Re:
al_qantar, 19/06/2009 0.10:
Con tutte le notti in tasca
scivolo lungo le ginestre
ammaestrando bocche
fintamente parlanti
al di là dello specchio
Risucchi e cantilene
vibrano sulle superfici
di fragili risaie
ghiotte di rane e di mutande
sulle punte delle spighe
L’eterno si misura in vite
e la morte in cordogli
ma le unghie dell’assenza scavano
il concavo coperchio fino a bucarlo
e senza baci…
Stupendo quello scivolare sulle ginestre e le mutande sulle punte delle spighe mi da più di un'idea
.
Verissimo poi che l'eterno si misura in vite, come pure la morte in cordogli;
più di tutto però mi va di sottolineare l'immagine dello specchio.
Questo oggetto di per sè semplice ma sempre affascinante fin da quando era l'acqua stessa a fare da specchio (ricorderai la mia del narciso
).
Ora, senza stare a citare gli infiniti usi che la letteratura ne ha fatto, soprattutto in relazione alla ricerca della propria identità, mi ha colpito questo tuo immaginare la realtà attraverso lo specchio, in quel rovescio al di là che potrei immaginare come il mondo di Lewis Carroll con le sue avventure di Alice.
Un mondo che secondo me sarebbe l'esatto complementare di quello in cui noi ci troviamo e, al contempo, pure il perfetto completamento.
Per chiudere lascio una canzone, i versi, tuoi e di Daniela mi hanno riportato in modo inconscio alla mente:
http://www.youtube.com/watch?v=NzahghBr3lo
Un caro saluto