Laboratorio di Poesia scrivere e discutere di poesia

(Senza titolo, Roma, 6 febbraio 2014)

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    annamariagiannini
    Post: 40
    29/05/2014 13:24
    ma certo notturno, ognuno ha la sua propria musicalità. le mie erano semplici considerazioni su come IO avrei voluto recitare questa poesia...devo dire che da quando faccio teatro sto molto più attenta alle pause, ai sospiri...per esempio qui

    cerco la tua mano nella notte
    e la tenerezza di un fiore andato
    fra le lenzuola del letto

    al posto di quel "del letto" ci mettevo una bella pausa, perchè sono d'accordo su tutto ciò che dici ma trovo( ed è una mia opinione personale, sempre) che poesia sia proprio non scendere nell'ovvio o nel descrittivo e le lenzuola non possono essere altro che del letto. Capisco che forse cercavo proprio l'assonanza tra notte e letto e questo posso comprenderlo, ma in quel caso allora avrei usato una metafora tipo:

    cerco la tua mano nella notte
    e la tenerezza di un fiore andato
    fra le pieghe del letto

    cmunque certamente ognuno di noi ha la sua musica ed è difficile entrare nei pezzi degli altri se non facendoli un pochino propri! Grazie comunque per la disponibilità e la grazia nell'accettare i commenti, presupposti preziosi per stare insieme in questo laboratorio. Alcuni tra i miei pezzi più belli sono nati tra infinite discussioni, poi alla fine ero sempre io che ci mettevo mano, ma con nelle parole il sentire di tutto ciò che avevo appreso, pur scartandolo...

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    Carla.Aita
    Post: 63
    29/05/2014 13:29
    Caro notturno, garofanino , mi sento in accordo col vostro pensare riguardo la musicalità di un pezzo. Io so poco di dodecasillabi, endeca etc etc ma come per Giorgia che è nata con la padronanza della voce, c'è chi nasce con la musicalità poetica incorporata. Poi io credo anche in una cosa quella per la quale la musicalità non deve per forza essere corposa ed accentuata.
    Notturno, mi piace la tua "quando eravamo noi", solo la vedrei meglio fisicamente più compatta ma come dici tu, sono fasi della nostra evoluzione poetica. Mi piace molto come scrivi le tue poesie. Davvero molto.
    VVero, bello ricordarlo ognuno a se stesso che qua siamo in un laboratorio ed è bello ciò che ne esce!

    Baciazzoooooooooooooooooooooooooooooo [SM=g7542]

    Carla



    **********************************
    distanzeanord@blogspot.it
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    annamariagiannini
    Post: 42
    29/05/2014 13:58
    Re:
    Carla.Aita, 29/05/2014 13:29:

    Caro notturno, garofanino , mi sento in accordo col vostro pensare riguardo la musicalità di un pezzo. Io so poco di dodecasillabi, endeca etc etc ma come per Giorgia che è nata con la padronanza della voce, c'è chi nasce con la musicalità poetica incorporata. Poi io credo anche in una cosa quella per la quale la musicalità non deve per forza essere corposa ed accentuata.
    Notturno, mi piace la tua "quando eravamo noi", solo la vedrei meglio fisicamente più compatta ma come dici tu, sono fasi della nostra evoluzione poetica. Mi piace molto come scrivi le tue poesie. Davvero molto.
    VVero, bello ricordarlo ognuno a se stesso che qua siamo in un laboratorio ed è bello ciò che ne esce!

    Baciazzoooooooooooooooooooooooooooooo [SM=g7542]

    Carla

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    ili@de
    Post: 178
    04/06/2014 14:02
    Continuo a leggerti con curiosità. Mi piace soprattutto il modo in cui difendi non solo il tuo punto di vista, ma anche alcuni aspetti del tuo modo di scrivere.
    Spero non ci farai mancare altri spunti di discussione/riflessione ai quali, tempo permettendo, mi ripropongo di partecipare.
    Non lo faccio ora per la penuria di elementi a mia disposizione o, come si dice nei "fori": sospendo il giudizio in attesa di prove e di elementi non indiziari.

    @
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    fabella
    Post: 1.448
    14/06/2014 09:50
    Re:
    notturnoop09, 28/05/2014 18:03:



    Insomma, quel che voglio dire è che la mia poesia potrebbe quasi essere il testo di un brano musicale, se ci fate caso.
    Fu un'osservazione che mi venne anche fatta, a suo tempo.
    E sulla quale, in effetti, concordo.
    Anzi.
    Quando mi vennero dette certe cose nel periodo in cui stavo compiendo una sorta di passaggio da un tipo ad un altro di poesia, capii che era proprio questa la direzione in cui dovevo (e volevo) andare.
    Anche se non disdegno, in certe situazioni, cimentarmi con la poesia breve e "asciutta".
    Ad esempio, l' haiku mi affascina moltissimo e mi sono accostato ad esso nel periodo in cui instaurai un proficuo ed interessantissimo dialogo con un poeta che veniva da un'esperienza di viaggio con la cultura orientale.

    Io te - silenzio
    un’alba sul pontile
    ferma – è vita.


    All'inizio ero riluttante, perché bisogna rispettare una metrica ben precisa (almeno classicamente, per gli "on" - suoni - giapponesi convertiti in sillabe europee, una terzina: 5-7-5), ma poi, invece, mi ha conquistato proprio la sfida di raccogliere nelle "maglie" di un'impalcatura apparentemente soffocante, tutta la potenza espressiva di una sola immagine poetica (vabbe', non entriamo ora nella discussione sull'haiku, 'ché ce ne sarebbe da dire!).
    In fondo, la poesia è l'unica in grado di portare in se e di evocare un'universo quasi in un solo verso (vedete, faccio le rime inconsapevoli anche quando scrivo ormai! [SM=g7831] ).
    [SM=g8139]




    Ho lasciato in sospeso tutto quello che volevo scriverti, non per cattiva volontà, ma per evitare ragionamenti piuttosto articolati, in un momento in cui ero distratta da troppe cose da fare. così butto lì solo qualcosa, rispetto quello che volevo dire. chissà poi che non riesca ad essere più completa al mio rientro dalla vacanza [SM=g8265]

    Per me la poesia è principalmente musica e linguaggio. senza di essi i nostri resterebbero semplici significati per lo più uguali per tutti. il proprio linguaggio, unito alla propria musica, trasforma i propri significati in poesia ( [SM=g8120] etc...)

    la mia scrittura ha avuto origine dall'endecasillabo e dalle rime. spesso capitava di aggiungere particelle sintattiche inutili alla poesia, o aggettivi, con licenza si direbbe. per far quadrare la musicalità. poi pian piano sempre meno, cercando di asciugare da tutti quei prolungamenti inutili, raffinando l'endecasillabo nella direzione di un linguaggio più sciolto, leggero.

    con l'andare del tempo, mi resi conto che l'endecasillabo era la mia musica, sì, ma solo per un certo tipo di scrittura. che avevo bisogno di una musica più ampia, che mi avvolgesse e mi slegasse... e mi precipitasse. ce n'è voluto del tempo, poi l'ho trovata. una musica che sa svoltare, ripetere, ascendere, controllare e poi troncare... rinunciare. E che mi sostiene a scrivere in piena libertà, sulla quale, grazie a tanto studio mi sento salda in equilibrio. senza che mi capiti più di chiedermi se questo manca o questo è di troppo.

    ecco vedi il discorso sulla nostra propria musicalità non è indispensabile il fondo per la tua poesia. è per una condivisione di esperienze. Perché mi piace, rapportare il punto di partenza e il punto d’arrivo(attuale) dei linguaggi attraverso la loro evoluzione individuale.


    ecco parte dei miei [SM=g8120] prima di andare in vacanza. per questo, una saluto e un abbraccio, Valerio

    ci si ritrova tra una diecina di giorni [SM=g2834784]



    "Il bambino è la mia garanzia. E se non è lui il verbo di Dio, allora Dio non ha mai parlato" (McCarthy Cormac)
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    Versolibero
    Post: 1.071
    28/01/2021 11:32
    Ricordo, sì, ricordo questo Autore apprezzato molto da me in altri tempi e in altri luoghi.
    Sarebbe bello poter leggere sue nuove poesie,
    ciao Valerio, se ci leggi.

    Dato che gli altri autori sono piuttosto pigri, se non avari di commenti, volevo leggere qualcosa dei vecchi tempi e ho trovato questa discussione molto interessante, quindi ho pensato di riportarla in prima pagina.

    Anch'io qualche ritocchino lo farei, ma trovo un po' difficile la spersonalizzazione dei possessivi in un confronto diretto tra un io e un tu; ad ogni modo condivido molte cose scritte da ognuno di voi.
    Per esempio trovo di troppo le lenzuola del letto
    nel verso della prigione "mia" potrebbe essere sostituito da "questa", ma non mi dispiacerebbe neanche "di questa mia prigione";
    sostituirei "andato" con "caduto" o con "disperso";
    in seguito nei versi evidenziati da "passeggiate" a "violini" mi ci perdo;
    la quarta strofa apre con un bellissimo verso con il verbo al presente ("si allontana"), per cui non vedo contemporaneità d'azione e quindi correlazione con il successivo verbo al futuro ("quando anch'io indosserò"); nel finale invece non mi pace lo "sbuffo umano", ma è solo questione di gusti.


    notturnoop09, 24/05/2014 00:15:

    Come un crocifisso nel buio
    lo sguardo oltre le persiane
    di questa (mia) prigione

    cerco la tua mano nella notte
    e la tenerezza di un fiore disperso
    fra le lenzuola

    qui nel mio eremo di silenzio
    sull’altare della mia solitudine
    ho sacrificato la tua voce di mare
    passeggiate come stelle nell’universo
    dei nostri folli violini


    la musica dei tuoi occhi si allontana
    distrattamente come foglie al vento
    d’autunno
    quando anch’io indosserò la mia giacca
    di sogni e pioggia

    e sole
    e un paio di occhiali per venirti a trovare
    bambina

    fuori da questa stanza
    come fosse stato un sbaglio
    il ticchettio di un orologio sul muro in ritardo
    dall’inizio del tempo

    e saremo immobili

    davanzali su un tramonto d’estate
    treni che si aspettano
    alla stazione

    divisi solo dall’attimo

    dal nostro sbuffo umano che si perde nell’eterno
    dell’amore




    Chiudo questo post e continuo nel prossimo con alcune mie considerazioni, e dove proverò a dare dei risvolti al testo in una libera interpretazione.

    A dopo. [SM=x2823269]


    [Modificato da Versolibero 28/01/2021 11:33]


    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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    Versolibero
    Post: 1.072
    28/01/2021 13:49
    Ci sono coloro che scrivono “poesie di getto”, convinti che sia lì la poesia, proprio nello scrivere di getto.
    Difficilmente in questo modo di scrivere trovo ciò che io considero vera poesia.
    Può darsi che ne esca l’espressione di un bel sentimento, ma non basta.
    Concordo con Daniela quando dice che si può improvvisare in piena libertà e ottenere un buon risultato solo quando a monte
    c’è stato molto studio ed esercizio.

    Riguardo alla musicalità, d’altronde, chi può dire che sia puramente una questione di metrica studiata a tavolino e non di orecchio?

    Ma è il senso uditivo a percepire gradevole la lettura in coincidenza con suoni e accenti, quindi io credo che solo a posteriori si sia canonizzato
    il verso metrico in base al suono e al ritmo, constatando che - guarda caso - gli endecasillabi, i settenari e i quinari, non solo suonano armoniosamente
    e scandiscono amabilmente il ritmo, ma offrono anche la possibilità di variarlo senza stancare, a differenza dei versi parisillabi che risultano piuttosto cantilenanti per via degli accenti fissi.

    Tuttavia non esiste solo la poesia in versi metrici, ma anche una poesia in versi liberi che può risultare estremamente accattivante e musicale,
    e ciò accade grazie alla scelta e all’accostamento delle parole, ponendo l’attenzione ai suoni dei singoli vocaboli, e in quanto a ciò mi discosto
    dal parere di Pino (garofano) affermando che anche chi non sa nulla di labiali, gutturali, dentali, vibranti, spiranti, affricate, o di vocali chiuse,
    aperte, deboli, forti ecc. ecc., in realtà le usa inconsapevolmente, direi con un buon “fiuto” (usando qui una sinestesia) ottenendo un buon risultato quando l’orecchio è educato all’armonia.

    La cosa più difficile, secondo me, e quindi la sfida che un poeta lancia a se stesso, è quella di far coincidere il senso e la musica nel modo più preciso possibile.

    Oserei dire: Sento, Esprimo, Suono.

    All’inizio, quando la poesia è esercitazione, possono sussistere dei compromessi, ma in seguito non sono ammessi se non accettando di tradire
    se stessi. E questo non è quello che muove la mano del poeta che affida alla penna tutta la propria particolare sensibilità.
    Ecco che a volte il poeta si trova costretto a scegliere tra suono e senso, tra la bellezza della musicalità del verso e la necessità di esprimere una sensazione o un pensiero.



    Ora, dal mio pensiero in generale passo alla poesia di Valerio:

    cercando di calarmi e immedesimarmi nella sua poesia (che è sua e come tale solo lui può decidere di mantenerla così com'è o se modificarla),
    ho provato a riscriverla secondo il mio sentire, come se fosse una poesia a quattro mani (o a due, se preferite).

    Tutto ciò premettendo che c’è qualche passaggio, evidenziato nella poesia quotata precedentemente, che non mi è chiaro; ed è per questo che
    in quei punti la mia mano ha agito arbitrariamente.

    --------------------------------------


    è come un crocifisso in mezzo al buio
    lo sguardo oltre le grate
    di questa metaforica prigione

    non smetto di cercare la tua mano
    e i petali di un fiore delicato
    caduti tra le pieghe del lenzuolo

    qui nell’eremo colmo di silenzio
    sull’altare della mia solitudine
    ho sacrificato la tua voce di mare
    moti di stelle in echi d’universo
    corde spezzate
    e acuti di violini

    le note dei tuoi occhi si allontanano
    distrattamente come foglie al vento
    tra le ombre dell’autunno

    allora forse anch’io
    indosserò una giacca
    di sogni e pioggia e sole negli occhiali
    per venirti a trovare
    bambina mia

    fuori da questa stanza
    come se fosse stato un qualche sbaglio
    il lento ticchettio di un orologio
    in ritardo dall’inizio del tempo

    e saremo immobili

    davanzali infuocati da un tramonto
    treni che si aspettano
    alla stazione

    divisi solo dall’attimo

    con l’anima dispersa nell’eterno
    ineffabile respiro
    dell’amore



    --------------------------------


    Ciao a tutti/e.

    P.S.

    Che belle queste discussioni che fanno riflettere grazie al confronto.

    Rosanna





    [Modificato da Versolibero 28/01/2021 14:02]


    ______________________________________________________________________________
    "Le parole sono 'contenitori' troppo angusti per le mie emozioni e quando, leggendo, le sento 'soffrire'
    o mi segnalano delle 'sofferenze' corro a liberarle senza pensarci due volte per provarne di più adatti".
    (citazione di EEFF)
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