L'Aforisma

E quell'effimero sapore
di sconosciuto piacere
che ha solamente sfiorato
la tua bocca ed il tuo cuore

E la paura di lasciare
malinconia e dolore
senza partire per un viaggio
che ti portasse altrove

E i desideri nascosti
dietro una maschera bianca
la gioia incondizionata
ti annoia e ti stanca

E quell'immagine lontana
di fata idealizzata
come gli sbagli di una vita
mai realizzata

E le rinunce per timore
di perdere tutto
poi la speranza inquinata
da un incolmabile lutto

E le tracce dei ricordi
dei tuoi "se fosse stato"
anni buttati davanti
ad un tramonto malato

E quella voce che cantava
in una notte d'inverno
la nostalgia di ciò
che sembrava essere eterno

E quand'ormai già tardi
vorresti diventare
colui che non sei mai stato
troppo insicuro per osare

E poi quell'aforisma
la paura di ferirsi
"attento a ciò che sogni
potrebbe avverarsi"

Buona sera Elfo,pervasa di malinconia questa tua, più che di malinconia di...resa,che trovo più spesso nella poesia "giovane" che in quella più adulta, un pò come il giovane werther. Si, punte di romanticismo, quello più cupo. E' voluta la rima a volte seguita, a volte tralasciata? Quasi uno spezzare il ritmo, come se al poeta non importasse nemmeno delle parole...

Devo ringraziarti per come mi riconosco nella tua poesia, in un genere che in fondo è lontano dal mio, ma mi emoziona in ogni sua sfumatura, perché credo possa rappresentare con chiarezza gli stati d'animo contenuti nella maggior parte dei miei testi... e senz'altro per certi lettori, di più facile percezione.


E quand'ormai già tardi
vorresti diventare
colui che non sei mai stato
troppo isnicuro per osare

(oltre a ricordarmi tanto una persona che spesso mi ripete di non avere il coraggio di osare, questa quartina porta un refuso, che entro a correggere)