*
c’è un tempo che torna sempre
una tonalità di verde un gioco
a volte due papaveri
[...]
Cercami, dove sei figlia mia
[...]
torna, come i giochi e pure tu padre
che tua figlia ha bisogno di te
*
c'è un tempo per scrivere sui muri
per dondolare la gonna
per non incrociare occhi
che declamano insistenze
e tornarti tra le braccia
chiusa nel verde prato
che ho incollato alla pelle
*
quel tempo bambino delle magliette al rovescio
delle curiose incursioni tra le gambe
o delle notti celebrate a un niente
che sarebbe tornato con altri occhi
e sempre più colmo di incertezze
un tempo che certo si riempie di limoni
la sera
*
di limoni, di mamma, di preghiera
sant'Antonio che dispensa tante grazie
accolti, chiusi nella vita che sembra
non avere mai più morte
nemmeno dentro la paura del buio
più avanti ti stringi, ti abbracci al tempo
ti tieni forte, per non lasciarti portare via
*
e non trovi corde né appigli
che possano trattenere
il lento scivolare in quel mare
dove anche tu sei ricordo di te
ma noi abbiamo gli aquiloni e le piazze
qualcuno se ne ricorderà
e vivremo ancora in quel brillare d'occhi
*
noi siamo la forma che spande
il ricordo che vorrebbe cessare
per tornare ad essere
una vicinanza d'aquiloni, alti
su piazze colorate di mare
e la forma la lasciamo andare
come il germoglio perpetuo
supera il ramo, esplode in foglia
in fioritura che non teme
il suo stesso sfiorire
*
siamo il seme antico della parola
riportato al cielo da una stirpe d'angeli
il viso un po' più in alto dello specchio
che decide la bellezza del reame
un attimo di stami e continuare di petali
per un eterno che dura un solo istante
sul bordo indefinito di questo tempo immobile
come la mano disegnata sul mio petto
*
l'altra mano è sul mio petto
il seme risplende come un'aureola
un simbolo sacro, la forza centrifuga
che mi stringe a tutti i mondi
animali, vegetali, minerali
il successivo eterno ha inizio
finisce. e poi ha ancora inizio
nel tempo presente di noi
specchi concentrici
*
vorrei che fosse giorno
e che tutte le malinconie
andassero via dalle grondaie
delle mani ancora calde
senza svegliare il piccolo geco
che dorme l’addietro
*
vorrei che il giorno si carichi a tratti
come pastello sui bigliettini di pergamena
che mia madre scriveva a mio padre
e la colomba zampetti l’azzurro
tra piccoli occhi spontanei sul prato
il giallo, tra le scarpette di Madonna
sento di dedicare questo duetto a Walter(ormedelcaos). caro, compianto amico conume
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)