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Il muro del pianto

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2016 14:18
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03/05/2014 12:44
 
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-2014-

datemi un muro bianco
vasto più della mia fronte
unica pietra irregolare
ad emulare un po' di rosso
nel primo atto del dolore
ed io incapace di un lamento
aggiusto lacrime alle gote
in ossessione verticale
di un esordio chiamo padre
un perfetto sconosciuto
se di spalle ripudia e annaspa
il proprio figlio

“vai e presta fiori all'universo
e non cercarmi ancora
profumerai d'inutile”


sal@

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03/05/2014 15:16
 
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Molto coinvolgente e tema forte del rapporto con un Padre d'universo a fiori, quell'ultima frase e' bellissima.
Nel testo sento qualcosa di stonato ma non so ancora cosa ci penso.
attento a metterla di la' sai come sono no con questi argomenti.

Ciao Pino [SM=x2823269]




“vai e presta fiori all'universo
e non cercarmi ancora
profumerai d'inutile”
[Modificato da garofano a. 03/05/2014 15:18]
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03/05/2014 15:24
 
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Grazie Pino! Si, prova a focalizzare questa stonatura che io non avverto ancora, mi sembrava incompleta solo la chiusa.
Mmmm l'ho già messa di là ma non dovrebbe essere un argomento scottante, mi riferisco al primo padre dell'ebraismo, di come possa mai concepirsi figlio, è solo una ricerca personale, nessun'altra interpretazione credo sia possibile. Anzi la chiusa di primo getto era:

“vai e presta fiori all'universo
e non cercarmi ancora
profumerai d'inutile
com'è solita una sgualdrina"


[SM=x2823269]

[Modificato da ggiacinto 03/05/2014 15:29]
sal@

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03/05/2014 15:35
 
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Vero con quel muro non dovrebbero esserci contorcimenti di nessuno, sulla chiusa penserei:



“vai e presta fiori all'universo
e non cercarmi ancora
profumerai d'inutile
com'e' solito l'orgoglio”

Ciao
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03/05/2014 20:17
 
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Re:
ggiacinto, 03/05/2014 12:44:




vai e presta fiori all'universo
e non cercarmi ancora
- profumerai d'inutile






ero entrata prima per dirti qualcosa su questi versi, poi non sono riuscita a mettere a fuoco che cosa. che cosa mi pareva mancasse... poi ho letto su fb l'inciso e mi ha dato invece un senso di completezza. forse per la giusta intonazione che ho dato alla lettura. non nascondo però che vedrei una punteggiatura a fine verso. a volte, mi serve, anche se la regola mi dice di non usarla. in questo caso, dopo ancora, non la vedrei male... oppure ricorrere al trattino, togliendo le virgolette, che già l'inciso è evidenziato dal corsivo....

ma che pigni!!! [SM=g8120]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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03/05/2014 20:40
 
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Grazie Fabella, il trattino risolve la chiusa senza bisogno di aggiungere altro su orgoglio o sgualdrine, cambia ritmo si ferma e chiude.

[SM=x2823269]

sal@

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17/05/2014 12:11
 
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Io personalmente sono contrario ad ogni tipo di punteggiatura in poesia.
Ma è questione personalissima, appunto.
Nella poesia contemporanea l'unica "regola", credo e come ho letto anche da altra parte, è un certo "equilibrio musico-strutturale".
Esso dipende molto anche da come ogni singolo lettore scandisce la sua lettura individuale, certamente.
Il poeta a volte può risultare restio nel facilitare esso stesso tale compito.
Nel senso che può capitare che egli segua il "suo" suono nella concatenazione continua dei versi, senza alcun appiglio "formale". Semplicemente perché lui, in quanto autore, riesce a padroneggiarne perfettamente l'insieme, una volta compiuta l'opera, già dall'inizio.
Diverso approccio, invece, necessariamente per il lettore, specie alla prima volta.
Ad ogni modo, secondo me, se proprio si vuole dare un senso di punteggiatura o di attesa, può ricorrersi al distacco visivo sul foglio, così:

“vai e presta fiori all'universo
e non cercarmi ancora

profumerai d'inutile”.

Bella poesia, comunque.
Piaciuta davvero.
[SM=g8335]
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17/05/2014 12:17
 
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Grazie Valerio, anch'io sono contrario alla punteggiatura, lì dove è possibile evitarla, la tua è un'ottima variante per la chiusa.

[SM=g8335]

[Modificato da ggiacinto 17/05/2014 12:17]
sal@

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17/02/2016 06:30
 
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Ho letto la poesia che mi è piaciuta e ho letto i commenti, tra i quali riporto quello di notturnop09:

notturnoop09:

Io personalmente sono contrario ad ogni tipo di punteggiatura in poesia.
Ma è questione personalissima, appunto.
Nella poesia contemporanea l'unica "regola", credo e come ho letto anche da altra parte, è un certo "equilibrio musico-strutturale".
Esso dipende molto anche da come ogni singolo lettore scandisce la sua lettura individuale, certamente.
Il poeta a volte può risultare restio nel facilitare esso stesso tale compito.
Nel senso che può capitare che egli segua il "suo" suono nella concatenazione continua dei versi, senza alcun appiglio "formale". Semplicemente perché lui, in quanto autore, riesce a padroneggiarne perfettamente l'insieme, una volta compiuta l'opera, già dall'inizio.
Diverso approccio, invece, necessariamente per il lettore, specie alla prima volta.
Ad ogni modo, secondo me, se proprio si vuole dare un senso di punteggiatura o di attesa, può ricorrersi al distacco visivo sul foglio



io voglio dire che invidio chi riesce a scrivere senza usare alcun tipo di punteggiatura, spesso ci provo anch'io, ma poi a una seconda lettura sento il bisogno di aggiungere virgole che non solo scandiscono il ritmo ma favoriscono la chiarezza.
Sono d'accordo con notturnop09 per quanto riguarda gli spazi che possono sostituire a volte la punteggiatura, ma personalmente uso mettere gli spazi al posto di un punto o di un punto e virgola, tatlvolta anche al posto di una virgola ma, se il testo è scandita da molte virgole interne o esterne al verso, non si può ogni volta mettere uno spazio bianco che stia al posto di una virgola: ne verrebbe fuori un testo troppo sfilacciato.
Bisogna tener conto però del lettore che non vuole perdere troppo tempo (che a volte non ha) per districarsi in un testo dove i periodi, le frasi, gli incisi, i due punti non sono segnalati; in questo caso il rischio di alterare la comprensione del testo è altissima, perché sappiamo bene che l'uso di una virgola e la sua posizione all'interno di una frase può cambiare completamente il significato.
Io trovo che l'inghippo sia nella parte che evidenzio:


datemi un muro bianco
vasto più della mia fronte
unica pietra irregolare
ad emulare un po' di rosso
nel primo atto del dolore
ed io incapace di un lamento
aggiusto lacrime alle gote
in ossessione verticale
di un esordio chiamo padre
un perfetto sconosciuto


noi in poesia scriviamo dei versi che non solo scandiscono il verso, ma porgono al lettore anche il senso unitario del verso stesso, ma giuro che non ho trovato un senso unitario nel verso:
di un esordio chiamo padre
che mi sono chiesta: ma che significa?
A una seconda lettura mi sono chiesta: forse vorrà dire:

ed io incapace di un lamento
aggiusto lacrime alle gote
in ossessione verticale
di un esordio
| chiamo padre
un perfetto sconosciuto


Ho usato diversi colori per isolare gli incisi e per distinguere una frase dall'altra; mi sembra che "esordio" nulla abbia a che fare con "chiamo padre": luna parola chiude un significato autonomo, le due parole successive aprono una nuova frase, quindi la virgola, in quel verso, per me è indispensabile a favorire la comprensione; altrimenti il lettore frettoloso legge una volta, non capisce e passa via.
Nel caso non si voglia usare la virgola (e non nego che un testo senza punteggiatura risulti più limpido visivamente parlando), allora avrei diviso diversamente i versi, andando a capo dopo "esordio".

Per il resto:

se di spalle ripudia e annaspa
il proprio figlio

mi perplime quell'"annaspa il proprio figlio";
non sarebbe bastato:

"se di spalle ripudia
il proprio figlio" ?


Per la chiusa, adotterei il suggerimento di notturnop09.

Mi piacerebbe poi commentare il contuenuto, ma dopo una eventuale revisione del testo per risolvere queste seppur piccole criticità, che potrebbe fugare i miei dubbi.

Comunque la poesia è toccante, emotivamente colpisce eccome.

Ciao.


[Modificato da Versolibero 17/02/2016 06:35]


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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18/02/2016 14:18
 
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Si Versolibero, questo è un testo che ho già riscritto, riportando la punteggiatura necessaria. Grazie anche ai suggerimenti di notturnoop09. Sui contenuti ci sarebbe davvero tanto da dire.
Grazie e a presto!

[SM=x2823269]

sal@

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