sei sul tavolo a fette
anche un po’ staccate
appoggi il gomito, poggi la penna
che diventa pretenziosa
quando scrive rosa, o per lo meno
rosa del giardino, rosa del deserto
rosa come un nastro in un mare aperto
di sensazioni accattivanti
raffiche, impulsi, rettifiche ed
educatamente, educazioni
dalle finestre, il momento buono
lo acchiappi al volo
come fosse frutto di un sudario
filtro limpido trasformabile
in un velo cosmico
che si può lavare in lavatrice
vedere dall’oblò sinteticamente
prendere forma di sposa nucleare
spirito ottico, polvere lunare
è finito il ciclo, s’è già fatto buio
non vedo il tasto dello spegnimento
forse lo confondo con l’accensione
forse è lo stesso
o è la fibbia della tua cintura
so la misura, quasi a memoria
il numero dei buchi, il nome inciso
sul passante, da trovare
cercando sotto, sotto
lucidamente
scivola il braccio accanto al gomito
dammi una mano
aiutami ad aprire questo oblò
da "digressioni" - dicembre 2013
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)