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05/07/2009 14:33 | |
San Kevin e il Merlo
E poi c'era San Kevin e il merlo.
Il Santo è in ginocchio dentro la sua cella
a braccia tese ma la cella è stretta
Così deve sporgere il palmo irrigidito
come una trave maestra fuori dalla finestra
affinché il merlo vi si posi
per deporre e preparare il nido.
Kevin avverte nel cavo della mano le uova tiepide,
il pettuccio, la testina dal piumaggio ravviato,
i piccoli artigli e, scoprendosi legato
alla rete della vita eterna,
è mosso a pietà: dovrà continuare a tenere la mano tesa
come un ramo fuori nella pioggia e nel sole per settimane
finché la nidiata non uscirà dal guscio per prendere il volo.
***
E siccome l'intera cosa è stata comunque immaginata,
immagina tu d' essere Kevin. Come ti appare?
Dimentico di se stesso o in agonia perenne
dalla nuca fino agli avambracci doloranti?
Ha le dita indolenzite? Avverte ancora le ginocchia?
Oppure, il nulla ottenebrato dell'oltretomba
s' è aperto un varco dentro di lui? Vaga lontano con la mente?
Solo e riflesso limpidamente nel profondo fiume dell'amore,
"Lavorare e non cercare ricompensa," questa è la sua preghiera.
Una preghiera recita il suo corpo interamente
poiché ha dimenticato se stesso, dimenticato il merlo
e solo, sulla sponda, ha scordato il nome del fiume. |
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