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l’urlo liquido della neve_1

Ultimo Aggiornamento: 10/10/2017 09:34
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20/07/2017 10:35
 
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qui sta
l’urlo liquido della neve.
sulla carne il bianco acceca.
saliscendi di gole aperte
ai primi fiocchi.
riempie gli anni
sui capelli
le mani pulsano
una dentro l’altra.
tutto preme
attorno alla casa
gli alberi sono scheletri.
il timbro della voce
cola scaglie
su porte fredde
finestre fredde
sulla terra infeconda.
cerco un segno
un nido di vita
dove si è sparso il sale
perché l’inverno
non ci buchi
nelle ossa

da "il suono del corno"(2016, 2017)





visto che non scrivo più, inizio a pubblicare dei frastagliamenti. un risultato di sintesi su una raccolta pubblicata tempo fa. più che altro, un vero e proprio rifacimento di testi da leggere come nuovi

[SM=g8231]
[Modificato da fil0diseta 23/07/2017 07:49]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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29/07/2017 07:54
 
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prima stesura

tanto per ricordare il laboratorio, introduco la prima versione delle brevi poesie che vado pubblicando. ricordo, le scrissi a raffica in uno stile battente. non so se lo preferisco a quello della seconda stesura. vorrei solo dimostrare di quanto non ci si possa (e soprattutto non ci si debba) innamorare della propria scrittura [SM=g8231]




sta in ogni dove l’urlo liquido della neve. sulla carne appena
urla il bianco. acceca. si sente salire, scendere. la gola aperta
ai primi fiocchi, la riempie a manciate. si ferma sui capelli
li imbianca superando gli anni. poi non esiste. scompare
le mani pulsano come cuori. rosse, una dentro l’altra. tutto
preme al viso, alle orecchie. gli occhi attorno alla tua casa
negli scheletri degli alberi. secchi come il timbro della voce
colano a scaglie il bianco che ritorna a scuotere la schiena
buca le porte fredde. le finestre fredde. la terra infeconda

vado in cerca di qualche impronta, un segno. le crepe nel muro
come buchi. mi inoltro nella traccia di un nido, testimonianza
vita. dove tutto muore. dove verrà tolta fino all’ultima goccia
d’acqua. e sparso il sale, perché l’inverno non buchi la roccia
[Modificato da fil0diseta 29/07/2017 09:12]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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06/10/2017 16:16
 
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un bell'esempio questo, ah come sono felice che siamo tornate qui. Ci aspetta un inverno indaffarato in poesia, oltre a tutto il resto, Quale mi piace di più? Non lo so, non credo siano paragonabili, credo comunque sia un esercizio che tutti dovremmo fare con i nostri versi

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"ogni giorno rubo un pezzo di spiaggia al mare e ogni giorno il mare se la riprende"
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06/10/2017 18:52
 
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Pet me decisamente migliore l'ultima versione. Anche se mi da l'impressione di essere un esercizio più che un moto dell'animo. Come uno schizzo rispetto al quadro che lo realizza. Ok esempio bislacco... ma di meglio non ho.
[Modificato da Distratto_2 06/10/2017 18:53]
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06/10/2017 20:45
 
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sì, un esercizio. è principalmente quello. ma il cuore resta nella prima versione [SM=g2843108]


Annamaria inverno indaffarato in poesia e non. la mia casa si sta riempiendo di lavoro... pfffiu [SM=g8154]

distratto è una prerogativa da molti riconosciutami (civitissssitì)il talento di saper scrivere anche senza cuore [SM=g8231]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
06/10/2017 21:14
 
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La seconda versione è indubbiamente più scorrevole nella lettura, ma a mio avviso vanno recuperati dei passaggi della vecchia versione che mi sembra quasi sacrilego aver eliminato...
06/10/2017 21:19
 
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oh, scusa, intendevo la prima più scorrevole, ovviamente...
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06/10/2017 21:23
 
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mi piacciono molto entrambe le stesure ma personalmente gradisco maggiormente la prima. Non ho una spiegazione oggettiva e tecnica, ma semplicemente una sensazione di gradimento personale.
ciao
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09/10/2017 00:50
 
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grazie anche a Fabrizio e a Manuel per la lettura [SM=g2829698]



"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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10/10/2017 09:34
 
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Sono confusa sulle preferenze espresse nei commenti riguardo alla prima o seconda versione: s'intende in termini di posizione della pubblicazione o di data?
Premesso che mi piacciono entrambe le versioni, personalmente a quella originaria preferisco la revisione, più snella, più elegante come musicalità e scorrevolezza di lettura.
A prescindere, le poesie che parlano del freddo, della neve, mi piacciono, soprattutto se tradotte in "urlo liquido" che invade, penetra, sommerge, s'insinua nel corpo e nell'anima.
Tutto ciò mette alla prova le proprie e altrui fragilità e vulnerabilità, ma la risposta non può che essere la ricerca di un calore buono, di un'intimità, di condivisione, appoggio/generosità, insomma di comunione di animi e rafforzamento.

Così l'ho letta. Molto bella a mio avviso.

A parte la preferenza per la stesura attuale, anch'io riprenderei qualcosa da quella originaria.

Ti propongo un'elaborazione delle due solo come spunto (ora il lavoro mi chiama e quindi non sto a spiegare perché l'ho sentita così alla mia lettura) ma resta indiscutibile la validità della tua a verso breve.



qui sprofonda
l’urlo liquido della neve.
scende e sale
nelle gole aperte
ai primi fiocchi. 
sulla carne il bianco acceca. 
si china sui capelli
li tinge d'anni
e scompare.
l'aria preme al viso
le mani pulsano 
una dentro l’altra
rosse si stringono.
gli alberi sono scheletri
attorno alla tua casa. 
secchi i rami
come il timbro della voce 
colano a scaglie 
il bianco sulla schiena
su porte fredde 
finestre fredde 
sulla terra infeconda. 
cerco un segno 
un'impronta
un nido di vita 
e spargo sale 

perché l’inverno 
non ci buchi 
nelle ossa 



Ciao a te e a tutti voi, a presto! [SM=g2843109]
[Modificato da Versolibero 10/10/2017 09:36]


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"Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
(citazione di EEFF)
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