grazie ragazzi! ggiacinto, sebastiano, francesca
ci tengo molto al vostro parere su questa mia scrittura. che chiamerei nuova, ma nuova non è, perché da tempo è mia volonta spogliarmi di una zavorra poetica elitaria ed esprimermi in un linguaggio che arrivi a tutti. cercherò un filmato che ben parla di poesia necessaria e che mi coinvolge molto da vicino. ci vuole un po' di pazienza, ma ci riuscirò. fu quello il momento della svolta. la riflessione. come potrebbe essere necessaria la mia poesia? qualcuno penserà che l'utilità non fa parte dell'arte. l'arte è arte se fine a se stessa. qualche tempo fa ero d'accordo in pieno. oggi la cosa cambia. non è più il tempo di cincischiare, di pettinare le bambole...
l'arte deve coalizzarsi per essere utile. quando c'è uno studio accurato e completo alle spalle, ci sono gli strumenti per comporre poesia con le parole più povere che arrivano a tutti. cambia solo la formula, ma l'arte resta. e propone un connubio tra sensibilità artistica e realtà nuda e cruda.... oooooh
basta, ne riparleremo
comunque Francesaca, sì. l'intento di questa scrittura è proprio mettere in relazione l'infinitamente grande all'infinitamente piccolo. l'infinitamente conosciuto all'infinitamente sconosciuto. hai colto come al solito, perfettamente. e le parole, come dice Sebastiano vogliono essere coltelli. ed è proprio la leggerezza che crea il contrasto. più si è leggeri e più i coltelli affondano
Salvatore