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03/12/2008 11:11 | |
Stralci di luna piena
sono i ricordi
che il vento consuma
come fossero candele
di fiamma in fiamma
come il clok di un pendolo
che invade, persuade
di necessario il sottofondo
ed illumina tutt'intorno
dimenticando il resto
mentre lento il tempo
la continua a divorare
Sono le ore che arrivano
d'angosce e i tocchi
più piccoli spaurano
all'aspettare d'albe
ed ogni albe
attira a sé tramonti
che sanno d'oblio
e di immagini passate
Siediti a destra, restiamo
sospesi al controluce
di un flash che infuoca
tra gli aghi di un abete
filodiseta (versi in coro) [Modificato da fil0diseta 04/12/2008 20:26] |
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03/12/2008 16:46 | |
È bellissima in questo suo svolgersi a mano a mano in una continua contaminazione e dislocazione spazio/temporale per poi, peccato (per me), aggrovigliarsi a contestualizzarsi in quell’ultima strofa.
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03/12/2008 17:14 | |
e peccato sì, perché la strofa l'ho scritta io e mi sono anche palesemente accorta della caduta. ho lasciato tutto come stava, dimenticandomi dei miei acuti commentatori.
E mi merito che tutto il mio bel predicare su In-Contro sulla decontestualizzazione, perda di credibilità (ahahahah)
Sempre attentissimo Walter, grazie per l'apprezzamento di tutto il resto
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Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
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03/12/2008 18:27 | |
bella sintonia. Molto piaciuta questa lettura che incanta per semplicità
e conduce in un angolino di -quella foto-.
Bravi!
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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04/12/2008 19:28 | |
Siediti a destra, restiamo
sospesi al controluce
di un flash che infuoca
tra gli aghi di un abete
Sotto molti aspetti sono daccordo con Walter per questo contestualizzarsi come per cercare una chiusa, tuttavia, ad una lettura un pò più distaccata, comincio a non vedere questa strofa come uno scivolone; il verso " restiamo sospesi al controluce"
pur non riportando in decontesto la scena, però, mi pare che la sospende in uno sfondo un pò surreale ponendola su un piano che mi fa pensare ad uno stato di dormiveglia. Mi sbaglierò probabilmente ma
penso che i sogni sono tali perchè segue il risveglio, altrimenti diverrebbero vissuto. E qui ci leggo questa azione di risveglio, diciamo un rimettersi in posizione dopo aver volato fuori da ogni schema reale.
Nell'insieme la trovo bella e carica di quel phatos necessario per arrivare fino in fondo serenamente e questa "scivolata" non disturba la lettura a mio parere. La "chiusa" (e non il finale) questa si, diventa uno stacco netto, visto il modus tuo, ma parecchio corrente in questo Forum, di sospendere.
Sebastiano
Ah! Complimenti per la bella sintonia. [Modificato da al_qantar 04/12/2008 19:29] |
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04/12/2008 20:04 | |
Devo essermi perso qualcosa su In-Contro.
Comunque complimenti a tutti per gli attenti commenti.
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04/12/2008 20:27 | |
(corretto il "peldolo")
fil0diseta_______________________________________________________________________________________________________ Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io. (Antonin Artaud) |
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04/12/2008 23:57 | |
mi sembra un buon lavoro, nell'insieme...
ma...
l'ho letta attentamente e quell'ultima strofa non mi convince... però facendo uno spostamento ed eliminando in toto il finale, io l'ho letta così:
Stralci di luna piena
sono i ricordi
che il vento consuma
come fossero candele
ed illumina tutt'intorno
dimenticando il resto
mentre lento il tempo
la continua a divorare
Sono le ore che arrivano
d'angosce e i tocchi
più piccoli spaurano
all'aspettare d'albe
ed ogni albe
attira a sé tramonti
che sanno d'oblio
e di immagini passate
di fiamma in fiamma
come il clok di un pendolo
che invade, persuade
di necessario il sottofondo.
eh, che dite?
Anna
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04/12/2008 23:57 | |
Ricordando che tutto è estremamente relativo, vorrei far notare che ciò che per qualcuno potrebbe rappresentare una caduta (come inopportunamente lo definisce filodiseta), per altri potrebbe essere una conclusione naturale, la contestualizzazione di uno stato mentale che trova una sua spontanea soluzione in quell’imperativo, quel “siediti” pronunciato quasi come supplica che restituisce un senso ad una scena palladiana, sicuramente coinvolgente, ma dalle emozioni distaccate.
Non vedo alcuna colpa nel contestualizzare in fondo ad una chiusa quella che potrebbe essere la conclusione logica dello stesso testo.
In ultima analisi ognuno è padrone di fare le considerazioni che ritiene opportune, ma apprezzare gli attenti lettori rigettando la propria capacità creativa e letteraria lo trovo fuori dai qualsiasi normale schema mentale.
Dimenticavo... bel duetto, splendido quadretto bucolico ed atmosfere coinvolgenti.
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05/12/2008 08:12 | |
apassoleggero, 04/12/2008 23.57:
mi sembra un buon lavoro, nell'insieme...
ma...
l'ho letta attentamente e quell'ultima strofa non mi convince... però facendo uno spostamento ed eliminando in toto il finale, io l'ho letta così:
Stralci di luna piena
sono i ricordi
che il vento consuma
come fossero candele
ed illumina tutt'intorno
dimenticando il resto
mentre lento il tempo
la continua a divorare
Sono le ore che arrivano
d'angosce e i tocchi
più piccoli spaurano
all'aspettare d'albe
ed ogni albe
attira a sé tramonti
che sanno d'oblio
e di immagini passate
di fiamma in fiamma
come il clok di un pendolo
che invade, persuade
di necessario il sottofondo.
eh, che dite?
Anna
ahahahahhaha Anna l'ultima strofa è ancora mia e temo che in quella posizione determini un'altra mezza caduta, a mio avviso non grave come la prima, ma insomma. Però vedendo ogni quartina è abbastanza a sé stante, nel senso che è un botta e risposta netto, pur contenendo il continuo invito a procedere. Secondo me non richiede che cambi la cronologia, proprio perché contiene quella sequenza di segnali per fare continuare o fermare l'altro. La poesia di per sé si, mi piace anche come l'hai messa tu e senza l'ultima strofa. Ma visto che si tratta di un duetto, che abbiamo deciso di presentare come un estemporaneo 4mani, credo andrebbe mantenuto nella sua integrità. Anche con la caduta finale, per le varie ragioni che gli "innocentisti" ( della strofa finale, intendo ) elencano. Proprio per questo susseguirsi di segnali veloci, di piccole regie indipendenti e inconsce che non guiderebbero mai ad una conclusione, al famoso sapere quando fermarsi, tanto è il piacere di continuare.
Quindi concordo con chi leggendo la poesia a sé, riscontri un colpo di coda storto, ma sostengo chi ci vede positivo un tornare al contesto, un risveglio dal sogno, in questo caso da un pathos che sarebbe potuto continuare per pagine. Per quello la necessità di un rientro grazie ad un'immagine reale. Quella per esempio che mi aveva offerto la prima finestra del mattino.
( mi sa che mi sono anche attorcigliata troppo) boh
Rispondendo a te, credo proprio di avere risposto anche agli altri. Mi piacerebbe sentire Francesco, anche...
[Modificato da filodiseta-- 05/12/2008 08:15] _______________________________
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05/12/2008 08:32 | |
Nel frattempo ho pensato che l'ultima strofa la potrei anche alleggerire (non troppo migliorare, ma...) così:
Siediamoci alla destra
restiamo al controluce
tra un flash che arrossa
e gli aghi di un abete
Infine:
anumamundi, 04/12/2008 23.57:
In ultima analisi ognuno è padrone di fare le considerazioni che ritiene opportune, ma apprezzare gli attenti lettori rigettando la propria capacità creativa e letteraria lo trovo fuori dai qualsiasi normale schema mentale.
veramente avevo unito il tutto ad una "sonora" risata
filodiseta--, 03/12/2008 17.14:
E mi merito che tutto il mio bel predicare su In-Contro sulla decontestualizzazione, perda di credibilità (ahahahah)
Comunque grazie di questa tua riflessione che terrò presente in qualunque momento io possa davvero mettere in discussione la fiducia che ho in me stessa
ti abbraccio
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05/12/2008 12:05 | |
Scusate se intervengo nella discussione in ritardo.
A dir la verità non credo che l'ultima strofa sia fuori luogo. Vorrei ricordare, in primis, che questa poesia nasce come 'duetto' diciamo. Quindi non è da escludersi la presenza di un personaggio in più nella poesia. A me è piaciuta cosi perchè immaginavo due persone davanti ad un album fotografico, magari, a rivivere vecchi momenti, a rendersi conto che il tempo passa ma la foto resta: con le emozioni di quel momento, con l'atmosfera di quel momento. E questa consapevolezza matura proprio nell'ultima strofa: consci che la foto è qualcosa che va al di là del tempo, sono pronti a scattarne un'altra per fermare lo spettacolo di un altro attimo insieme. Lei dice 'siediti a destra' e filmiamo con un altro fotogramma, con un altro 'flash' questo momento. Io nel crearla con filodiseta l'ho vista cosi ed ho apprezzato quell'ultima strofa proprio per questo.
Complimenti comunque a tutti per gli attenti commenti
Francesco
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