ed io vi giuro
spesso ebbi il timore
che la poesia fosse un vanto
nel mettersi nuda, bella e mendicante
detesto il mio petto
respiro di cose che diventano cose
un foulard qualsiasi
le umiltà alla stregua
di ogni vanità, e giuro
non saprei dove mettere le mani
a volte indosso abiti eleganti
potrei sculettare a dispetto
per non sembrare il povero ruffiano
se mi lasciano a terra nudo e crudo
quando cammino agghindato di troppo
non saprei se morire con le chiappe
al gelo, se annegare nell’oro come una santa
a sera concludo, mi soffermo
n’importe quoi
un verso romantico del ficcatelo bene in testa
che poi si va a dormire
a modo suo lo disse anche Shakespeare
offro il beneficio del dubbio ai migliori
senza barba, eau de toilette a sciacquarli
tra gambe e dorso, a chi sa ben toccare
vivo di soli tremori
non saprei godere della mia carestia
e ancor meno del grande lusso
che mi è stato appena suggerito
e detto
sal@