e la mania
di poggiare ogni cosa
in ordine alfabetico
sul letto, dentro il cassetto
una stilo che non è storta
detesto l’incline
il ritardo, lo squilibrio
delle braccia
orizzonte a mare
che non è dritto
e l’ossessione di numerare
ciglia, tre molliche
le volte che maledetto
asciugo queste mani
ho paura del blu
abbinato ai marroni
c’è che raddrizzo per dispetto
sono diventato pigro
abbastanza ignavo
quando appicarono Roma
e fecero del mio Nerone
uno squinternato
non mi è concesso
l’intendere e il volere
mi sono perso
la vista più azzurra
di essere padre, figlio
e il resto che avviene
di solito
ci sono sempre tre persone
che mi uccidono
lentamente
sal@