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Madre d'inverno

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2016 10:01
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13/02/2016 13:33
 
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Voi conoscete le Madri di aprile
io, rimango stretto a questa
piangente
che appena mi vede, appena mi sfiora
non saprà mai ch’esisto

Ci sono preghiere che solo gli usci conoscono
Crisantemi che sbocciano dai sedili verdi

E’ nuovo il reparto a queste cose
e un figlio duole in un buco del costato

L’impatto ha lo scricchiolio di lama su ghiaccio
e la freddezza colpisce con palle di cannone
le bocche

Penetra il rumore di ruote col rancio di mezzogiorno
Sinistro, come marcia di Schubert, il suo odore.


fintipa2
[Modificato da cripaf 13/02/2016 13:38]
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23/02/2016 00:23
 
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Il titolo, Madre d'inverno, è bellissimo

Voi conoscete le Madri di aprile (cioè le madri luminose come l'aria e i prati al sole d'aprile, allegre come la primavera)
io, rimango stretto a questa
piangente
(cioè, resto vicino a questa madre d'inverno - stagione in cui fiori, foglie, colori sono spenti, morti)
che appena mi vede, appena mi sfiora
non saprà mai ch’esisto (qui che appena mi vede/non saprà mai mi sfasa un po', ma penso che quell'"appena" vada letto come "mi vede appena, mi sfiora appena", cioè a malfatica, senza accorgersi della tua presenza. Certo che così anteposto suona meglio che messo dopo, però va a discapito della chiarezza del senso, dovresti vedere di combinare le due cose).

Ci sono preghiere che solo gli usci conoscono
Crisantemi che sbocciano dai sedili verdi
(qui le preghiere e i crisantemi danno il senso di una tragedia, di una morte, però penso che il lettore faccia fatica a visualizzare il contesto in un nesso logico: di quali usci parli e di quali sedili? Per chi ignora la situazione, si potrebbe immaginare una adre che sta sull'uscio di casa ad aspettare suo figlio che è uscito un sabato sera e spera e prega non succeda nulla, oppure l'entrata in un ospedale, o in un pronto soccorso? Però quei crisantemi parlano di morte, allora le preghiere a chi sono rivolte? A un Essere che nell'aldilà si prenda cura dell'anima?)

E’ nuovo il reparto a queste cose
e un figlio duole in un buco del costato
(ecco, il contesto è un reparto - di ospedale? Oppure? E quel buco nel costato è il dolore della madre: lei che è stata Madre d'Aprile, fecondità di donna che ha tenuto il figlio in grembo, ora si sente squarciare il petto: segno che la tragedia si è compiuta...)


L’impatto ha lo scricchiolio di lama su ghiaccio (questo verso chiaramente conferma quanto si intuiva sopra...)
e la freddezza colpisce con palle di cannone
le bocche

Penetra il rumore di ruote col rancio di mezzogiorno

Sinistro, come marcia di Schubert, il suo odore. (La chiusa è un'emozione che lascia senza parole).


***
Non facile da mettere a fuoco i vari passaggi di quasta poesia per chi dovesse farne una rappresentazione scenica laddove dei particolari solo l'Autore è a conoscenza, però, anche se qualche punto è oscuro al lettore, il senso del dramma passa e prende alla gola.

A me qualche dettaglio è stato spiegato, ma ho voluto commentarla come se nulla sapessi.

Ciao.


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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26/02/2016 10:01
 
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Re:
Versolibero, 23/02/2016 00:23:

Il titolo, Madre d'inverno, è bellissimo

Voi conoscete le Madri di aprile (cioè le madri luminose come l'aria e i prati al sole d'aprile, allegre come la primavera)
io, rimango stretto a questa
piangente
(cioè, resto vicino a questa madre d'inverno - stagione in cui fiori, foglie, colori sono spenti, morti)
che appena mi vede, appena mi sfiora
non saprà mai ch’esisto (qui che appena mi vede/non saprà mai mi sfasa un po', ma penso che quell'"appena" vada letto come "mi vede appena, mi sfiora appena", cioè a malfatica, senza accorgersi della tua presenza. Certo che così anteposto suona meglio che messo dopo, però va a discapito della chiarezza del senso, dovresti vedere di combinare le due cose).

Ci sono preghiere che solo gli usci conoscono
Crisantemi che sbocciano dai sedili verdi
(qui le preghiere e i crisantemi danno il senso di una tragedia, di una morte, però penso che il lettore faccia fatica a visualizzare il contesto in un nesso logico: di quali usci parli e di quali sedili? Per chi ignora la situazione, si potrebbe immaginare una adre che sta sull'uscio di casa ad aspettare suo figlio che è uscito un sabato sera e spera e prega non succeda nulla, oppure l'entrata in un ospedale, o in un pronto soccorso? Però quei crisantemi parlano di morte, allora le preghiere a chi sono rivolte? A un Essere che nell'aldilà si prenda cura dell'anima?)

E’ nuovo il reparto a queste cose
e un figlio duole in un buco del costato
(ecco, il contesto è un reparto - di ospedale? Oppure? E quel buco nel costato è il dolore della madre: lei che è stata Madre d'Aprile, fecondità di donna che ha tenuto il figlio in grembo, ora si sente squarciare il petto: segno che la tragedia si è compiuta...)


L’impatto ha lo scricchiolio di lama su ghiaccio (questo verso chiaramente conferma quanto si intuiva sopra...)
e la freddezza colpisce con palle di cannone
le bocche

Penetra il rumore di ruote col rancio di mezzogiorno

Sinistro, come marcia di Schubert, il suo odore. (La chiusa è un'emozione che lascia senza parole).


***
Non facile da mettere a fuoco i vari passaggi di quasta poesia per chi dovesse farne una rappresentazione scenica laddove dei particolari solo l'Autore è a conoscenza, però, anche se qualche punto è oscuro al lettore, il senso del dramma passa e prende alla gola.

A me qualche dettaglio è stato spiegato, ma ho voluto commentarla come se nulla sapessi.

Ciao.




bè, sì. il contesto è quello ospedaliero. Il contesto è sempre importante in una poesia, il suo piede per terra.
tu stai pensando alle cose da dire al medico e aspetti il tuo turno. forse nell'aria c'è anche la primavera, i fiori di pesco marciano nelle campagne con l'evidenza dei cartelloni pubblicitari. Fino a qualche giorno fa era solo il trifoglio a tenere testa all'inverno, ma oggi il profumo del suo fiore giallo non fa più testo. Se c'è avidità nella natura che si risveglia questa si prende le api e gli altri insetti per sguinzagliarli a loro volta sugli alberi di pesco e affini, veri panzer tra pattuglie di soldati primaverili, sparsi qui e là. Chi si contenta gode però.
ok, questo era l'altro contesto e dunque di madri ne esistono molte. Ad aprile i reparti maternità sono in gran fermento.Dopo gli abiti nuziali ci si ritrova tutte con un seme in pancia, in fase di crescita esponenziale. Quanta crescita insomma e quanta nuova speranza nei circuiti della fertilità e della positività.
Basta aprire un pò la mente, anch'io lo faccio per non spegnermi e non fidarmi solo della creatività evidente dei cartelloni umani, quelli dei profumi, dei saldi delle vacanze in paesi esotici, ma anche dei dentifrici e del mutuo facile. Viene un pò di tristezza a paragonare le due positività ma mi soccorre aprile che è anche il mese della Pasqua e lì, in quel concetto grandioso ce n'è una di madre che riassume tutte le madri, per essere Lei nello stesso tempo segno infinito di gioia e trionfo su morte e male del mondo. Non si può dimenticarne però il dolore e la sofferenza nei momenti terribili della crocifissione di suo figlio.
Ecco dunque presentarsi nel reparto una donna che in questo le rassomiglia. Un pianto forte la precede, smuove l'uscio sulle scale con la potenza di un'invocazione a Dio. ma lo era? o era piuttosto un'imprecazione?Non ricordo, non importa. la primavera è diventata all'improvviso inverno che si riprende l'arboscello cresciuto e abbattuto da un incidente stradale.
Ad accoglierla accanto a me -non credo però che abbia fatto caso alla mia presenza- ci sono i sedili verdi che sanno ancora di vernice e di crisantemi lasciati da qualcun'altro in chissà quale momento della mattinata. Che ci stanno a fare tra i fiori questi qui? Bisognerebbe purificare ogni sala d'aspetto dal profumo di simbolo nefasto che li accompagna ed invece...Però sempre fiori sono e caritatevoli talvolta, con i volti corrucciati che sembrano prefiche.
il medico è lo stesso con cui ho appuntamento.
Lui si che sa della mia presenza, mi dice di attendere mentre stringe tra le sue braccia la donna, madre di un inverno senza fine.
il resto è un rumore di ruote e di rancio.
sinistri anch'essi.

ciao e grazie assai
franco
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