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22/10/2007 15:51 | |
A volte cerco ancora i segni,
su quel gessato grigio scuro,
di frasi pronunciate
senza il clamore del sì
che senso ha raccattare stagioni
per sigillare crepe
che le assenze hanno plasmato
come un’altra pelle ?
Vivo l’anonimato delle
mie rinunce lì,
nelle rughe della fronte
ed in quel ventre pieno
che mi manca
è una difesa senza senso,
un boccaporto su un cortile asfittico
come affacciarsi da un oblò
dentro la sala macchine del tempo
senza avere più porte aperte
in questa vita
ed in questa penombra
c’è solo il Cristo che mi guarda
dal suo calvario di sangue
…e scuote il capo.
sandra
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22/10/2007 16:49 | |
tu cerchi l'isolamento: lo cerchi pure qui, e non si può poi addossare al destino o al cristo l'evento mancato.
talvolta è meglio indagare in noi le cause dei vari perché, con cui ci interroghiamo.
in bocca al lupo.
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23/10/2007 00:07 | |
Mi ha colpito molto il ritmo, ben distribuito, sonorità musicale. Piacevolissima lettura |
| | | | Post: 26 | Amministratore forum | | OFFLINE |
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23/10/2007 08:33 | |
(dirò una fesseria, Sandra...)
Per me questo è il fulcro:
ed in quel ventre pieno
che mi manca
Il ventre, simbolo di fertilità, di maternità, di continuazione della specie, quindi di immortalità
Se tutto ciò manca a una donna, ecco che ne esce una poesia come questa.
Non vado oltre, perché a volte in poesia facciamo anche nostre le storie di altri e l'argomento mi pare alquanto delicato, per metterlo sul piano personale diretto, senza eventuali delucidazioni dell'autrice.
Ti abbraccio forte daniela
fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________ Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud) |
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23/10/2007 10:31 | |
Piuttosto che rifacentesi ad un desiderio di isolamento, vedo questi versi molto introspettivi. Quel guardare dall'oblò dentro la sala macchine è guardare dentro se stessi, quasi a fare un resoconto della propria esistenza. Ipotesi rafforzata da due elementi fondamentali: le rinunce e le assenze.
Io leggo l'amarezza per qualcosa che non è andato nel verso giusto, il rimpianti per una perdita(?), e qui mi rifaccio alle considerazioni di filodiseta: si scende troppo nel personale, e la paura di sbagliare è tanta, ma anche io ho letto il perno della poesia in quei versi centrali
"in quel ventre pieno
che mi manca"
darei la stessa interpretazione in chiave femminile di Daniela.
Per quanto riguarda il Cristo, anche lì, più che cercare di addossare responsabilità al Cristo, forse lo leggerei in chiave più spirituale (non mi è usuale questa veste, ma la leggo così): guardo il Cristo che scuote la testa come dire io ho sofferto più di te e mi sono accollato la mia croce fino all'estrema conseguenza, e tu vuoi mollare. Nello scuotere la testa leggo un senso di disapprovazione(?).
el greco |
| | | | Post: 27 | Amministratore forum | | OFFLINE |
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23/10/2007 11:37 | |
te_verde, 22/10/2007 15.51:
A volte cerco ancora i segni,
su quel gessato grigio scuro,
di frasi pronunciate
senza il clamore del sì
che senso ha raccattare stagioni
per sigillare crepe
che le assenze hanno plasmato
come un’altra pelle ?
Vivo l’anonimato delle
mie rinunce lì,
nelle rughe della fronte
ed in quel ventre pieno
che mi manca
è una difesa senza senso,
un boccaporto su un cortile asfittico
come affacciarsi da un oblò
dentro la sala macchine del tempo
senza avere più porte aperte
in questa vita
ed in questa penombra
c’è solo il Cristo che mi guarda
dal suo calvario di sangue
…e scuote il capo.
Ecco, sempre seguendo la mia intuizione, quel sì, senza clamore, come si dice a tutte le cose destinate a durare, a investire ruoli, a perseguire scopi. Eppoi alla fine temere di non essere degni, per non aver potuto assolvere al compito primario per cui siamo stati creati: aprire nuove porte alla vita...
Non è detto che non ci torni
fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________ Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud) |
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23/10/2007 13:05 | |
è una tormentata introspezione...o meglio una confessione....uno stato d'animo ferito, un essere in balia dei dubbi...è profonda, molto profonda...è bella molto bella...i miei complimenti
Lorenzo |
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24/10/2007 12:02 | |
filodiseta el greco, grazie per la vostra disamina. Aveta una grande capacità immedesimativa e di comprensione.
Daniela, grazie per la bellissima interpretazione, non ti sei fermata alle apparenze e questo depone a tuo favore. Noto sempre nelle tue poesie questa capacità di entrare nelle parole di giocare con il loro significato ed estrarne musicalità originalissime, quindi avere un tale tipo di commento da te mi rende orgogliosa.
el greco anche la tua interpretazione è aderentissima alle mie intenzioni, sono sorpresa da come sia arrivato il messaggio relativo al Cristo... avevo dei dubbi sulla sua immediatezza dopo aver letto il primo commento, ma tu me li hai fugati.
Lorenzo grazie, comprendo che i miei versi ti sono giunti chiari.
ormedelcaos vedo che hai le idee sempre molto chiare...,prenderò in considerazione il tuo consiglio: indagagherò sulle cause dei vari perchè della mia vita.
sandra
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24/10/2007 13:55 | |
Penso che chi cerca la verità tra le sue cose non passa il tempo a cercare metafore che la realtà stessa è metafora in sé:
un boccaporto su un cortile asfittico
come affacciarsi da un oblò
dentro la sala macchine del tempo
La critica che ti muovo è ben altra: Non si analizza il sistema lui lei senza l’ambiente in cui è dato di vivere; e tu dovresti ben saperlo conoscendo la fisica (lo presuppongo dalle tue letture in chiave matematica delle mie cose).
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| | | | Post: 30 | Amministratore forum | | OFFLINE |
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25/10/2007 11:31 | |
te_verde, 24/10/2007 12.02:
Daniela, grazie per la bellissima interpretazione, non ti sei fermata alle apparenze e questo depone a tuo favore. Noto sempre nelle tue poesie questa capacità di entrare nelle parole di giocare con il loro significato ed estrarne musicalità originalissime, quindi avere un tale tipo di commento da te mi rende orgogliosa.
Cara Sandra, apprezzo molto il tuo modo di poetare, anche se spesso mi si ferma dentro e non riesco a trasmetterti le mie sensazioni. Sta volta ce l'ho fatta a estrinsicarle, ma nulla toglie alla mia attenzione per te, anche quando sto in silenzio
daniela
fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________ Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud) |
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31/10/2007 12:07 | |
questa è da tempo che mi "rovista" dentro ed è il pudore che mi ha spinta al silenzio fino ad oggi perché si pensa d'entrare troppo nel merito personale di una vicenda (e magari non è la tua, già in passato ci hai presentato storie di donne) e si pensa di sbagliare e si spera d'aver capito male.
A me sembra che narri di un matrimonio, nelle sue tappe direi "canoniche" e tradizionali, della fatica di ogni giorno di vivere quel sì, già detto senza clamore oserei dire senza forza...
L'anonimato, la rinuncia, una mancata maternità, il sentirsi prigionieri negli ingranaggi del tempo e condividere tutto questo con l'unica persona che pensiamo possa comprendere...
Aggiungo che questa figura del Cristo la leggo anche come una riflessione sui legami (parlo di un matrimonio in Chiesa, per essere chiara) indissolubili per chi ci crede e quello scuotere la testa mi fa pensare ad una sorta di ribellione, un tuo voler manifestare un certo dissenso...
Mamma mia! credo sia il mio commento più lungo e articolato... non rileggo, sono di fretta, spero d'essere compresa e di non aver detto stupidaggini ma d'altra parte è la mia lettura...
grazie Sandra,
Anna
[Modificato da apassoleggero 31/10/2007 15:23] |
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