il corpo umano

fabella
martedì 3 marzo 2015 10:28

il corpo umano, quello che si studia a scuola
seppure statico risulta saltellante
lo vediamo su un libro regalato a Natale e poco dopo
in una raccolta di CD; nel viaggio dentro di Piero Angela
nell’omino anatomico, gratis con la collana De Agostini

lo puoi montare e rimontare, puoi
invertire i femori ed i piedi
prendere in mano gli organi e le ossa
sbattere la mandibola, aprire il cranio
e togliere il cervello, stringerlo nella mano

che se fosse il cervello dei grandi
si potrebbe risciacquare con l’aceto o lavare
di nascosto in chiesa, nell’acquasantiera
e poi portare ad alta quota e caricarlo d’aria pura

per diluire questo DNA del secolo
che tende a non far credere più alla geografia umana
dove gli stati sono mani e piedi e braccia e gambe
le strade sono nervi, e vene che portano ai paesi
le istituzioni gli organi ed i sensi, le vacanze

i polmoni i parchi e la montagna, le terme sono i reni
il fegato è il dolore e l’intestino, la sua filosofia
la tua casa è il tuo cervello, la tua famiglia è il cuore

e il sangue, il mare

ma se capita di passare da te con google maps
le finestre sulla strada sono chiuse
come occhi che abitano fuori dalle geografie
fabella
martedì 3 marzo 2015 10:31
sto pubblicando cose non ancora sedimentate. quindi in probabile evoluzione. comunque è tanto che sto tornando a scrivere... [SM=g10324]
ggiacinto
martedì 3 marzo 2015 10:56
E stai tornando a scrivere alla grande. Mi piace molto questa nuova fase. Buongiorno Fabella.

[SM=x2823269]

al_qantar
mercoledì 4 marzo 2015 10:56
io dico che funziona!

Si parte con una certa "leggerezza" per arrivare a colpire duro e profondamente. E' certo che se le parole fossero proiettili, chissà quanti funerali oggi.
Francesca Coppola
mercoledì 4 marzo 2015 12:33

beh! che bella scrittura scorrevole e allo stesso tempo densa.
Si nota grande abilità e sai perché?
non è per niente semplice parlare di cose così conosciute come il tuo incipit e poi chiuderla alla grande come l'obiettivo di una telecamera che prima inquadra il gran paesaggio per poi concludere su una minuzia, come una formica in un prato, un ruscello in una regione ecc. ecc.

Brava Daniela, mi hai decisamente colpita!


fabella
venerdì 6 marzo 2015 14:16
grazie ragazzi! ggiacinto, sebastiano, francesca [SM=g7542] [SM=g7542] [SM=g7542]

ci tengo molto al vostro parere su questa mia scrittura. che chiamerei nuova, ma nuova non è, perché da tempo è mia volonta spogliarmi di una zavorra poetica elitaria ed esprimermi in un linguaggio che arrivi a tutti. cercherò un filmato che ben parla di poesia necessaria e che mi coinvolge molto da vicino. ci vuole un po' di pazienza, ma ci riuscirò. fu quello il momento della svolta. la riflessione. come potrebbe essere necessaria la mia poesia? qualcuno penserà che l'utilità non fa parte dell'arte. l'arte è arte se fine a se stessa. qualche tempo fa ero d'accordo in pieno. oggi la cosa cambia. non è più il tempo di cincischiare, di pettinare le bambole... [SM=g8231] l'arte deve coalizzarsi per essere utile. quando c'è uno studio accurato e completo alle spalle, ci sono gli strumenti per comporre poesia con le parole più povere che arrivano a tutti. cambia solo la formula, ma l'arte resta. e propone un connubio tra sensibilità artistica e realtà nuda e cruda.... oooooh [SM=g8120] basta, ne riparleremo

comunque Francesaca, sì. l'intento di questa scrittura è proprio mettere in relazione l'infinitamente grande all'infinitamente piccolo. l'infinitamente conosciuto all'infinitamente sconosciuto. hai colto come al solito, perfettamente. e le parole, come dice Sebastiano vogliono essere coltelli. ed è proprio la leggerezza che crea il contrasto. più si è leggeri e più i coltelli affondano

Salvatore [SM=g7542]
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