al_qantar
sabato 10 marzo 2012 16:21


intanto non parliamo più
e questo divorarsi riempie le ore di muscoli tesi
di facili considerazioni senza ombre
mentre piano si muove la lingua nel deglutire
l’amaro del prostituire l’ultimo bello di te

si è rotto il ponte dalle mille stanze
dove i capelli erano gli appigli o le distanze
e le girandole anche senza vento davano i colori
al qantar che allarga le parole dal seno all’astro
passando oltre la miseria del disamore

quanti luoghi sulla lingua curiosa e sulle dita
e dimensioni nelle vastità del ventre indefinito
femmina d’amore circolare magia liquefatta
per rincorrere l’armonia d’ogni respiro
quando abbiamo perso la misura?

intanto non parliamo
mentre ci divora l’uno che è in noi
e di spalle –che tenerezza- si chiede perché


S
fabella
lunedì 12 marzo 2012 09:09
punto e virgola
sembra che identifichi la creatura a cui alludi, con la poesia; non una perdita, ma una mutazione profonda; la rottura del ponte come una sorta di apertura a curiosità nuove, a linguaggi nuovi;la misura persa, quasi una conquista su percorsi sempre più liberi; il conflitto finale, ancora, tra la lirica dell'io e quella universale del noi


acussì la leggei [SM=g8231]
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