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Questo mondo, tutto il mondo mi attraversa

Ultimo Aggiornamento: 24/11/2015 13:02
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24/11/2015 13:02
 
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un'aggiunta al dibattito:



@ Cripaf: Gli stati di diritto,le nostre libertà, le conquiste di civiltà, come la parità uomo donna nessuno le ha regalate. Ci sono voluti secoli di lotte e molte rivoluzioni per sottrarle alle forze che anche in occidente operavano per l'oscurantismo.

@ Annamaria: (...)non le darei per scontate. Non vedo una grande differenza tra noi e loro in questo, se non nelle modalità del sopruso. più scoperto e diretto il loro, più subdolo e nascosto il nostro. (...) D'accordo, da loro le donne le lapidano ma da noi le stuprano ripetutamente come è avvenuto nella sentenza di luglio che porto all'attenzione quando in sei sono stati assolti dall'accusa di stupro, pur avendo ammesso il fatto, perché la ragazza aveva una condotta di vita "deprecabile" Perciò si, è vero, noi siamo protette dallo stato, ma solo se facciamo le brave e rispondiamo ai canoni di una società che ci vuole irreprensibili, altrimenti stuprabili

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Mi inserisco anch'io nel vostro dibattito (che poi a questo anche serve la poesia, a un confronto su temi cosiddetti civili sviscerandone gli aspetti da varie angolature).

Anche se, per come vi siete espressi, sembrate essere in antitesi, io credo che in fondo in fondo non siate così lontani: state solo vedendo le cose da due angolature diverse.
Infatti, la stessa condizione della donna nella società odierna odierna nel nostro tessuto sociale può essere ritenuta evoluta se rapportata a quelle che erano le condizioni della donna sotto il regime del Fascismo, mentre invece, se riferita ai fatti di cronaca denunciati da Annamaria, non possiamo non angustiarci per tutte le volte in cui il potere di emettere sentenze da parte di magistrati uomini ha dimostrato di essere tuttora “discriminante” verso la donna e di essere espressione di un retaggio di maschilismo ancora duro a morire. Un maschilismo figlio della cultura dell'ipocrisia e pronipote dei tempi in cui si voleva la donna vestita con gonnellone lunghe fino alle caviglie, poco importa che sotto non avessero le mutande, 'importante era l'apparenza tutta casa e chiesa. E dunque oggi, se la violentata di turno indossava la minigonna o era truccatissima o aveva un passato discutibile, questo, da parte di chi giudica è motivo di giustificazione allo stupro, come a dire: "se l'è voluta". Come se l'uomo fosse un animale incapace di reprimere i suoi istinti bestiali.
E quindi la nostra bella e cara civiltà occidentale ne ha, ancora, di battaglie ideologiche e sociali da combattere. Basti pensare al problema degli omicidi di genere e allo stalking: purtroppo, in molti casi, alla denuncia fatta dalle donne non seguono provvedimenti adeguati, vale a dire pene adeguate e tali da mettere la donna in sicurezza, ma anzi, la vittima continua ad essere esposta a uguale o maggior pericolo finché ci scappa il morto, anzi la morta (come abbiamo visto in più di un caso mesi fa).
Inoltre c'è da dire che nonostante l'emancipazione, lo studio, le capacità e la possibilità di incidere nel mondo socio-politico, ancora oggi a vari livelli si riservano alla donna, anche se competente nel suo campo, ruoli meno centrali. Certo, non sempre ovviamente è così, ma basti pensare in politica per esempio, dove si sussegue un Presidente della Repubblica all'altro, e mai che si sia vista una donna Presidentessa. Neanche a suo tempo Nilde Jotti. Ma tant'è.
E nell'àmbito della chiesa cattolica, invece? Avete mai visto una Papessa, una sacerdotessa? (non solo un'avvocatessa, una poetessa)? Ma grazie a Dio (arrgg... volevo dire grazie alle femministe-quelle- vere) la donna non DEVE più fare la calza, fare figli, soddisfare gli istinti dell'uomo, ma può anche diventare una scienziata, un premio Nobel (evviva!) o essere una casalinga stimata e rispettata perché prima di tutto è una persona.

Tornando a noi (cioè a voi):
Franco non sbaglia nel parlare di conquiste di civiltà, diritti, libertà, parità ecc., come Annamaria non sbaglia nel dire che tutto ciò non ce lo regala nessuno, e che le battaglie da fare non sono finite: non bisogna dimenticare infatti che tante conquiste che oggi sembrano la normalità, sono state raggiunte solo grazie alla determinazione di donne che si sono ribellate all'oscurantismo esercitato sia dalla Chiesa che ha contribuito non poco alla discriminazione nei confronti della donna (se non altro oggi papa Francesco incarna il simbolo di una svolta inimmaginabile cinquanta-sessanta anni fa o più) e sia della politica anti-femminista che lo Stato fascista ha esercitato. Stato e Chiesa ebbero a fare tutto il peggio possibile per impedire l'emancipazione femminile. Il becero slogan di Mussolini contro le donne non era forse "Obbedire, badare alla casa, mettere al mondo figli e portare le corna"? Allora la donna era considerata una fabbrica corporea per fare figli, (infatti di anticoncezionali neanche a parlarne).
Tutte cose per noi scontate, ma forse le ragazzine di oggi non sanno che l'emancipazione femminile da uno stato di sopraffazione e di impedimento all'autodeterminazione è storia piuttosto recente.

Al tempo stesso, oggi bisogna stare attenti ancora una volta al rischio di una "cultura dell'oggettivazione del corpo della donna" sia come modello di seduzione che come oggetto di consumo se non di mercificazione e strumento per arrivare ottenere visibilità e successo.
Ed è su questo rischio reale, che fa facile presa sulla mente della ragazzina aspirante al successo facile e all'esibizionismo, che genitori ed educatori dovrebbero intervenire; che dovrebbero incidere non tanto con parole e discorsi ma impersonando valori che caratterizzino la dignità della persona in quanto tale, e quindi educando alla ricchezza della propria interiorità come antidoto alla futilità e all'edonismo.
Ecco perché io credo, riagganciandomi alla denuncia di un dato di fatto da parte di Annamaria, che il problema vada arginato dall'interno e in modo capillare anche in questo senso.
E con ciò non ho fatto altro che ribadire il concetto espresso da Franco/Cripaf:
@ "Ci sono migliaia di modi di interagire in maniera sana con la società, prima di tutto come educatori".
D'altra parte la risposta di Annamaria è "preventiva" (non prevenuta), volta cioè "a prevenire che accada un'involuzione" affinché non ci si fermi agli obiettivi comuni nella propria famiglia o nell'ambiente che si frequenta, ma si continui a non allentare la guardia su ciò che avviene oltre di noi. Oltre di noi ma non così lontano, perché il rischio che anche i nostri figli (per chi ne ha) possano incorrere in qualcuno che li consideri “proprietà” a suo esclusivo uso e consumo, sfociando in violenza qualora il rapporto sentimentale dovesse finire, è reale, quindi bisogna farsi carico del problema anche se non ci tocca personalmente perché eticamente è giusto e necessario.

Comunque non mi sembra che Annamaria abbia voluto far passare il concetto che tutti gli uomini sono potenziali stupratori: a volte non lo si specifica perché è talmente scontato che non si intende fare una generalizzazione.
Quello che, invece, nell'intervento ultimo di Annamaria non ho capito, è questa parte:

@ "ed è anche pericoloso far passare il messaggio di un oscurantismo generale in medio oriente, conosco ragazze arabe liberissime e combattive che si danno da fare per la loro libertà, di queste gridiamone i nomi, non sempre portando avanti al cultura occidentale come la salvezza per il loro oscurantismo, perchè così non è"

A me sembra una contraddizione in termini, e ti domando: dove le hai conosciute queste ragazze, in Medio Oriente o qui in Italia? In cosa consiste la loro salvezza, forse nell'Islam? Queste ragazze che qui sono libere, lo sarebbero altrettanto se fossero rimaste nei loro Paesi d'origine?
Io ho sentito di ragazze che solo dopo essersi introdotte nel nostro mondo occidentale hanno conosciuto il sapore della libertà, e c'è chi ha abbandonato l'Islam solo dopo avuto la possibilità di avere una pietra di paragone per quanto riguarda la condizione della donna e anche dell'uomo in occidente a differenza che nel loro Paese. E se questo vuol dire integrazione, allora evviva l'integrazione! Ma se invece per integrazione s'intende che dobbiamo cambiare noi in base alla loro suscitabilità (come nel caso del crocifisso considerato un cadaverino che serve a spaventare i bambini musulmani) allora non ci sto. E se lo dico io da laica e agnostica, un pensierino su questi segnali di "integrazione all'incontrario" ce lo farei.

Buona giornata a tutti.
[SM=x2823269] [SM=g2829700]


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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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