da "Lazzaro" 2015
sai quanta carne sprecata
quante fiducie lasciate al vento bugiardo
dei cento chilometri, di misure rubate al tempo
che non ha frontiere ma decide:
mai più lontani di dove arrivano gli occhi
(
si alza) sai quante parole per definire amore
quello che ti senti un grido fermo in gola
senza vocali mentre una pioggia minima
non risolve alcuna speranza e proprio quando
sei riuscito a mettere un cuore pulsante
dentro un blocco di numeri e poliuretani (
lungo sospiro)
la stirpe dei fratelli vuoti, di chi vuole vendicarsi
dell’ultimo amore, dei cugini falsi che propongono
nuove famiglie e ne rosicchiano i piedi (
con voce rotta)
come topi senza comando e senza ragione (
pausa lunga)
delle sorelle ambigue che non lasciano intendere
e sai, tutte le volte che si chiede una carezza
è un fallimento il fallimento del sentirsi
e dovremmo domandarci
dove abbiamo sbagliato quale è stato l’attimo
che ha determinato l’elemosina di un bacio
(
sorriso ironico)
ma non eri il più grande amore
non eri mio cugino
mio fratello la nipote bivalente
(
uscendo)
il padre, la mamma
la sorella ambigua che non lasciava intendere…?
Lazzaro, vieni fuori, vieni fuori…
(
esce canticchiando)
Grazie dei fior,
tra tutti gli altri li ho riconosciuti…
[Modificato da al_qantar 12/12/2016 17:32]