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24/11/2008 13:05 | |
la nostalgia riaffiora dagli occhi
e dalle mani come farfalle
sfrigola sulle spalle, al sole
artificiale di una lampada
nei pollini di bracci di ferro
le polveri sottili delle ombre
e cieli di carta da inzuppare
col latte stillato dagli occhi
la nostalgia riempie la ciotola
addento il gusto dei ricordi
e ti rivivo a sorsi
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24/11/2008 19:41 | |
Poesia struggente, con un finale BELLISSIMO
I let fall flowers of blood |
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24/11/2008 20:35 | |
Stupenda.
Sei fantastica!
Che belle le tue metafore...i vocaboli scelti...
Un bellissimo mosaico.
Bacissimo
Reb |
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25/11/2008 07:39 | |
Maredinotte, 24/11/2008 13.05:
la nostalgia riaffiora dagli occhi
e dalle mani come farfalle
sfrigola sulle spalle, al sole
artificiale di una lampada
nei pollini di bracci di ferro
le polveri sottili delle ombre
e cieli di carta da inzuppare
col latte stillato dagli occhi
la nostalgia riempie la ciotola
addento il gusto dei ricordi
e ti rivivo a sorsi
Bellissimo mosaico di metafore, concordo, ma per me che ti conosco da tempo, c'è qualcosa che non quadra Roberta. Le parole, invece di trovare la loro sospensione, come sono sospese le nostalgie, diventano grappoli. Non so se ti sto dicendo una cosa positiva o negativa per quelle che erano le tue intenzioni: di sospendere o di riempire.
Ma l'intenzione forse arriva qui? la nostalgia riempie la ciotola
O forse voleva arrivare qui? ti rivivo a sorsi
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Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
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25/11/2008 10:40 | |
ti ringrazio Elfo, e grazie Rebby... manco mi aspettavo così tanto calore!
sì, perchè in realtà c'è qualcosa che non va... per questo aspettavo Daniela che mi aiutasse a cercare la pecca...
in realtà non c'è nessuna pecca (non a livello psicologico...) poichè questa volta nn sto rarefacendo un sentimento, non lo sublimo, ma lo condenso...
vedi, la nostalgia si sporge dagli occhi, arriva come formicolio e poi si condensa, collassa quando la carta è zuppa.
è come un circolo: dentro-fuori-dentro
l'intenzione è da individuarsi in tutti e tre i versi finali, ma, come al solito, non scrivo mai avendo già chiara l'intenzione, ma la ricerco leggendomi... è per questo che diventa uno studio psicologico di me, nel quale rintracciare (quindi aiutatemi) pensieri e riflessioni "nascoste".
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02/12/2008 07:24 | |
Maredinotte, 24/11/2008 13.05:
la nostalgia riaffiora dagli occhi
e dalle mani come farfalle
sfrigola sulle spalle, al sole
artificiale di una lampada
nei pollini di bracci di ferro
le polveri sottili delle ombre
e cieli di carta da inzuppare
col latte stillato dagli occhi
la nostalgia riempie la ciotola
addento il gusto dei ricordi
e ti rivivo a sorsi
Poeticamente, cara Roberta, ti dico subito cosa non va, a mio avviso.
La parola sembra ricadere su se stressa le volte sufficienti per formare un verso. E si viene a creare l'effetto che ho chiamato a grappolo, come se la parola si sfilacciasse a cascata ed ogni frammento acquisisse un corpo a sé con apparente significato. Insomma come quando si riempiono gli scritti di aggettivi. Vado con gli esempi di come hai girato attorno ad una parola formando questo grappolo d'aria.
al sole
artificiale di una lampada
nei pollini di bracci di ferro
le polveri sottili delle ombre
e cieli di carta da inzuppare
col latte stillato dagli occhi
guarda quanto hai scritto attorno ad una parola, quanto hai specificato, quanto hai descritto, con la conseguenza che il verso manca di incisività e soprattutto di silenzio, nel quale solitamente si annida la poesia.
Questo solo dal punto di vista formale. Quello che è interessante è che tu non hai generalmente questa pecca e l'analisi formale è utile sì, la poesia si potrebbe alleggerire. lo faresti da sola, senza problemi. l'interessante è proprio quello che sottolinei tu. da un testo abbastanza anomalo per la tua poetica risalire allo stato d'animo, al tuo essere del momento:
-è per questo che diventa uno studio psicologico di me, nel quale rintracciare (quindi aiutatemi) pensieri e riflessioni "nascoste"-
La parola (tu) che gira troppo attorno a se stessa senza trovare un fuoco o l'aiuto che essa cerca nel grappolo (le persone che ti stanno attorno) per definire la propria stessa "identità". Un momento di insicurezza più o meno profonda, direi, ma infine la fiducia nel sostegno che ti potrebbe essere manifestato dall'esterno.
Accidenti sono p.p.sicologa Mi spiace solo per il ritardo, ma l'arte delle suddetta p.p.sicologia sarà a scoppio ritardato [Modificato da filodiseta-- 02/12/2008 07:36] _______________________________
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
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02/12/2008 09:28 | |
Maredinotte, 24/11/2008 13.05:
la nostalgia riaffiora dagli occhi
e dalle mani come farfalle
sfrigola sulle spalle, al sole
artificiale di una lampada
nei pollini di bracci di ferro
le polveri sottili delle ombre
e cieli di carta da inzuppare
col latte stillato dagli occhi
la nostalgia riempie la ciotola
addento il gusto dei ricordi
e ti rivivo a sorsi
I pollini di braccio di ferro? Ma chi il marinaio?
Va bene ritorno serio.
Ho letto i commenti precedenti, ma ho evitato quello (credo esplicativo) di Roberta perché mi sarei lasciato influenzare .
Condividendo il punto di vista di Daniela ho provato comunque a dare al testo una diversa lettura.
L'ho suddiviso in tre parti; esattamente le tre strofe con cui lo leggiamo.
Nella prima parte è palese la nostalgia, ed il ricorso a metafore contrastanti ne accentua l’effetto.
Mi verrebbe da pensare ad un ricordo estivo (probabilmente azzardata come ipotesi).
Nella seconda strofa, la nostalgia ancora presente, viene man mano colmata da un effetto presenza (la capacità di riportare a se i ricordi tutti insieme senza soluzione di continuità) che si rivela con quella mancanza di silenzi che bene ha colto filodiseta. Quello girare attorno ad unica parola, quel ritmo quasi incalzante, posso associarlo alla necessità di avere questi ricordi tutti allineati per potersene saziare e suggerne a sorsi così come evidenziato nell’ultima strofa. La conclusione ottiene un buon effetto: finalmente si riesce a riempire il vuoto che si sentiva dentro e si realizza il piacere di rendere quasi tangibile la presenza ricavata dai ricordi.
Ma, (c’è sempre un ma ) resta comunque qualcosa che non mi convince in quella parte centrale, ma non tanto per il ritmo o per la mancanza di silenzi (che letta in questa ottica, potrebbe renderla anche più interessante) quanto per la costruzione sintattica che non mi torna. Non riesco ad identificare il soggetto il predicato ed il complemento.
Mi spiego:
se il soggetto è la nostalgia, allora mi torna fino a qui:
la nostalgia riaffiora dagli occhi
e dalle mani come farfalle
sfrigola sulle spalle, al sole
artificiale di una lampada
nei pollini di bracci di ferro
poi non capisco se c’è un cambio di soggetto e questi diventano le polveri, però anche così non mi torna.
E’ come se ci fosse uno scollamento in quei quattro versi centrali.
Ma forse sono io che non riesco a trovare il bandolo.
[Modificato da fil0diseta 09/12/2008 02:30] |
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03/12/2008 15:41 | |
rispondo sempre di getto... spero di essere esaustiva.
prima una spiegazione alla sintassi che al mio caro mumu non torna:
il verbo è sottointeso. potrebbe essere un "vedo", oppure un "ci sono"
nei pollini di bracci di ferro (ci sono)
le polveri sottili delle ombre
e cieli di carta da inzuppare
col latte stillato dagli occhi
così vedi... è tutto chiaro, la costruzione sintattica esiste!
i bracci di ferro sono i supporti della lampada suddetta, potrebbero rappresentare lo stelo dell'ipotetico fiore meccanito, di cui sole è sia la luce che i pollini interni al fiore.
ora, passando ad analizzare silenzi e spazi, avete tutti rintracciato questo bisogno di colmare un vuoto... la nostalgia è quel sentimento che ci "riempie" quando un ricordo riaffiora, insieme alla consapevolezza che quell'evento o quella persona appartengono al passato e... ci mancano! sarà per questo che ho riempito tutto di parole?!
tante, troppe per quello che mi riguarda...
è troppo carica, lo so anche da me! però è l'effetto che volevo ottenere, per poi svuotarlo in quella ciotola e rinfilarmi tutto dentro, come ho fatto negli ultimi tre versi più rarefatti.
ti ringrazio, Daniela, per l'analisi attenta, sia stilistica che psicologica... sapevo già tutto, ma non riuscivo a focalizzare!
e poichè rappresenta un mio momento di sconforto, la lascerò così, con le sue pecche, con tutte le sue voci, ma ti ringrazio davvero!
ps. quanto ti devo?
[Modificato da Maredinotte 03/12/2008 15:43] |
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