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Le margherite di Mozart

Ultimo Aggiornamento: 04/12/2007 16:07
17/11/2007 20:00
 
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Le margherite di Mozart











Le mani della pianista aderiscono
al perimetro della primavera.
Una matematica
successione di frasi disegna la bocca di Mozart.


Le dita dischiudono un’adunata di margherite
dispiegano davanti a noi un tappeto di papaveri.


La pianista è agile e bruna, ha labbra
che inseguono la puntualità delle nuvole.


Il brivido del corpo sposa il suono
converte in paesaggio il flusso, la corrente.
Alberi dai profumi sonori
nascono dalle vene della notte.


La pianista stila un elenco completo d’inquietudini
chiama per nome le paure, un bosco
o una porta che sbatte.
Evidenzia un nudo bisogno di luce.


Fa di aprile un’arma che inaugura
campi di girasoli.




f.
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17/11/2007 21:50
 
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Do una interpretazione fantasiosa, forse molto, e me ne scuso prima, Florinda.
Sembra tu voglia qui giocare a stanare il lettore.
Cominciando dal titolo, sembra tu voglia giocare sulle asimmetrie degli opposti rispetto al campo indagato: le margherite (femminile) al posto delle sfere (maschili), aprile – che sembra qui messo quasi più come mese del pesce (d’aprile) che non come epoca in cui sbocciano i girasoli, per poi poter nel continuo della bella tua poetica, dire: La sinfonia non è altro che un insieme di rapporti matematici che da qualsiasi mani (anche diversamente sessuate) vengano questi rapporti mossi, emettono gli stessi suoni e non fanno altro che rompere (dis-ordinare) la mono-tonia del continuo sonoro, creando delle asimmetrie suono/silenzio.
Queste, così come le altre asimmetrie maschio/femmina, cielo/terra, producono nella loro complementarietà delle armonie (sonore) che vanno oltre il loro specifico senso. Introduci così nell'opera artistica l'ana-logia: spostamenti di senso, nella fattispecie: dall'udito alla vista (vis artistica o palle di Mozart). Sentiamo con l'udito e in noi si formano delle immagini (delle nostre emozioni). Siano le nostre inquietudini un bosco o una porta che sbatte.

Chiuderei con un’altra e ancora più esposta fantasia: si potrebbe affiancare al titolo, magari scritto tra parentesi: Qual è il sesso degli angeli, ossia il sesso dell’armonia interiore. Ma si coercirebbe il lettore( yin e non yang) sottoponendolo ad una sola delle tante possibili chiavi di lettura.

Dici che mi abbiano dato tanti di quei papaveri (un tappeto) per farmi addormentare da piccolo, che ancora non mi sveglio bene?


Ciao e grazie.



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17/11/2007 23:19
 
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la mia lettura è molto più "umana"...direi che tramite allegorie e matafore, l'autore ha voluto trasferire in immagini di colori di suoni...una serie di sensazioni, che un musicista vive nel momento del suonare..
è una attimo orgasmico...estatico...che avvicina al cielo..
questo senso di spazio geomoetrico e temporale...da un senso di immortalità..
quell'iimortalità che può avere solo la musica come quella di Mozart..

uno stile molto originale, e condivisibile....la scelta della ripetizione anaforica "la pianista" può sembrare una forzatura...
e secondo me lo è..
ma è anche un modo per "riportare" nelle giusta posizione...ovvero "riportare sulla terra"...un volo che verso dopo verso...si elevava troppo...e si perdeva in voli pindarici...
un richiamo...alla realtà...
un resettaggio....del delirio...
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17/11/2007 23:48
 
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Re:
Lorenzo de Vanne, 17/11/2007 23.19:

la mia lettura è molto più "umana"...direi che tramite allegorie e matafore, l'autore ha voluto trasferire in immagini di colori di suoni...una serie di sensazioni, che un musicista vive nel momento del suonare..
.




Tu riesci a scrivere ciò che per la sua banalità sarebbe superfluo scrivere, perciò cerca di non chiamarmi in causa, se umano o meno umano un mio commento, se ottima o pessima una mia disquisizione.


Mi scuso per aver, questa volta invaso fuori-luogo, questo spazio destinato ai commenti e non alle futili polemiche, che non sono state da me provocate ma solo qui subite.

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17/11/2007 23:55
 
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Re: Re:
ormedelcaos, 17/11/2007 23.48:




Tu riesci a scrivere ciò che per la sua banalità sarebbe superfluo scrivere, perciò cerca di non chiamarmi in causa, se umano o meno umano un mio commento, se ottima o pessima una mia disquisizione.


Mi scuso per aver, questa volta invaso fuori-luogo, questo spazio destinato ai commenti e non alle futili polemiche, che non sono state da me provocate ma solo qui subite.





hai completamente considerato male il mio commento....volevo solo evidenziare una analisi più leggera...della tua...dando onore alla tua...
mi sembra fuori le righe la tua reazione...
e non mi sembra che sia una occasione per lanciare strali di discussione capziosa...
io leggo con serenità, e con la stessa serenità commento...
anche io mi scuso per la comunità..lungi da me cercare polemica...
specialmente con chi non conosco...
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18/11/2007 22:17
 
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Curiosa e stimolante lettura

[SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]
I let fall flowers of blood
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19/11/2007 08:20
 
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Re:
florinda49, 17/11/2007 20.00:

Le margherite di Mozart











Le mani della pianista aderiscono
al perimetro della primavera.
Una matematica
successione di frasi disegna
la bocca di Mozart.


Le dita dischiudono un’adunata di margherite
dispiegano davanti a noi un tappeto di papaveri.


La pianista è
agile e bruna, ha labbra
che inseguono la puntualità delle nuvole.


Il brivido del corpo sposa
il suono
converte in paesaggio il flusso, la corrente.
Alberi dai profumi sonori
nascono
dalle vene della notte.


La pianista stila un elenco completo d’inquietudini
chiama per nome le paure, un bosco
o una porta che sbatte.
Evidenzia un nudo bisogno di luce.


Fa di aprile un’arma che inaugura
campi di girasoli.




f.




Cara florinda, a differenza di quell'azzurro così libero, questa tua la trovo ingabbiata in una successione di immagini tutte aperte dalla stessa costruzione grammaticale (soggetto-predicato) e mi risulta un po' pesante alla lettura.

Io evidenzierei questa costruzione, quando il soggetto resta "la pianista" (attaccherei anche con questo soggetto, perché no... ): come per un'accompagnamento, un ritornello. Ma la renderei meno evidente in alcune delle altre srofe, solo mischiando un pochino le carte.



Un abbraccio [SM=g28003]




fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________
Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.
(Antonin Artaud) 
26/11/2007 21:29
 
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non andiamo sul difficile, frequento una sala di musica da molti anni e ho cercato di descrivere in poesia una sonata di mozart, ho fatto diversi tentativi, con pianiste, violoncelliste, cantanti, e ho trovato che il modo migliore, per me, quello che più mi corrisponde, è usare questa tecnica

grazie per le letture
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27/11/2007 16:08
 
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Onestamente io non trovo molto sgradevole il fatto di avere utilizzato una sequenza di soggetti e predicati.

Ci sono alcuni versi che trovo interessanti:

La pianista è agile e bruna, ha labbra
che inseguono la puntualità delle nuvole.


La pianista stila un elenco completo d’inquietudini
chiama per nome le paure, un bosco
o una porta che sbatte.


Il fatto di ricorrere al soggetto e predicato, da una parte ingessa il testo, ma dall'altra gli infonde personalità.

Forse modificherei i due versi iniziali

Le mani della pianista aderiscono
al perimetro della primavera.


Lasciando il riferimento alla pianista che sarà il soggetto principale, ma alleggerendone la struttura in modo da renderla più musicale.

(es: La pianista ha mani che aderiscono...)




27/11/2007 22:13
 
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grazie per la lettura e i suggerimenti, el greco, però nel primo verso mi interessa il versante visivo, durante un concerto lo sguardo è calamitato dalle mani della pianista, e metterle in primo piano, aprire la scena così è quello che volevo

soggetto e predicato: sì, generano una certa fissità, quella fissità che incolla la pianista al piano
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27/11/2007 23:46
 
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Propongo quella in la minore K. 310.
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28/11/2007 12:14
 
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(pensieri invisibili)





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(Antonin Artaud) 
28/11/2007 21:55
 
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Pensieri visibili




Meritare l'attenzione del maestro
durante la sonata non genera sconcerto.

Certo, purchè non sia maldestro.

Lo dico in sincerità, col cuore aperto.


(il maestro è nell'anima, e in fondo all'anima
per sempre resterà

paolo conte )
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02/12/2007 23:22
 
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Questo nobile signore, se non erro, impartì al giovane Wolfgangus Amadeus Mozartius lezioni di contrappunto a Manotva o a Bologna.
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04/12/2007 12:03
 
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Belle suggestioni, le margherite... immagino le dita bianche della pianista che sfiora i tasti del pianoforte con eleganza e decisione e leggo le sue inquietudini nella nervosa armonia delle successioni di note.

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Post: 21
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04/12/2007 16:07
 
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Mantova, ovviamente.

Poi mi chiedo come ci si rapporta ai fiori di Bach.


[Modificato da Antonio Fabi 04/12/2007 16:09]
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