poesia pensava a tutt'altro, ma a
me ha fatto ricordare queste fantasie.
E in ogni caso è stato un bel leggere
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