indubbiamente il mio sentimento di fronte a questa poesia non corrisponderà al tuo, cara Rebby, ma io te lo dico lo stesso!
perchè è contrastante.
mi mette un po' di tristezza l'immagine di una rosa passita, che diventa fragile, delicata, friabile (come tu stessa hai detto) ma lo diventa perchè in realtà non possiede più linfa, non vive... mi sembra come se volessi riviverti in una mummia, in un qualcosa di rigido e profumato per mezzo di qualcun altro che ha provveduto alla tua preparazione...
in assenza d'aria -poi- quindi senza respiro, ancora una volta "irrigidite" e ferme.
e allora, anche prendendo in considerazione la duplice valenza del titolo, dove la parola incanto ci fa pensare ad un tempo sospeso per la tanta bellezza, come foto tridimensionale impressionata sull'anima, e in-canto al tuo canto "ammaliatore" che continua a ripetere di coglierti ora, è come se leggessi una cosa del tipo: coglimi ora, ora sono bella, profumata, fragile, ma sono sotto vetro (unico modo per tirare via l'aria) e sono solo parvenza di vita e tu non puoi farmi più male, da qui...
ripeto, la mia è una interpretazione azzardata... ma ti dico cosa ho sentito leggendola...
cmq... bella!