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quando alle tre di notte la periferia deserta

Ultimo Aggiornamento: 11/02/2016 15:30
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11/02/2016 15:30
 
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Quando alle tre di notte la periferia deserta.


Quando alle tre di notte la periferia deserta
vuota di echi, fanali blu-acetilene-interrotti,
l’aria di vetro liquido spazza le strade
mille serrande abbassate segnano le trincee

Tagli di vento sollevano carte perdute
brandelli smarriti inermi delle vite quotidiane
– i conigli hanno fatto le tane negli spartitraffico –
occhi dalle due parti … chi vincerà? la caccia è aperta!

Quando alle tre di notte nell’ansimare dei vicoli
la banlieue saccheggiata tace, sguardi nascosti come coltelli,
prende alla gola la mano del buio togliendo il respiro
– rumore di cuori affrettati di passi incerti –

Il viado, la calzamaglia stretta-traforata-strappata,
solo, in cerca di un nulla ancora da dimenticare,
nei cristalli degli androni fori di proiettili,
chiaroscuri di mani, ragnatele di vetro spezzato

Quando alle tre di notte l’aria si fa di ghiaccio
congelando fumi bassi acri di milioni di motori
congelando vite sospiri palpiti illusioni
nel barrio nel bronx negli slums nelle periferie

Da atrii bui salgono gli ansiti degli amori rubati
nel silenzio delle tre di notte respiri rapidi di cerniere aperte
fruscio laido oscuro di una camicia slacciata in fretta
un tacco aggrappato al muro, una gonna, alzata appena quanto basta

Quando alle tre di notte dietro l’angolo qualcuno aspetta
il viado, nelle sue calze a rete, occhieggia il destino in agguato
il trucco sfatto, il cuore in tumulto – ma ha lasciato la vita altrove –
il cuore freddo, di paura e d’oblio e di solitudine indifferente

Lo scuro mantello di una notte totale ridisegna il buio
non ha avuto una madre, il viado, solo una sorte matrigna
una collana di attimi appena vissuti e già dimenticati
perle nere, i suoi giorni, che si sfilano da un filo senza nodi

Quando alle tre di notte la lama brilla contro il nero
– luce sinistra d’acciaio in una luna polverosa –
il cuore del viado è freddo come la sua paura,
incespica nella sua vita lontana, sudore d’animale braccato

Una lama, nel frastuono informe delle illusioni perdute,
gelida come il suo cuore, che neppure la sente,
i momenti smarriti esplodono sulla terra dura
silenzi urbani sommersi dal furore di una vita zippata

Il cielo sopra Berlino è nero come dovunque
e l’aria ha il sapore carbonico della preda raggiunta
dolce il sangue che scorre da solo, tempo non fermato dalla memoria
dove persino il nulla delle tre di notte sa di speranza

Sale nel silenzio opaco, senza voce, l’ultimo diverso grido
l’ultimo pensiero, non lama che apre il petto ma unghia spezzata
Persino il nulla delle tre di notte è un nero miele, l’ultimo vero addio
l’ultima vera scelta, da afferrare e subito da abbandonare.
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ISBN: 978-84-943428-3-7
Dopo che hai imparato a seguire il fiume, precedilo
Chi getta semi al vento, farà fiorire il cielo!
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