Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!
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COSA SONO?

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2008 17:31
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01/12/2008 14:37
 
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Sono un osso
sotterrato da un cane.

T’appartengo nascosta
nel buio del silenzio
aspettando paziente
un ruzzolare di unghie e terra.

Disseppellita
sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato.
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01/12/2008 17:37
 
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Mi auguro che quanto letto sia solo la reazione ironica per la cointestazione di un rapporto a forte componente maschilista.

Alle due prime strofe che si potrebbero identificare come un resoconto di una relazione con una dominante sottomissione, fa da contraltare un ultima strofa dove la carnalità passionale prende il sopravvento anche sull'amor proprio.

Non so dire se mi è piaciuta perchè non ho afferrato se ci sia della ribellione o della sottomissione.


Sandra


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02/12/2008 08:02
 
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Sono un osso
sotterrato da un cane.

T’appartengo nascosta
nel buio del silenzio
aspettando paziente
un ruzzolare di unghie e terra.

Disseppellita
sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato.


Una poesia che merita sicuramente riflessione. Ci sono passata diverse volte, ma mi sento di non avere ancora riflettuto abbastanza.

Colgo il significato di Sandra, di una condizione femminile di appartenenza al maschio, accettata in silenzio. E una "morbosità" nella parola, che già notai nella tua della sezione erotica. Qui si manifesta nel sotterrare, nel ruzzolare di unghie, ma anche nel disseppellire. Nell'osso e nella carne. Non sono capace di arrivare al nocciolo. Ma sono certa che altri mi verranno in aiuto.

(Tu Glicine, aspetta a rispondere, per favore)


Intanto butto lì una seconda visione, quella di donna madre nella condizione di tacere, di non intervenire nella vita di un figlio già grande, che forse ha un suo nucleo affettivo al di fuori dell'amore materno. Il quale sembra momentaneamente/apparentemente seppellito, per dare luce e dedizione a nuovi amori, quelli per una compagna, un figlioletto.


Aspetto altri su questo interessantissimo testo

A te, cara Glicine: grazie [SM=g27985]
_______________________________
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world

02/12/2008 12:48
 
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Re:
dolceglicine, 01/12/2008 14.37:



Sono un osso
sotterrato da un cane.

T’appartengo nascosta
nel buio del silenzio
aspettando paziente
un ruzzolare di unghie e terra.

Disseppellita
sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato.




Quando ho letto il testo, la prima volta, l’impressione immediata è stata quella avuta da te_verde. (D’altronde della stessa autrice avevo letto il testo erotico pubblicato nella sezione apposita e l’impressione era di una certa carnalità nel modo di scrivere e nei contenuti. Una passionalità che si esprimeva per mezzo dei gesti, delle attività piuttosto che attraverso il pensiero).
Poi, rileggendolo, ho avvertito delle esasperazioni troppo marcate per essere solamente una poesia dedicata ad un uomo. Alla fine nel commento successivo, la seconda probabile chiave di lettura fornita da filodiseta mi ha aperto un nuovo universo fatto di sofferenze taciute in nome di un bene superiore.
Nei versi di dolceglicine ho intravisto l’Amore, non quello fatto di sottomissione e di annichilimento dell’io, ma l’Amore che sa tacere (sotterrarsi) al momento opportuno per non diventare invadente. Un amore che ha coscienza di sé, sa di esistere al di là delle manifestazioni più o meno plateali, che sa attendere in nome di un bene superiore ed in virtù di questo saprebbe anche morire. Un amore vivo, che sa di non poter essere dimenticato (proprio come l’osso per il cane) nemmeno quando viene momentaneamente seppellito.
In questo senso strabiliante l’ultima strofa:

Disseppellita
sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato.


dove a questo punto la carnalità diventa l’unione fra l’essere figlio e dunque parte di una entità generatrice e l’universalità dell’essere donna e madre.

Stupenda, dunque, l’interpretazione che vede il modificarsi dell’amore Madre --> Figlio/a quando quest’ultimo/a scinde il legame dalla famiglia originaria per dare origine al suo percorso di vita con un/a compagno/a.
E’ proprio questo sapersi fare da parte (sotterrare) in silenzio rimanendo pregna di tutto l’amore ancora inespresso che fa di una donna qualunque una Madre.

Se questa chiave di lettura è corretta allora dolceglicine questa tua poesia è da incorniciare.


Se al contrario l'idea è quella che ho avuto inizialmente, mi dispiace dirlo ma la trovo abbastanza "inquietante".



[Modificato da anumamundi 02/12/2008 12:53]
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02/12/2008 13:18
 
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Ci vedo una forte consapolezza della propria ricchezza interiore, poiché solo chi si riconosce un valore può dire

"sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato."

Certo c'è il "disseppellita", che ci porta a pensare che questo valore potrà essere riconosciuto solo quando qualcun'altro verrà a tirarci fuori. Ma non credo che questo sia un limite, a volte il seme deve giacere dimenticato prima che evidenti fattori esterni lo portino a maturazione.
Il cane che sotterra l'osso, sta sotterrando qualcosa di prezioso, ne riconosce il valore. E se "t' appartengo...aspettando paziente", c'é un legame tra me e te che non deriva da un'imposizione. Magari sto sbagliando tutto, ma in questi versi leggo un attesa di fondo bellissima: l'attesa del riconoscimento di ciò che siamo. E non nel senso che noi non sappiamo di essere finchè qualcuno non ci riconosce, ma nel senso di essere finalmente ricosciuti ed accettati per ciò che siamo realmente e per ciò che abbiamo dato in silenzio nel nascondimento, fino alla nudità delle nostre stesse ossa.
ti abbraccio forte, Giusy.
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Post: 75
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02/12/2008 13:50
 
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qui mi zitto
perché vi state superando, cari commentatori miei!



_______________________________
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world

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Post: 597
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02/12/2008 14:40
 
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Volutamente non ho letto i commenti che mi hanno preceduta, proprio per non lasciarmi influenzare.

Ho letto più volte questi versi che si presentano semplicemente, celando il più profondo significato.

Io ci leggo (o ci voglio leggere?) una ricerca costante di appartenenza che va aldilà della materialità anche se l'impostazione rivela tutt'altro, cercare amore fino a lasciarsi spolpare o essersi spolpata da sola, magari attendendo.

E' la chiusa che non riesco a ricomporre, cioè:



Disseppellita
sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato.




praticamente l'attesa ti ha ridotta all'osso, osso che diviene essenza d'amore riuscendo a dare quel sentimento che la fisicità non ha potuto/saputo donare.


Bah, io intanto ci ho provato, cmq sia a me è piaciuta.






"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com
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Post: 374
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03/12/2008 17:31
 
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Re:
dolceglicine, 01/12/2008 14.37:



Sono un osso
sotterrato da un cane.

T’appartengo nascosta
nel buio del silenzio
aspettando paziente
un ruzzolare di unghie e terra.

Disseppellita
sono tutto l’amore
che la mia carne non ti ha dato.




La mia analisi, vuole solamente riflette il mio punto di vista.

Credo che per un cane, l'osso non rappresenti tanto la sopravvivenza, quanto un deliziarsi a rosicchiare il sempre meno che rimane, per cui non volendo andare troppo in profondità, e non saprei neanche dove, mi ritorna un pò il discorso di Sandra. La seconda strofa è spiazzante perchè presenta una struttura che può essere letta in differenti tonalità. E' vero che qui si potrebbe andare verso quell'amore superiore di cui parla Anumamundi o di quel "prezioso" che non impone secondo la lettura di Ginevra, ma la prima lettura, quella dell'evidenza, mi riporta al cane/uomo e non subito al cane/amore superiore, per cui mi viene da pensare ad un rapporto uomo donna non del tutto paritario ma percepisco anche una volontà ed un desiderio che lo sia. Io penso che il mondo è fatto di vincenti e di perdenti, ma anche di una via di mezzo che sta bene sotto un vincente pur non essendo un perdente, vuoi per morbosa ammirazione oppure per esacerbante rispetto. Differente è la sottomissione terroristica di una persona ad un'altra. E qui, e lo notiamo nel'ultima strofa, pare ci sia la consapevolezza che il "cane" ha necessità di quell'amore che riceve tutte le volte che "disseppellisce". Non mi pare che ci troviamo di fronte ad una afgana sottomessa, al massimo, siamo davanti ad una donna un pò masochista che però diventa protagonista assoluta durante il disseppellimento.

Il discorso dell'amore superiore, è un concetto bellissimo che però non riscontro. Probabilmente, conoscendo Anumamundi e Filodiseta, che scavano in profondità, c'è una chiave che ancora non sono riuscito a beccare.
Al momento mi fermo. Ma rileggerò ancora!!

Sebastiano



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