Ancora non sappiamo quando
tutta la comitiva del corpo
sarà pronta per il viaggio
forse ci avviserà un treno, il fischio
sulla nuca
uno scalino: “prego, salire”.
Giro e rigiro il biglietto
tra le mani - ferme -
come gli occhi sulla rotaia
e il timpano sul ferro
in attesa.
Ne abbiamo parlato al telefono Anna e già ti ho detto quanto mi piace. Ed è stato bello perché ero senza il testo davanti. L'avevo letta sì un paio di volte, ma non l'avevo presente nella sua globalità.
Allora ti ho detto immediatamente e semplicemente che mi ha condotta a pensare alla morte, forse proprio per un'immagine che non ricordavo, alla quale ora posso risalire -tutta la comitiva del corpo sarà pronta per il viaggio-
Mi sono soffermata invece su altre che mi erano rimaste ben chiare. Quel discorso diretto, quasi circense, quel biglietto che gira tra le mani... e infine l'ultima, selvaggia, della rinuncia a qualunque mezzo scientifico per sentirla arrivare. La sensazione degli ultimi tre versi, non è stata quella della perplessità che mi hai confidato, ma contraria. Come l'indiano che posa l'orecchio sulla rotaia per ascoltare il treno in arrivo, sperando di sentirlo ancora lontano, per avere tempo di organizzare l'assalto.
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Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world