ggiacinto
martedì 9 settembre 2014 14:02

-2014- (1998)

come una maledizione
i tuoi capelli diventarono bianchi
in poche ore, due, sette giorni
la mattina dopo l'ultima stretta di mano
quella che non sapevo chiudere
nel gioco che tutti chiamano silenzio
e non nasconde sopresa alcuna

-tuo padre ti avrebbe ucciso, e il mio
guardava male -


perdonami se inabile
a tacere su due zampe
e schiena che non si addestra
ampiezza che non vuole fratte
parlo, parlo anche nel sonno
si diverte con i cuscini
uno squarcio simile al sorriso
di facce dimenticate.

(da un diario a ritroso)

garofano a.
mercoledì 10 settembre 2014 20:12
E di che devo perdonarti se ci regali ricordi così limpidi tenaci , i padri non capiscono o forse vorrebbero solo eguale somiglianza.

è stato un piacere Pino [SM=x2823269]
ggiacinto
mercoledì 10 settembre 2014 20:29
Ciao Pino! Forse non sono stato chiaro in questa poesia, non chiedevo perdono a un padre ma alla persona in questione che non mi ha avuto come complice nel suo volersi nascondere, sono suoi i capelli che sono diventati Bianchi in pochi giorni, dopo l'addio!

[SM=x2823269]

garofano a.
mercoledì 10 settembre 2014 21:09
Re:
ggiacinto, 10/09/2014 20:29:

Ciao Pino! Forse non sono stato chiaro in questa poesia, non chiedevo perdono a un padre ma alla persona in questione che non mi ha avuto come complice nel suo volersi nascondere, sono suoi i capelli che sono diventati Bianchi in pochi giorni, dopo l'addio!

[SM=x2823269]




Si avevo capito a chi era rivolto il perdono, ma mi riferivo a quella riflessione a margine:

tuo padre ti avrebbe ucciso, e il mio
guardava male



Ciao Pino

ggiacinto
mercoledì 10 settembre 2014 21:15
Ah ok, avevo frainteso il tuo commento!

[SM=g8335]

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