sempre assaggi di una scrittura che non so ancora dove andrà a parare LOL
morsi d'erba e di risaie
*
gli occhi fittissimi ai vuoti di cuore
di fegato, la bocca sempre più chiusa
sulla punta delle forbici
la parentela, germe di una piramide
interrotta alla gola
vena che ingigantisce la carotide
di quella rabbia che non finge
morsi d'erba allo scoperto
*
il Cavour fu un ricordo più tardo
che gonfiava la terra alle risaie
il liberare dell’acqua
faceva piccoli orli ai campi
col gracidare le rane folto come
il buio e i suoi rapimenti
*
e chi cacciava volti di madonne
scempio d'altrettanto scempio
lame di badile, al corpo gesso
riverso a benedire i pellegrini
dalle spigolature, i segni sulla pelle
*
i piedi a tagliare le nuvole
a gonfiare la gonna
il vento o filastrocca
di bambina col vestito arancio
a vita bassa, quando una mano
iniqua le toccava il seno
*
nella Pasqua che fu delle reti
lessi la mia fiaba per le rondini cadute
gli orientamenti sacri, i nidi
l’amore, sempre più d’uno
della messa, dei gatti, dei rumori
*
non è una caccia tutto il rumore sottopelle
la vita che si appende a un'iride barocca
che parla come la storia del mondo
un'adorazione più grande che fiuta la morte
al capezzale acerbo, la mano trema appena
cade, perla alla gola il pelo bianco
[Modificato da fil0diseta 18/05/2012 22:04]
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)