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21/03/2009 13:10 | |
spogli di fiati, di alfabeti
ritirati, le reti raccolte
e le nasse a riva
resta l'ultimo velo di sale
contro le schiene nere
da leccare come ostia
nuziale. sciolto il nodo
sapremo ancora di noi
di quanti ami e quante
esche perdemmo
tra la sabbia e ritrovammo
nella pelle. di noi nel ventre
tra le assi e il catrame
pieni di voglia e fame
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21/03/2009 13:19 | |
Roberta!!!
Spero del ricordo perché sarebbe un ricordo pieno di sensuale vissuto
e gli ami conficcati nella pelle farebbero parte del gioco erotico involontario, forse. ma se è immaginazione, caspita marenight, bruci dentro come l'Etna...e questo fuoco trasformato in poesia è superbo!
Bellissima poesia Robby, complimenti a te, era tempo che non ti leggevo cosi... cosi piena...
Baciazzo
Sebastiano |
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21/03/2009 13:26 | |
Si, è davvero stupenda. Una Robby accesa... (e mo' non puoi dire che sò malata). E' elegante nella sansualità, è piena di desiderio, carica di te. Una leccornia da gustare nella lettura.
"i ritorni hanno rugiada sulla bocca e sorrisi fra mani confuse"
www.francescacoppola.wordpress.com |
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21/03/2009 19:16 | |
Originale e suggestiva Poesia
Complimenti a te I let fall flowers of blood |
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21/03/2009 19:46 | |
Al è un po' immaginazione e un po' ricordo... ricorda che ho il vesuvio dalla mia, un fuego interno pronto a scoppiare! ;)
Fra no, stavolta non posso darti della malata.... ci hai visto benissimo
Elfo Thank's!
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22/03/2009 12:48 | |
Bella questa ambientazione marinara. Immagini sicuramente d'effetto e scelta lessicale appropriata.
Non posso non applaudire alla eleganza che impregna questi versi, a ribadire, ancora una volta, che la sensualità è di genere femminile.
[Modificato da anumamundi 22/03/2009 12:49] |
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22/03/2009 19:16 | |
anumamundi, 22/03/2009 12.48:
Bella questa ambientazione marinara. Immagini sicuramente d'effetto e scelta lessicale appropriata.
Non posso non applaudire alla eleganza che impregna questi versi, a ribadire, ancora una volta, che la sensualità è di genere femminile.
anche se non ami gli enjambement?
ti ringrazio mamu, mi farai montare la testa!
voi tutti, in questa sede, avete centrato l'argomento... si parla di sensazioni, trasfigurate in immagini d'amore e passione, ma anche di dubbi e piccoli "tormenti". La poesia appare, dunque, molto chiara negli intenti. che poi siano cose vissute o immaginate, poco importa.
quello che mi ha stupito è stato leggere i commenti che qualcuno mi ha lasciato in altra sede.
c'è chi vi ha letto amarezza, chi, addirittura, i viaggi della speranza di clandestini approdati lungo le nostre coste, della loro disperazione, della poca umanità concessa loro.
rileggendola ho trovato plausibile anche questa nuova interpretazione, così divergente da quello che voleva essere l'immagine e il messaggio di partenza.
mi piace che la poesia riesca ad avere tante facce e a colpire il lettore in molti modi, ma è un bene che addirittura riesca ad avere letture così contrastanti?
ditemi la vostra.
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23/03/2009 19:19 | |
m'intrometto anch'io
nella pelle. di noi nel ventre
tra le assi e il catrame
pieni di voglia e fame
adoro questo finale, mi da un senso di violenza, ma di una violenza piacevole, carnale forse (non so come spiegarti il mio senso di carnale.....strettamente collegato ai brividi??), non so, magari sono totalmente fuori dall'interpretazione giusta ma a me da questo
simina
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J'arrive bien sûr,j'arrive. N'ai je jamais rien fait d'autre qu'arriver |
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23/03/2009 22:40 | |
bhe, forse un po' di quella "violenza" di cui parli c'è... diciamo quella carnalità del rapporto amoroso, che però qui diventa sublimato... in realtà quando scrivo il mio cervello elabora immagini contorte che racchiudono in sè fatti concreti mescolati a stati d'animo, è tutto molto simbolico... qui ad esempio c'è qst piccolo dolore masochista degli ami nella pelle, che potrei leggere in molti modi.
anche la parola "ventre" che in qst caso rappresenta la pancia di una barca capovolta, è significativa... perchè non ho cercato accuratamente la parola, ma leggendola ci si accorge subito della doppia valenza che assume: il ventre della barca, ma anche il mio ventre, simbolo sensuale del rapporto erotico, simbolo della maternità e della vita, della creazione.
se tutto ti sembra contorto, è perchè sto cercando insieme a te di analizzare il mio testo e scoprirne "live" i significati intrinseci, perciò... non credere che io sia pazza!
mi farebbe piacere però sentire anche la padrona di casa e gli altri, riguardo la domanda che mi sono fatta: è giusto ed è bene che una poesia possa assumere agli occhi del lettore significati assolutamente differenti e lontani dal messaggio dell'autore? si può parlare, in questo caso, di buona poesia? |
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23/03/2009 23:09 | |
Maredinotte, 23/03/2009 22.40:
è giusto ed è bene che una poesia possa assumere agli occhi del lettore significati assolutamente differenti e lontani dal messaggio dell'autore? si può parlare, in questo caso, di buona poesia?
ebbene ho letto e di corsa sono entrata a rispondere con una domanda
Tu credi che di tutte le forme d'espressione che il tempo ha promosso ad opere d'arte, noi(comuni spettatori o lettori, o critici e studiosi)siamo riusciti a cogliere il vero significato che ha voluto imprimere l'autore? La maggior parte dei significati li abbiamo dati noi, di generazione in generazione, sicuramente discostandoci parecchio da quello orginale. Per questo continuo a sostenete che in poesia non è tanto importante capire quanto interpretare.
[Modificato da filodiseta-- 23/03/2009 23:11] _______________________________
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
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24/03/2009 20:48 | |
no, certo che no!
mi sono sempre chiesta quanto di vero ci fosse nelle interpretazioni dei critici letterari di fronte alle poesie (soprattutto la poesia si presta ad interpretazioni che potrebbero essere diverse da quello dell'autore) dei poeti passati alla storia... era proprio quello che volevano comunicarci?
sono d'accordo sul fatto che, specialmente in poesia non sia importante capire ma interpretare, ma... quando di fronte ad un testo del genere qualcuno (non uno soltanto) mi parla di crisi economica o di sbarchi clandestini, bhe... mi chiedo se io abbia sbagliato qualcosa! perchè ho sempre pensato che almeno l'intento e lo stato d'animo debba arrivare...
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26/03/2009 08:13 | |
Maredinotte, 21/03/2009 13.10:
spogli di fiati, di alfabeti
ritirati, le reti raccolte
e le nasse a riva
resta l'ultimo velo di sale
contro le schiene nere
da leccare come ostia
nuziale. sciolto il nodo
sapremo ancora di noi
di quanti ami e quante
esche perdemmo
tra la sabbia e ritrovammo
nella pelle. di noi nel ventre
tra le assi e il catrame
pieni di voglia e fame
di sbarchi clandestini ci vedo davvero poco. Piuttosto il contrasto del tutto com'era e dovrebbe essere, con l'adattamento a immagazzinare elementi esterni che ci contaminano. Come una perdita di identità della natura, parallelamente alla nostra natura. E una difficoltà nel riconoscerci, nel riprendere le fila di noi stessi, condervando i nodi, che in questo caso non vedo come ostacoli, ma come elementi indispensabili all'equilibrio sia interno, sia esterno a noi.
[Modificato da filodiseta-- 26/03/2009 08:15] _______________________________
Jai guru deva om
Nothing's gonna change my world
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26/03/2009 16:45 | |
Ho letto più d'una volta poesia e commenti e mi chiedo se è giusto che mi sforzi per cercare dentro i versi l'intento dell'autore oppure avvalendomi del libero intendimento o convicimento che dir si voglia
dare l'interpretazione che più fa comodo.
Voglio dire che se io fossi un clandestino sbarcato a Lampedusa tra mille peripezie potrei anche vederci la mia storia ma la potrei vedere anche nella "donzelletta che vien dalla campagna" forse, con un pò di immaginazione...
E parlo di me, quando leggo una poesia, cerco di escludere me ed entrare nell'autore ed utilizzando l'esperienza di me stesso, cerco di disegnarne i tratti psichici nel momento della creazione e da li avvicinarmi il più possibile al suo stato d'animo. Ovviamente questo non garantisce la giusta interpretazione ma ne favorisce certamente il contatto.
La poesia va letta con spirito critico a mente fredda e senza pensare all'autore solo per quel che riguarda le note di impostazione, di suono, di metrica ecc. ecc. ma per l'interpretazione il discorso credo che sia diverso.
E' giusto il ragionamento di Daniela che esprime la concettualità fisica della poesia, un atteggiamento sicuramente critico dato dalla esperienza e mi piace il contrasto, l'adattamento di cui parla ma non stiamo parlando dell'intimo di Maredinotte che certamente non aveva in mente, in quel momento le perdite che la natura sta subendo anche se nel largo giro, questo rientra, ma è l'inconscio di Marenigth, che spazia e potrebbe arrivare, per simboli, anche agli sbarchi!
Personalmente ci trovo parecchia sensualità che proviene da un profondo molto profondo per cui concordo con il commento di Mamundi che si riferisce a questo e all'eleganza con cui è descritto ma rimango del parere che una poesia va letta in maniera diversa se si vuole parlare dell'intimo o dell'inconscio oppure solo della capacità di un autore di trasmettere un messaggio e quello che arriva spesso non è quello che parte ma quello di cui abbiamo bisono in quel preciso istante.
Scusatemi se mi sono permesso di commentare i commenti, ho espresso il mio pensiero, non me ne vogliate.
Un abbraccio a todos in particolare a "Sea of the nigth"
Sebastiano |
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26/03/2009 20:16 | |
Beh! Nel giro di 15 minuti mi trovo d'accordo con Sebastiano per ben due volte. Per cui senza ripetere i concetti da lui espressi mi limito a condividerli in toto.
Per quanto riguarda l'interpretazione sugli sbarchi clandestini, in effetti rileggendola, ci sono dei riferimenti (pochi) che potrebbero in alcuni punti indicare una lettura in tal senso.
spogli di fiati, di alfabeti
ritirati, le reti raccolte
e le nasse a riva
resta l'ultimo velo di sale
contro le schiene nere
da leccare come ostia
nuziale. sciolto il nodo
sapremo ancora di noi
di quanti ami e quante
esche perdemmo
tra la sabbia e ritrovammo
nella pelle. di noi nel ventre
tra le assi e il catrame
pieni di voglia e fame
Anche se sono di più i punti in cui potrebbe far pensare alla vita dei pescatori
spogli di fiati, di alfabeti
ritirati, le reti raccolte
e le nasse a riva
resta l'ultimo velo di sale
contro le schiene nere
da leccare come ostia
nuziale. sciolto il nodo
sapremo ancora di noi
di quanti ami e quante
esche perdemmo
tra la sabbia e ritrovammo
nella pelle. di noi nel ventre
tra le assi e il catrame
pieni di voglia e fame
Alla fine si potrebbe definire una elegia sulla vita dei pescatori, condita da una sensualità che la estrae dal quotidiano per portarla in una dimensione trascendentale.
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26/03/2009 20:56 | |
dicevo, nel mio scadente inglese, grazie a tutti e tre per l'interpretazione e per la discussione che mi pare interessante.
concordo con Sebastiano sul fatto che ci sono due modi per leggere una poesia, oltre a quello meramente tecnico: quello della pura emotività legata al proprio vissuto e quello che ci porta dentro l'anima del poeta per cercare di capire i suoi moti interiori.
quando leggo io, soprattutto se mi trovo di fronte a poesie che potenzialmente potrebbero rivelarsi "ermetiche", cerco di lasciare da parte le mie emozioni o, meglio, di utilizzarle per comprendere cosa l'autore stesse pensando, cosa l'abbia spinto a scrivere.
chi mi legge, bene o male è abituato all'idea che, quando scrivo qualcosa, non lo metto in piazza in maniera esplicita, ma lo "occulto" e lo rielaboro in immagini simboliche.
la prima interpretazione di mamu è assolutamente forzata, frutto di una lettura superficiale e focalizzata su poche parole, ma in particolare su quello "schiene nere" e deve essere necessariamente il motivo per il quale qualcuno ha pensato agli sbarchi.
la seconda è già moooolto più plausibile!!
ma, leggendo un testo come questo, io, estraneo, per capire cosa l'autore voleva dire, mi sarei soffermato su alcune parole fondamentali, quasi fuori contesto. avrei creduto che in quelle si nascondeva la vera chiave di lettura.
la terza strofa è quella che esce dal contesto e in particolare gli ultimi due versi:
resta l'ultimo velo di sale
contro le schiene nere
da leccare come ostia
nuziale. sciolto il nodo
perchè un velo, un'ostia e perchè nuziale, perchè un nodo?
e perchè leccare l'ostia?
bhe, in questi versi predomina il bianco, di contrasto sul nero delle schiene, e da sempre simbolo di purezza e candore. le nozze inoltre sono simbolo di unione, così come il nodo.
e questa è poi la strofa che porta maggiormente una carica sensuale, senza la quale probabilmente avrei potuto tranquillamente interpretare questo scritto come un'elegia ai pescatori! :)
ovviamente non mi voglio mettere a spiegare la poesia, perchè sarebbe davvero troppo complesso, ma solo riflettere sul modo in cui ciascuno approccia ad una interpretazione personale.
lo so, vi sto "studiando"! ma, entrare nelle testoline di chi mi legge è una delle cose che mi intriga di più, così come mi interessa capire il modo migliore di leggere un testo poetico...
il mio mi è sembrato un'ottima cavia! |
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