ecco, rileggendola avrei ancora più cose da dire e sicuramente ne avrei all'ennesima rilettura. qui si comunica il contemporaneo al classico, con un coro di voci sparpagliate, come succede ai pensieri liberi che non hanno mai un vero e proprio filo logico, ma si presentano a chiazze, mentre siamo attenti ad altre cose. il contenuto fa quello che deve fare la poesia. essere testimonianza di giorno. mese, anno, per lasciare la nostra storia trasmettendo, in questo caso, un malessere, uno smarrimento che assume valenza universale.
non so che sia Silvia per te. per me è la Silvia di Leopardi. e ne trovo altri di riferimenti alla letteratura: voluti o non voluti, sono il passato buono che si insinua nel "senso di oppressione" che costringe e la lunghezza del verso cerca di bucare.
così la sto rileggendo
"Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)