questa stella che cade. cade. singola come un desiderio
perpetuo sui muri di luce leggera. gli occhi staccati e poi
continui dentro un grigio che fa male. indurisce le palpebre
dure. non svolazzano di azzurri ad aprire le gole, i sentieri
resta la vertigine del mondo negli sguardi. nel salire gli sguardi
verso il cielo e poi scendere. sulle mani, nelle mani. il cielo
questa bocca ti chiama con il respiro caldo. caldo
da farti sentire all’orecchio il rumore della foglia che cade
densa. addensa foglie sul pavimento del bosco
così come cade il fiato. cade. denso appanna la pelle
di te, odora di aghi secchi, sbriciolati nella mano che
non si stacca dall’altra mano. lascia ai polpastrelli
una sequenza muta, lenta. un addio continuo
come a dire muto, lento: verrà domani, domani
[Modificato da fabella 15/02/2019 14:34]
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)