Abeti e larici sono smeraldi,
il cielo sfrigola di diafani astri.
Pare che ora il silenzio si sfaldi
in lunghi, labili flutti fra i nastri
delle nubi. La sera accarezza
la pelle del fiume, mentre gli occhi
scintillano nell’ombra che marezza
i declivi… Entriamo, amore, ove i ciocchi
ardono nell’angolo col focolare,
dove sui vetri respira il vapore.
Non ci morda il ricordo: dimenticare
calma, scalda questo povero cuore.
Io sono Nessuno.