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19/12/2015 09:59 | |
Festa latina
C’era cuba, il brasile, donne con le curve alte
uomini coi capelli bianchi, la voce che svuotava il sangue,
musica gialla come la senape, facce negre
che tagliavano le reni.
Ho comprato degli orecchini
azzurri come una finzione.
Ti stanno bene negli occhi, ha detto Simona.
Lei è rossa/una cerva/ bella oltre misura.
Gli uomini le salivano dal mento;
lei li lasciava entrare dalla bocca.
Ho indossato i miei orecchini.
Barbara mi ha schioccato un bacio. Un travestito
ha invitato Stefano a ballare. Ma lui aveva
paura di cedere alle sue mani aperte.
Indossava calze a rete, la gonna
appena sotto le natiche. Era bellissimo; più
vero di me, di Simona, più vero di Stefano,
dei nostri sogni che balbettavano
fra le gambe della lambada.
Coi capelli toccava il filo
delle luci. Prendi me, gli volevo dire
mentre il mio odore di fieno
mi inchiodava ancora e ancora al muro.
*
Anche questa è molto bella. Qui è la bellezza stessa a far da padrona. La muove una danza latina che si lascia sentire potentemente e trasporta i protagonisti. Non c’entra il sesso, il travestito non è che un’occasione per dimostrarne la potenza ed il fascino irresistibile. Anche qui ritrovo un senso di annichilimento del poeta di fronte a una forza irresistibile della natura.
Baudelaire avrebbe detto:
Maschera o messa in scena, salve! Bellezza io t’adoro! (I fiori del male, XCVIII)
E lei:
Era bellissimo…\ mentre il mio odore di fieno…
E tutto è vissuto e riassunto in quel:
prendi me, gli volevo dire
che arriva al lettore insieme al resto della poesia.
ciao franco
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