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12/02/2017 00:41 | |
La fuga di stanze cortili e piazze
non è accessibile: pareti molli
di bianco respingono i martelli
alternanza di volti uguali senza
occhi e mani che impugnano
la retorica soluzione senza che
accada. Altre sorgono in difesa
ai colpi si fanno calce gomma velo
le finestre chiuse: il palazzo non
cede la parola non raggiunge.
Solo i bambini corrono attraverso
incontaminati
lanciano la palla a una terra in attesa.
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12/02/2017 11:11 | |
rossopapavero, 12/02/2017 00.41:
La fuga di stanze cortili e piazze
non è accessibile: pareti molli
di bianco respingono i martelli
alternanza di volti uguali senza
occhi e mani che impugnano
la retorica soluzione senza che
accada. Altre sorgono in difesa
ai colpi si fanno calce gomma velo
le finestre chiuse: il palazzo non
cede la parola non raggiunge.
Solo i bambini corrono attraverso
incontaminati
lanciano la palla a una terra in attesa.
piaciuta molto. la leggo proprio in chiave di un allontanamento continuo dal presente. la casa come guscio di crescita, il cortile come luogo di giochi e di primi incontri, la piazza come luogo di confronto sociale e politico e di crescita umana. diventa tutto angoscioso se non si può toccare e mantenersi legato a ciò che di saldo c'era un tempo. qualcuno ha immaginato l'eterno ritorno per venire a capo dell' immutabilità del passato. Non ci sono cose immutabili e dunque...! ai bambini però è dato ancora di attraversare quei muri, la chiave è in questa innocenza che rende possibile l'impossibile senza lasciarsi contaminare dalle pastoie della realtà, nuda e cruda. Quando non giunge la parola ad afferrare è perchè qualcosa s'è perso, la capacità di dialogo con l'essenza delle cose, propria dei bambini che vedono bianco il bianco e nero il nero e vedono il re nudo.
una mia lettura chiaramente. ciao franco
[Modificato da cripaf 12/02/2017 11:13] |
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12/02/2017 22:49 | |
Una tua lettura estremamente corretta. Grazie, cripaf. Grazie di cuore.
e. |
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12/02/2017 23:32 | |
la mia lettura invece è stata di origine politica.
Ciao Pino
P.S. quel Mah! voleva solo significare la mia indecisione per quanto sugerito. |
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12/02/2017 23:37 | |
Ma anche tu hai letto bene, Pino: è politica. In effetti è proprio quello che sto cercando di fare. Ma a modo mio.
Grazie di cuore, Pino: avevo il dubbio che non arrivasse.
e. [Modificato da rossopapavero 12/02/2017 23:37] |
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14/02/2017 14:33 | |
Io leggo come di qualcosa che assorbe e continua ad assorbirci. E gli effetti sono di tipo attivo e passivo. Perché chi non si lascia assorbire resta escluso e comunque vittima di una solitutine. Diversa, ma solitudine. Non ho avuto nessuna percezione di politica (chiedo perdono), ma di moderna comunicazione mediatica e virtuale, che talvolta annulla del tutto, talvolta rende sempre più sottile quella classica. Solo i bambini restano immuni, ma proprio per poco.
Scritta benissimo. Complimenti!!!!!!
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18/02/2017 23:33 | |
la centesima volta che la leggo, la centesima volta che quel " incontaminati" mi tiene lì e distoglie l'attenzione. Ho tanto da dire qui, prima devo risolvermi con quell'incontaminati che trovo molto molto bello.
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"ogni giorno rubo un pezzo di spiaggia al mare e ogni giorno il mare se la riprende" |
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27/02/2017 09:45 | |
la tua poesia di per sé la trovo sempre perfetta. questo è un elemento che esclude interventi tecnici o suggerimenti sul linguaggio o sulle scelte semantiche. quindi passo all'argomento che hai dichiarato: la politica.
è un argomento ostico che generalmente compromette la presenza dell'arte, in qualunque forma lo contenga. l'arte generalmente non dovrebbe mai avere un fine, ma essere solo fine a se stessa. ed essere il quadro storico a cui appartiene, il linguaggio, le immagini a collocarla nel giusto tempo e nel giusto luogo. a far emergere il contesto sociale e politico in cui viene creata. a una poesia soprattutto, basterebbe la data ed il luogo di produzione, il sesso e l'età di chi la scrive, per trasmette le problematiche, le frustrazioni, i disagi del momento in cui viene composta.
voglio dire che tu, almeno per i due testi che ho potuto leggere qui, non stai uscendo dai binari di un equilibrio così sottile. la formula che proponi dà in pieno il senso della tua arte, innanzitutto. sul primo strato resti comunque tu come persona, come anima e come cuore. la poetessa di talento che conosciamo. per questo trovo che questa tua scrittura rientri pienamente in quello che io ho cercato di spiegare poco più sopra. esattamente quello che cerco dalla poesia con contenuti importanti, come la tua
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac) |
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27/02/2017 12:48 | |
Per non scrivere troppi post, rispondo qui.
due venti: io sono dispettosa, e mai ti dirò quello che volevo dire! Mi interessa di più vedere cosa arriva e la tua interpretazione mi ha sorpresa. Di questo ti ringrazio. Solo a una cosa voglio risponderti: la parola politica ha perso molto nel tempo, fino a divenire un guscio vuoto. Ma io vengo da una generazione influenzata da quella che risentiva del riflusso del '68. Per me tutto è politica. Ogni gesto, ogni atto o non atto. Poi potremmo parlare della politica in senso più stretto, ma quella la lascio fare a chi la sa fare.
Anna: Eccerto che ti distoglie! Quel "incontaminati" non è certo messo a caso :-P
Inseriscilo nel tutto, soprattutto con la chiusa, e poi, se ti va, dimmi.
Fabella! Mi hai lasciata senza parole! E hai colto la mia difficoltà: la sottile linea di confine sulla quale sto camminando. Ammiro in Anna il farlo con facilità, sulla scia del suo stesso sangue. In me, il sangue si fonde con la mente, e questo complica le cose. Grazie per il tuo incoraggiamento! Me lo terrò caro per quando avrai cose da dire e suggerire. Un po' come il "si può fare" di Frankenstein Junior. |
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01/03/2017 16:09 | |
La fuga di stanze cortili e piazze
non è accessibile: pareti molli
di bianco respingono i martelli
alternanza di volti uguali senza
occhi e mani che impugnano
la retorica soluzione senza che
accada. Altre sorgono in difesa
ai colpi si fanno calce gomma velo
le finestre chiuse: il palazzo non
cede la parola non raggiunge.
Solo i bambini corrono attraverso
incontaminati
lanciano la palla a una terra in attesa.
Eccomi. Allora, usciamo da quel "Incontaminati" per rimbalzare su quelle pareti che immagino elastiche ed entrare nel palazzo del potere, che tu descrivi in modo impeccabile. Hai raggiunto lo scopo qui, rimandare la speranza alla generazione a venire, troppo contaminati gli adulti per sperare che la soluzione venga da loro. Nostro compito dar loro gli strumenti del cambiamento, qui la vera e sola rivoluzione possibile al momento, senza dimenticare che ai bambini le parole senza esempio non servono. Cara Elisabetta, puoi essere molto e a molto servire con questa tua nuova scrittura
[Modificato da annamaria.giannini 01/03/2017 16:10]
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"ogni giorno rubo un pezzo di spiaggia al mare e ogni giorno il mare se la riprende" |
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