intanto non parliamo più
e questo divorarsi riempie le ore di muscoli tesi
di facili considerazioni senza ombre
mentre piano si muove la lingua nel deglutire
l’amaro del prostituire l’ultimo bello di te
si è rotto il ponte dalle mille stanze
dove i capelli erano gli appigli o le distanze
e le girandole anche senza vento davano i colori
al qantar che allarga le parole dal seno all’astro
passando oltre la miseria del disamore
quanti luoghi sulla lingua curiosa e sulle dita
e dimensioni nelle vastità del ventre indefinito
femmina d’amore circolare magia liquefatta
per rincorrere l’armonia d’ogni respiro
quando abbiamo perso la misura?
intanto non parliamo
mentre ci divora l’uno che è in noi
e di spalle –che tenerezza- si chiede perché
S
[Modificato da al_qantar 10/03/2012 16:22]