Nuova Discussione
Rispondi
 
Stampa | Notifica email    
Autore

Di un cavallo che rinasce e di un X che a mezzanotte

Ultimo Aggiornamento: 20/06/2016 21:56
Email Scheda Utente
Post: 166
OFFLINE
20/03/2016 09:22
 
Quota

La preparazione del casatiello è la versione gastronomica del Sabato Santo
secondo Napoli, (la piccola delegazione che vive nella mia casa)
non serve la baresità per remarci contro e qui come a London City
ora è l'alba e i forni sono all'opera.
Anch'io ho messo da parte i soliti lamenti alla luna
per organizzare un sabato degno della Pasqua.

Questa notte un piccolo Stalin ha voluto che saltasse la mia testa
nel sogno dico e perchè atterrissero i suoi amici
l'ha appesa nel miglior salotto di Leningrado
offrendo del pessimo thè siberiano e mangiandoci sopra con dei tarallini scaduti.
Quelli che insistevano, nessuno a dir il vero, si facevano raccontare la storia.
Ma che storia è quella di un dittatore che racconta la sua verità?
E come se non bastasse godeva nel mostrare il corpo morto
con tutte le ferite e con il cuore intatto a pulsare ancora.
Non sa che il cavallo rinasce da quelle vene
e trotta dove vuole nè mostra reverenza alcuna

Alla mancanza del criscito si rimedia con l'abbondanza di forni
così, di buon mattino comincia il lungo viaggio.

Napoli vive di fronte al mare e come a Mergellina
il paesaggio è ricco di malve e lucertole che credono quel rosa
fiori del paradiso. Buon segno, penso.
lo strutto, il salame a pezzi il pepe sono diademi magici
che entrano nel sepolcro di 200 gradi insieme alle uova intere e al pecorino.

Le mani, i pensieri di donna penetrano poco alla volta nella massa
come se tutte le possibili emancipazioni fluttuassero contemporaneamente
e nell'arco di poco tempo montassero la pasta in movimento.
Fa paura quando si muove e come un'onda travolge
il piano tondo dico assomiglia ad una terra piatta di soli uomini
e far scorrere in un'onda quell'oceano ha la stessa forza delle rivoluzioni sulla terra.

Domani sarà Pasqua ed è questo che conta
gonfierà intanto il casatiello sotto una coperta
così anche il mistero della fertilità rimarrà mistero
proprio mentre in una frazione dello stesso tempo
l'universo crescerà proporzionalmente
e Cristo mostrerà la sua soluzione
l' X mancante che spiega la crescita del casatiello e del firmamento
a mezzanotte però.


fintipa2
Email Scheda Utente
Post: 537
OFFLINE
20/03/2016 21:37
 
Quota

Questa notte un piccolo Stalin ha voluto che saltasse la mia testa
nel sogno dico e perchè atterrissero i suoi amici
l'ha appesa nel miglior salotto di Leningrado
offrendo del pessimo thè siberiano e mangiandoci sopra con dei tarallini scaduti.
Quelli che insistevano, nessuno a dir il vero, si facevano raccontare la storia.
Ma che storia è quella di un dittatore che racconta la sua verità?
E come se non bastasse godeva nel mostrare il corpo morto
con tutte le ferite e con il cuore intatto a pulsare ancora.
Non sa che il cavallo rinasce da quelle vene
e trotta dove vuole nè mostra reverenza alcuna



[SM=g8335] [SM=g8335] [SM=g8335]



Le mani, i pensieri di donna penetrano poco alla volta nella massa
come se tutte le possibili emancipazioni fluttuassero contemporaneamente
e nell'arco di poco tempo montassero la pasta in movimento.
Fa paura quando si muove e come un'onda travolge
il piano tondo dico assomiglia ad una terra piatta di soli uomini
e far scorrere in un'onda quell'oceano ha la stessa forza delle rivoluzioni sulla terra.

Domani sarà Pasqua ed è questo che conta
gonfierà intanto il casatiello sotto una coperta
così anche il mistero della fertilità rimarrà mistero
proprio mentre in una frazione dello stesso tempo
l'universo crescerà proporzionalmente
e Cristo mostrerà la sua soluzione
l' X mancante che spiega la crescita del casatiello e del firmamento
a mezzanotte però.




[SM=g8335] [SM=g8335] [SM=g8335] [SM=g8335]


Stra-piaciuta [SM=g2834784]

Ciao, R.


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
Email Scheda Utente
Post: 167
OFFLINE
25/03/2016 08:44
 
Quota

Grazie Ros
quest' opera compie un anno in questi giorni. Ancora una volta nella mia casa si preparerà il "casatiello". Nel frattempo quel brutto sogno di cui parlo è stato pienamente metabolizzato ed infine ripulito nei suoi aspetti dolorosi. Rimane però il suo ricordo anche se svuotato di quei significati che a suo tempo sembravano importanti.
Bè, il tempo fa anche questo: apre nuove strade continuamente insegnando che non tutto il male viene per nuocere.

ciao e tantissimi Auguri di buona Pasqua

franco

Email Scheda Utente
OFFLINE
08/04/2016 19:02
 
Quota

Re:
cripaf, 20/03/2016 09.22:

La preparazione del casatiello è la versione gastronomica del Sabato Santo
secondo Napoli, (la piccola delegazione che vive nella mia casa)
non serve la baresità per remarci contro e qui come a London City
ora è l'alba e i forni sono all'opera.
Anch'io ho messo da parte i soliti lamenti alla luna
per organizzare un sabato degno della Pasqua.

Questa notte un piccolo Stalin ha voluto che saltasse la mia testa
nel sogno dico e perchè atterrissero i suoi amici
l'ha appesa nel miglior salotto di Leningrado
offrendo del pessimo thè siberiano e mangiandoci sopra con dei tarallini scaduti.
Quelli che insistevano, nessuno a dir il vero, si facevano raccontare la storia.
Ma che storia è quella di un dittatore che racconta la sua verità?
E come se non bastasse godeva nel mostrare il corpo morto
con tutte le ferite e con il cuore intatto a pulsare ancora.
Non sa che il cavallo rinasce da quelle vene
e trotta dove vuole nè mostra reverenza alcuna

Alla mancanza del criscito si rimedia con l'abbondanza di forni
così, di buon mattino comincia il lungo viaggio.

Napoli vive di fronte al mare e come a Mergellina
il paesaggio è ricco di malve e lucertole che credono quel rosa
fiori del paradiso. Buon segno, penso.
lo strutto, il salame a pezzi il pepe sono diademi magici
che entrano nel sepolcro di 200 gradi insieme alle uova intere e al pecorino.

Le mani, i pensieri di donna penetrano poco alla volta nella massa
come se tutte le possibili emancipazioni fluttuassero contemporaneamente
e nell'arco di poco tempo montassero la pasta in movimento.
Fa paura quando si muove e come un'onda travolge
il piano tondo dico assomiglia ad una terra piatta di soli uomini
e far scorrere in un'onda quell'oceano ha la stessa forza delle rivoluzioni sulla terra.

Domani sarà Pasqua ed è questo che conta
gonfierà intanto il casatiello sotto una coperta
così anche il mistero della fertilità rimarrà mistero
proprio mentre in una frazione dello stesso tempo
l'universo crescerà proporzionalmente
e Cristo mostrerà la sua soluzione
l' X mancante che spiega la crescita del casatiello e del firmamento
a mezzanotte però.


fintipa2



eccerto che scrivi amico mio con una densità straordinaria di emozioni che si taglia con il coltello proprio come il vostro vino e olio...ricordo come a proposito sei legato agli ulivi e alle tue radici, come sei lo stesso battagliero per l'ambiente e la cura dei malati alla usl, anziani a perdere...ahimè che ci lavoro...qui hai teso alla crescita e alla fertilità e al mistero collegato il tuo sentimento pasquale, come la tradizione che si spezza a tavola è al centro delle tue attenzioni, poi il mare , ma non è il mio mare di malinconie, è il tuo rabbioso di chimica scarichi gabbiani e uccelli contaminati, cormorani stanchi, un poco lo siamo pure noi,
ecco sediamoci assieme, un sorso a quel grottino due bicchieri ti andrebbe?? dove un tempo si giocava un sorriso, ma...qui mi assale ancora e ancora e sempre malinconia e nostalgia, è che so malato Frà...ciao vir e un abbraccio
Email Scheda Utente
Post: 172
OFFLINE
12/04/2016 08:51
 
Quota

Re: Re:
Virgilio Mietti, 08/04/2016 19.02:



eccerto che scrivi amico mio con una densità straordinaria di emozioni che si taglia con il coltello proprio come il vostro vino e olio...ricordo come a proposito sei legato agli ulivi e alle tue radici, come sei lo stesso battagliero per l'ambiente e la cura dei malati alla usl, anziani a perdere...ahimè che ci lavoro...qui hai teso alla crescita e alla fertilità e al mistero collegato il tuo sentimento pasquale, come la tradizione che si spezza a tavola è al centro delle tue attenzioni, poi il mare , ma non è il mio mare di malinconie, è il tuo rabbioso di chimica scarichi gabbiani e uccelli contaminati, cormorani stanchi, un poco lo siamo pure noi,
ecco sediamoci assieme, un sorso a quel grottino due bicchieri ti andrebbe?? dove un tempo si giocava un sorriso, ma...qui mi assale ancora e ancora e sempre malinconia e nostalgia, è che so malato Frà...ciao vir e un abbraccio





Eccomi seduto accanto a te. Quale sia il tempo o il luogo non ha importanza ma lasciamo che sia la luce di un interno Bar a farci compagnia e la musica moderna di un flipper, coi suoi birilli colpiti, gli score ed il tilt. Io e te seduti assieme in un giorno qualsiasi dei primi anni 70.
Un tavolo di alluminio un mazzo di carte napoletane –il ramino, il poker erano di troppo, roba da intellettuali e gente borghese-. Per passare uno di quei pomeriggi del lungo inverno di paese dove per vedere una ragazza dovevi andare in biblioteca e lanciare occhiate di innamorato.
Ah se rispondeva! Mammamia ma di cosa sto parlando?
Era la timidezza, Virgilio. Non si poteva riscuotere niente su quel tavolo. Si prendeva tutto lei e sempre lei a fare la parte del buco nero o del morto a tresette e non rendeva il sentimento puro, la poesia che veniva dolce dalle vene, senza cercarla, riserva aurea per i sogni.
Mi piaceva che nessuno vincesse a quelle partite. Sì perché il più delle volte, dopo aver consumato niente, uno alla volta ci si alzava a rincorrere qualcuno che veniva a proporre un cineforum, che significava film gratis anche se del socialismo reale.
La FGIC era specialista in questo. Ce n’era uno, mio omonimo che aveva capito bene l’argomento e cosa fare per bloccare sulle sedie gli spettatori\affabulatori. Invece di aspettare la fine interrompeva a metà ed iniziava il suo discorso introduttivo in cui protagonisti erano sempre la fabbrica socialista, il bene di tutti e gli egoismi che provenivano dall’epoca prerivoluzionaria.
Ovvio che ci fossero diserzioni, patteggiamenti e inganni.
Se non finiva lì la serata c’erano altri impegni. Uno tra questi era il Vietnam. Non quello vero ma come si dibatteva nella piazza, sotto gli alberi di leccio.
A ciascuno il suo punto particolare, riconoscibile persino dai nodi nella corteccia dell’albero, dall’intreccio dei suoi rami e dall’odore locale.
I compagni erano vicini alla sezione, da dove talvolta in gran corteo procedevano i pezzi grossi che venivano a prendersi i voti convincendoci che Lenin a differenza di Proudhon era stato il primo a far vincere i proletari.
Come se si trattasse della Champion e sulla piazza si potessero disputare le semifinali di un torneo politico senza fine.
Tanto si sapeva che il PCI avrebbe perso la sua partita, almeno nei giochi con la dicci, che erano di tutt'altra pasta. Lo sapevano tutti, tranne i cuori di noi ragazzi che trovavamo l’entusiasmo per leggere Marcuse e perché no, Maotzetung .
Era il nostro pensiero un fragore di entusiasmo che scendeva nelle mani e ci faceva guardare il futuro in maniera vincente. Nel segno del rosso chiaramente ed in barba ai piduisti, stragisti fascisti e fognaroli che ci rovinavano lo stomaco per la rabbia sempre in azione ad inforcare qualcosa.
Il giorno dopo ricominciava. Stessa partita al bar grottino. Nella mente eravamo convinti che da un momento all’altro, in qualche parte del Nord, sarebbe scoppiata la Rivoluzione. E noi del Sud tutti dietro ad innalzare le bandiere, rossissime col solo simbolo appropriato: falce e martello.
Dio che ci guardava dall’alto e ascoltava le preghiere delle madri doveva essere già a quei tempi qualcosa di molto simile a Francesco papa. Non so immaginare altri con un sorriso diverso da quello di questo qui. Se no, non si potrebbe spiegare l’assenza di fulmini contro i vari Capaneo, atei di ogni genere e mangiapreti, accaparratori di voti dicci intorno alle varie Tebi, la risata che ogni tanto si sentiva chiara e misteriosa in un tuono aldilà dell’orizzonte. Evidentemente noi, eravamo migliori di chi gli arrivava pieno di raccomandazioni per aver salva la pelle dopo tutti i casini impuniti che lasciava su questa terra.
Almeno io l’ho sempre visto così, con sandali di legno o scalzo e nessun virtuosismo per spiegarti tutto.
E’ così semplice Dio!
Ok poi fu l’epoca di Enrico ed avvenne il miracolo in cui tutti credevano e che tutti ricordano e che naufragò per via di forza maggiore. Furono anche gli anni della mia partenza e dell’addio a quelle partite indimenticabili al Bar che guardava la via per Bari e dove al mio ultimo autostop bevvi il caffè che ancora sento sotto la lingua. Reliquia amara degli amici lasciati lì per sempre. Ma c’è anche qualcosa d'altro. Messa alla prova del tempo l’amicizia non finisce. Resta qualcosa che non c’entra con la distanza, col tempo, una forza oscura e paradossale che talvolta, molto raramente, ti fa sobbalzare il cuore senza sapere il perché.
Forse semplicemente accade che l’amico ti cerchi o si chieda di te e tu lo avverti, come una scossa, un chè di magnetico che segue i potenziali dei neuroni che conservano i ricordi.
Tu la chiami nostalgia io dico forza dell’ amicizia vera ed il nostro è un esempio bellissimo, indipendentemente dalla metafora del bar grottino che ci accomuna.
un forte abbraccio
amico mio
ciao franco




[Modificato da cripaf 12/04/2016 08:57]
Email Scheda Utente
Post: 21
OFFLINE
13/04/2016 10:45
 
Quota

Letta...
con un po' in ritardo ma ne è valsa la pena.Che dire... mi ci ritrovo, in altri luoghi ma le storie, le speranze i sogni e anche il bar con il flipper e i cinema con gli amici ci sono tutti. Mi hai fatto fare un salto nel passato, grazie.
Email Scheda Utente
OFFLINE
17/04/2016 12:30
 
Quota

Re: Re: Re:
cripaf, 12/04/2016 08.51:




Eccomi seduto accanto a te. Quale sia il tempo o il luogo non ha importanza ma lasciamo che sia la luce di un interno Bar a farci compagnia e la musica moderna di un flipper, coi suoi birilli colpiti, gli score ed il tilt. Io e te seduti assieme in un giorno qualsiasi dei primi anni 70.
Un tavolo di alluminio un mazzo di carte napoletane –il ramino, il poker erano di troppo, roba da intellettuali e gente borghese-. Per passare uno di quei pomeriggi del lungo inverno di paese dove per vedere una ragazza dovevi andare in biblioteca e lanciare occhiate di innamorato.
Ah se rispondeva! Mammamia ma di cosa sto parlando?
Era la timidezza, Virgilio. Non si poteva riscuotere niente su quel tavolo. Si prendeva tutto lei e sempre lei a fare la parte del buco nero o del morto a tresette e non rendeva il sentimento puro, la poesia che veniva dolce dalle vene, senza cercarla, riserva aurea per i sogni.
Mi piaceva che nessuno vincesse a quelle partite. Sì perché il più delle volte, dopo aver consumato niente, uno alla volta ci si alzava a rincorrere qualcuno che veniva a proporre un cineforum, che significava film gratis anche se del socialismo reale.
La FGIC era specialista in questo. Ce n’era uno, mio omonimo che aveva capito bene l’argomento e cosa fare per bloccare sulle sedie gli spettatori\affabulatori. Invece di aspettare la fine interrompeva a metà ed iniziava il suo discorso introduttivo in cui protagonisti erano sempre la fabbrica socialista, il bene di tutti e gli egoismi che provenivano dall’epoca prerivoluzionaria.
Ovvio che ci fossero diserzioni, patteggiamenti e inganni.
Se non finiva lì la serata c’erano altri impegni. Uno tra questi era il Vietnam. Non quello vero ma come si dibatteva nella piazza, sotto gli alberi di leccio.
A ciascuno il suo punto particolare, riconoscibile persino dai nodi nella corteccia dell’albero, dall’intreccio dei suoi rami e dall’odore locale.
I compagni erano vicini alla sezione, da dove talvolta in gran corteo procedevano i pezzi grossi che venivano a prendersi i voti convincendoci che Lenin a differenza di Proudhon era stato il primo a far vincere i proletari.
Come se si trattasse della Champion e sulla piazza si potessero disputare le semifinali di un torneo politico senza fine.
Tanto si sapeva che il PCI avrebbe perso la sua partita, almeno nei giochi con la dicci, che erano di tutt'altra pasta. Lo sapevano tutti, tranne i cuori di noi ragazzi che trovavamo l’entusiasmo per leggere Marcuse e perché no, Maotzetung .
Era il nostro pensiero un fragore di entusiasmo che scendeva nelle mani e ci faceva guardare il futuro in maniera vincente. Nel segno del rosso chiaramente ed in barba ai piduisti, stragisti fascisti e fognaroli che ci rovinavano lo stomaco per la rabbia sempre in azione ad inforcare qualcosa.
Il giorno dopo ricominciava. Stessa partita al bar grottino. Nella mente eravamo convinti che da un momento all’altro, in qualche parte del Nord, sarebbe scoppiata la Rivoluzione. E noi del Sud tutti dietro ad innalzare le bandiere, rossissime col solo simbolo appropriato: falce e martello.
Dio che ci guardava dall’alto e ascoltava le preghiere delle madri doveva essere già a quei tempi qualcosa di molto simile a Francesco papa. Non so immaginare altri con un sorriso diverso da quello di questo qui. Se no, non si potrebbe spiegare l’assenza di fulmini contro i vari Capaneo, atei di ogni genere e mangiapreti, accaparratori di voti dicci intorno alle varie Tebi, la risata che ogni tanto si sentiva chiara e misteriosa in un tuono aldilà dell’orizzonte. Evidentemente noi, eravamo migliori di chi gli arrivava pieno di raccomandazioni per aver salva la pelle dopo tutti i casini impuniti che lasciava su questa terra.
Almeno io l’ho sempre visto così, con sandali di legno o scalzo e nessun virtuosismo per spiegarti tutto.
E’ così semplice Dio!
Ok poi fu l’epoca di Enrico ed avvenne il miracolo in cui tutti credevano e che tutti ricordano e che naufragò per via di forza maggiore. Furono anche gli anni della mia partenza e dell’addio a quelle partite indimenticabili al Bar che guardava la via per Bari e dove al mio ultimo autostop bevvi il caffè che ancora sento sotto la lingua. Reliquia amara degli amici lasciati lì per sempre. Ma c’è anche qualcosa d'altro. Messa alla prova del tempo l’amicizia non finisce. Resta qualcosa che non c’entra con la distanza, col tempo, una forza oscura e paradossale che talvolta, molto raramente, ti fa sobbalzare il cuore senza sapere il perché.
Forse semplicemente accade che l’amico ti cerchi o si chieda di te e tu lo avverti, come una scossa, un chè di magnetico che segue i potenziali dei neuroni che conservano i ricordi.
Tu la chiami nostalgia io dico forza dell’ amicizia vera ed il nostro è un esempio bellissimo, indipendentemente dalla metafora del bar grottino che ci accomuna.
un forte abbraccio
amico mio
ciao franco



caro fraterno amico, quell'amicizia che nutrivo per un caro amico calabrese fin dai tempi del militare a roma, 1979 , adesso che è partito col solito male incurabile, mi ha piegato in questi giorni e spezzato le ossa, il fatto poi che non sto bene e non sia potuto andare giù al funerale, bè le tue parole e i tuoi ricordi nell'eco mi hanno poi amplificato il dolore immenso che porto dentro, adesso la solitudine è immane, piango e davvero la tristezza è compagna di vita...ma come descrivi bene quegli anni, quando guarda caso nel 70 alla maturità classica dai salesiani qui a macerata scrivevo al tema proprio di Marcuse, il mio preferito, e sono convinto che ancora oggi sia più che mai attuale, quando la produzione stereotipo globalizzato incatena tutti e non solo operai, siamo d'una pasta produzione e consumo finalizzata solo al profitto e alla ragione di stato, non la Ragione universale, ma quella miope gretta avara incotechita di accumulare risorse per invadere conquistare ...ma che cosa?? se il pianeta è un piccolo condomino che se sversi dal terzo piano sentono la puzza in tutte le scale...inutile, tanto i padrini e i pupari non sentono ragione, sentono solo la loro porca tronfia egemone logica degli armamenti e della potenza commerciale, sovranità monetaria, ed è logica perversa quando sai che bisognerà sfruttare e affamare altre genti per estrarre l'energia...maledetti porconi, io continuerò a combattere sempre e a fianco del cuscino terrò il mio fucile di ideali e sogni, anche se ne ho visti al macello tanti ma tanti, ma che ci posso fare se non posso abbandonare i compagni perduti, li veglio fino alla fine, loro sul filo spinato sono caduti, degli interessi maiali, io sto lì e con le ultime forze sparo , sai che non ce la faccio, ma sparo cmq ,e al buio ancora mi commuovo, per niente, quando oggi vedi sti giovani che non provano più nulla e con le recchie tappate dal cellulare manco ti stanno a sentire, madò che società eh, che condominio,
sai na cosa
Frà
con quei pochi come te mi siedo e bevo un poco, sto a corto di tutto, forze fiato amici compagni e pure sordi, ma tanto non mollo e a schiena dritta NON MI VENDO ...non mi vendo, ciao amico mio ciao


Email Scheda Utente
Post: 545
OFFLINE
17/04/2016 19:06
 
Quota

cripaf:


Era il nostro pensiero un fragore di entusiasmo che scendeva nelle mani e ci faceva guardare il futuro in maniera vincente. Nel segno del rosso chiaramente ed in barba ai piduisti, stragisti fascisti e fognaroli che ci rovinavano lo stomaco per la rabbia sempre in azione ad inforcare qualcosa.
Il giorno dopo ricominciava. Stessa partita al bar grottino. Nella mente eravamo convinti che da un momento all’altro, in qualche parte del Nord, sarebbe scoppiata la Rivoluzione. E noi del Sud tutti dietro ad innalzare le bandiere, rossissime col solo simbolo appropriato: falce e martello.
Dio che ci guardava dall’alto e ascoltava le preghiere delle madri doveva essere già a quei tempi qualcosa di molto simile a Francesco papa. Non so immaginare altri con un sorriso diverso da quello di questo qui. Se no, non si potrebbe spiegare l’assenza di fulmini contro i vari Capaneo, atei di ogni genere e mangiapreti, accaparratori di voti dicci intorno alle varie Tebi, la risata che ogni tanto si sentiva chiara e misteriosa in un tuono aldilà dell’orizzonte. Evidentemente noi, eravamo migliori di chi gli arrivava pieno di raccomandazioni per aver salva la pelle dopo tutti i casini impuniti che lasciava su questa terra.
Almeno io l’ho sempre visto così, con sandali di legno o scalzo e nessun virtuosismo per spiegarti tutto.
E’ così semplice Dio!

Messa alla prova del tempo l’amicizia non finisce. Resta qualcosa che non c’entra con la distanza, col tempo, una forza oscura e paradossale che talvolta, molto raramente, ti fa sobbalzare il cuore senza sapere il perché.
Forse semplicemente accade che l’amico ti cerchi o si chieda di te e tu lo avverti, come una scossa, un chè di magnetico che segue i potenziali dei neuroni che conservano i ricordi.







Virgilio Mietti:


caro fraterno amico, quell'amicizia che nutrivo per un caro amico calabrese fin dai tempi del militare a roma, 1979 , adesso che è partito col solito male incurabile, mi ha piegato in questi giorni e spezzato le ossa, il fatto poi che non sto bene e non sia potuto andare giù al funerale, bè le tue parole e i tuoi ricordi nell'eco mi hanno poi amplificato il dolore immenso che porto dentro, adesso la solitudine è immane, piango e davvero la tristezza è compagna di vita...ma come descrivi bene quegli anni, quando guarda caso nel 70 alla maturità classica dai salesiani qui a macerata scrivevo al tema proprio di Marcuse, il mio preferito, e sono convinto che ancora oggi sia più che mai attuale, quando la produzione stereotipo globalizzato incatena tutti e non solo operai, siamo d'una pasta produzione e consumo finalizzata solo al profitto e alla ragione di stato, non la Ragione universale, ma quella miope gretta avara incotechita di accumulare risorse per invadere conquistare ...ma che cosa?? se il pianeta è un piccolo condomino che se sversi dal terzo piano sentono la puzza in tutte le scale...inutile, tanto i padrini e i pupari non sentono ragione, sentono solo la loro porca tronfia egemone logica degli armamenti e della potenza commerciale, sovranità monetaria, ed è logica perversa quando sai che bisognerà sfruttare e affamare altre genti per estrarre l'energia...maledetti porconi, io continuerò a combattere sempre e a fianco del cuscino terrò il mio fucile di ideali e sogni, anche se ne ho visti al macello tanti ma tanti, ma che ci posso fare se non posso abbandonare i compagni perduti, li veglio fino alla fine, loro sul filo spinato sono caduti, degli interessi maiali, io sto lì e con le ultime forze sparo , sai che non ce la faccio, ma sparo cmq ,e al buio ancora mi commuovo, per niente, quando oggi vedi sti giovani che non provano più nulla e con le recchie tappate dal cellulare manco ti stanno a sentire, madò che società eh, che condominio,
sai na cosa
Frà
con quei pochi come te mi siedo e bevo un poco, sto a corto di tutto, forze fiato amici compagni e pure sordi, ma tanto non mollo e a schiena dritta NON MI VENDO ...non mi vendo, ciao amico mio ciao





Carissimi, io vi quoto perché leggervi anche nei commenti mi emoziona sempre, voi due potreste/dovreste scrivere qualcosa in prosa a due mani, magari qualche giovane digiuno della vostra gioventù passata apprezzerebbe; comunuque Virgilio di qua si passa e si va via, chi prima chi poi, e bisogna farsene una ragione, ma chi resta ha anche il compito di tenere viva la memoria - oltre che la nostalgia - come stai facendo tu per il tuo amico scomparso; a proposito, ti giunga il mio caro abbraccio.
Comunque voi eravate giovani integrati nei cambiamenti che stavano per avvenire, io invece ero isolata in campagna tra vita campestre e scuola ma niente giornali, niente televisione, e mentre voi la sera ve ne stavate a parlare di politica, io d'estate me ne stavo seduta sulle scale a guardare le lucciole sul grano e la luna che spuntava grandissima da dietro il Pietrone (collinetta davanti casa); il paese, lontano una decina di chilomentri, era antico, ma umano: Viggiano (quello di cui sentite parlare ora in tv riguardo al petrolio e Tempa Rossa) allora sapeva di aria pura e non d'inquinamento. Mio padre, che si può dire ha lavorato giorno e notte, ai tempi di Berlinguer, quando in paese si tenevano i comizi, lasciava tutto e andava, non senza cercare di coinvolgere anche altri contadini vicini di casa a partecipare.
Ora non so quanto vi fosse di ideali e quanto di sogni e illusioni, visto il bel mondo che ci ritroviamo con i politici che di Berlinguer non hanno neanche la suola delle scarpe, ma se vogliamo neanche di personaggi come Moro o Pertini. Infatti si possono avere idee diverse, ma sempre nel rispetto e nel rigore della coerenza. Mica come oggi dove l'opportunismo segue il vento che tira.

Insomma, volevo dirvi che voi due siete belle persone che invecchieranno ma col cuore sempre giovane. E che l'amicizia esiste e resiste, ma solo tra persone vere come sento che siete voi.


Un abbraccio


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
Email Scheda Utente
Post: 23
OFFLINE
18/04/2016 10:20
 
Quota

AH BEH...
...E IO VOGLIO BENE A TUTTI E TRE! MITICI!
Email Scheda Utente
OFFLINE
18/04/2016 17:09
 
Quota

Re: AH BEH...
AntonioColandrea, 18/04/2016 10.20:

...E IO VOGLIO BENE A TUTTI E TRE! MITICI!




ahhhhhhhhhhhh Antò e qui ci voleva il tuo abbraccio!!!! grandeeeeeeee
ciao vir
Email Scheda Utente
OFFLINE
18/04/2016 17:11
 
Quota

Re:
Versolibero, 17/04/2016 19.06:





Carissimi, io vi quoto perché leggervi anche nei commenti mi emoziona sempre, voi due potreste/dovreste scrivere qualcosa in prosa a due mani, magari qualche giovane digiuno della vostra gioventù passata apprezzerebbe; comunuque Virgilio di qua si passa e si va via, chi prima chi poi, e bisogna farsene una ragione, ma chi resta ha anche il compito di tenere viva la memoria - oltre che la nostalgia - come stai facendo tu per il tuo amico scomparso; a proposito, ti giunga il mio caro abbraccio.
Comunque voi eravate giovani integrati nei cambiamenti che stavano per avvenire, io invece ero isolata in campagna tra vita campestre e scuola ma niente giornali, niente televisione, e mentre voi la sera ve ne stavate a parlare di politica, io d'estate me ne stavo seduta sulle scale a guardare le lucciole sul grano e la luna che spuntava grandissima da dietro il Pietrone (collinetta davanti casa); il paese, lontano una decina di chilomentri, era antico, ma umano: Viggiano (quello di cui sentite parlare ora in tv riguardo al petrolio e Tempa Rossa) allora sapeva di aria pura e non d'inquinamento. Mio padre, che si può dire ha lavorato giorno e notte, ai tempi di Berlinguer, quando in paese si tenevano i comizi, lasciava tutto e andava, non senza cercare di coinvolgere anche altri contadini vicini di casa a partecipare.
Ora non so quanto vi fosse di ideali e quanto di sogni e illusioni, visto il bel mondo che ci ritroviamo con i politici che di Berlinguer non hanno neanche la suola delle scarpe, ma se vogliamo neanche di personaggi come Moro o Pertini. Infatti si possono avere idee diverse, ma sempre nel rispetto e nel rigore della coerenza. Mica come oggi dove l'opportunismo segue il vento che tira.

Insomma, volevo dirvi che voi due siete belle persone che invecchieranno ma col cuore sempre giovane. E che l'amicizia esiste e resiste, ma solo tra persone vere come sento che siete voi.


Un abbraccio



bè qui mi commuovo..e ti abbraccio forte BELLANIMAAAAAAAAAAA [SM=g8335] [SM=g8265] sciaoooooooo bella joiaaaaaaaaaaa
Email Scheda Utente
OFFLINE
17/05/2016 20:25
 
Quota

Re:
Versolibero, 17/04/2016 19.06:





Carissimi, io vi quoto perché leggervi anche nei commenti mi emoziona sempre, voi due potreste/dovreste scrivere qualcosa in prosa a due mani, magari qualche giovane digiuno della vostra gioventù passata apprezzerebbe; comunuque Virgilio di qua si passa e si va via, chi prima chi poi, e bisogna farsene una ragione, ma chi resta ha anche il compito di tenere viva la memoria - oltre che la nostalgia - come stai facendo tu per il tuo amico scomparso; a proposito, ti giunga il mio caro abbraccio.
Comunque voi eravate giovani integrati nei cambiamenti che stavano per avvenire, io invece ero isolata in campagna tra vita campestre e scuola ma niente giornali, niente televisione, e mentre voi la sera ve ne stavate a parlare di politica, io d'estate me ne stavo seduta sulle scale a guardare le lucciole sul grano e la luna che spuntava grandissima da dietro il Pietrone (collinetta davanti casa); il paese, lontano una decina di chilomentri, era antico, ma umano: Viggiano (quello di cui sentite parlare ora in tv riguardo al petrolio e Tempa Rossa) allora sapeva di aria pura e non d'inquinamento. Mio padre, che si può dire ha lavorato giorno e notte, ai tempi di Berlinguer, quando in paese si tenevano i comizi, lasciava tutto e andava, non senza cercare di coinvolgere anche altri contadini vicini di casa a partecipare.
Ora non so quanto vi fosse di ideali e quanto di sogni e illusioni, visto il bel mondo che ci ritroviamo con i politici che di Berlinguer non hanno neanche la suola delle scarpe, ma se vogliamo neanche di personaggi come Moro o Pertini. Infatti si possono avere idee diverse, ma sempre nel rispetto e nel rigore della coerenza. Mica come oggi dove l'opportunismo segue il vento che tira.

Insomma, volevo dirvi che voi due siete belle persone che invecchieranno ma col cuore sempre giovane. E che l'amicizia esiste e resiste, ma solo tra persone vere come sento che siete voi.


Un abbraccio




cara Ros, spero che tu stia bene, non ti vedo più qui e prego...ma che dico, non so pregare...però ti abbraccio forte, mi manchi ecco tutto, sempre ti starò ad spettare, un abbraccione forte forte ciao vir
Email Scheda Utente
Post: 552
OFFLINE
20/06/2016 21:56
 
Quota

Virgilio Mietti, 17/05/2016 20.25:


cara Ros, spero che tu stia bene, non ti vedo più qui e prego...ma che dico, non so pregare...però ti abbraccio forte, mi manchi ecco tutto, sempre ti starò ad spettare, un abbraccione forte forte ciao vir




Eh, Virgilio, ho sentito il richiamo della terra, della zappa, e ho riposto la penna; ma questa è una terra dura, più dura della mia testa, è piena di pietre e la gramigna prolifera come certe lingue maligne, ma io sono tenace, combatto e chi la dura la vince... però fare l'orto biologico è una pazzia, perché parassiti, cavolaie e limacce sentono odore e sapore di buono e se ne approfittano sfacciatamente! Accidenti: le limacce hanno preso d'assalto la mia lattuga, ma la prossima volta starò attenta ed escogiterò ogni sistema possibile purché non si tratti di veleni e cose nocive; comunque stiamo mangiando cetrioli, fiori di zucca e zucchini a volontà, e il sapore è ben diverso da quelli del supermercato. Potrei regalarvene, ma venite ad aiutarmiiiiiiiiii!!!
[SM=g8231]


[Modificato da Versolibero 20/06/2016 21:57]


______________________________________________________________________________
"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi
Cerca nel forum

Feed | Forum | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:49. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com